Zorba, l’aperitivo del Festival

Un anno dopo torniamo a parlare di Zorba (https://www.facebook.com/zorbanontuttoperduto). Un format televisivo che va in diretta su Facebook e viene rilanciato da un bel gruppo di emittenti web e tradizionali, soprattutto emiliane e toscane. Il conduttore Franz Campi, interprete di teatro, cantautore, ma anche giornalista e comunicatore pubblico, da anni si impegna a fianco del Green Social Festival e del Festival della Salute: ci parla di quindicimila utenti che seguono la diretta in streaming che diventano a cinque zeri con le visioni successive (https://festivaldellasalute.it/zorba/) e i rimbalzi; la sola “èTv”, per esempio, fiore all’occhiello delle relazioni del direttore editoriale Paolo Amabile, può mettere in campo quasi 200 mila follower.

Franz Campi, conduttore di Zorba

Ciao Franz, per noi resti un personaggio solare. Cosa ci dici di questo nuovo Zorba?. Ogni anno che passa le rotelline organizzative vanno a posto. Stavolta, così come ha fatto il Festival con le edizioni di Viareggio e Siena, state raddoppiando le trasmissioni…

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“C’è davvero tanto interesse sul tema della Salute. Anche visto ciò che è successo negli ultimi due anni. E non parlo solo di Covid – dato che una trasmissione medica ancorché ben fatta non somministra farmaci -; mi riferisco alle patologie più rare, allo stress crescente, alla fatica psichica, al fatto che le nostre relazioni sono state minate, la nostra vita è stata irrimediabilmente modificata ed è a rischio la nostra condizione di animali sociali. Entrare nelle case, con un format televisivo, mostrare ai singoli che si comprende quello che sta avvenendo e riferire che c’è chi studia il modo di apportare soluzioni è un conforto che fa già parte della cura. Noi parliamo moltissimo di prevenzione e, a mia esperienza, è cresciuta l’attenzione pubblica al proprio corpo, ciò costruisce il terreno adatto per far sì che la prevenzione non sia un concetto astratto, ma che divenga parte della vita di chi ci ascolta. Molti sostengono che il covid non si prenda se si è in buona salute psicofisica: purtroppo non è affermazione vera, ma è indubbio che migliori stili di vita ne allungano la durata. E di questo parliamo frequentemente”.

Tiziana Di Masi, prima ospite per parlare di musicoterapia

Vediamo dalla prima trasmissione di Zorba che sei riuscito a inserire quest’anno un tema a te molto caro, quantomeno per deformazione professionale: la musicoterapia…

“Sì, alla fine anche Paolo Amabile se ne è convinto e quindi affrontiamo, non sempre ma spesso, questo tema molto interessante. Che la musica sia uno strumento di relazione è fatto indubbio, ma se ascoltata o praticata in un certo modo da chi soffre di determinate patologie riesce ad andare oltre. In tanti campi, per esempio i portatori di disabilità, riuscire a porre il paziente al centro di un mondo condiviso è importante e gli aspetti psichici sono elementi fondamentali. Un certo tipo di musica può farci davvero star bene. Ci sono tanti professionisti che hanno scelto di studiare la musicoterapia e vi operano con grandi successi. Questo poi porta la nostra trasmissione a lasciare grandi spazi alla così detta medicina narrativa, negli ultimi anni fondamentale per riportare il paziente, e le sue storie, al centro del percorso medico. Il supporto crescente della tecnologia nello sviluppo di telemedicina e monitoraggio clinico a distanza, hanno determinato la crescente necessità di ascoltare il malato. L’aspetto psicologico è fondamentale nel processo di guarigione, non bisogna fermarsi al solo aspetto del sintomo scoperto”.

Hugh Laurie nei panni del Doctor House

Quindi ci rilanci il tema del medico olistico, una figura rara ai nostri tempi, specie in ambito clinico dove imperano i protocolli?

“Un aspetto a me caro in questo contesto. Tuttavia i protocolli medici cominciano a includere la medicina narrativa e quindi l’ascolto del paziente. Hanno capito anche loro che per ben curare va compreso ogni aspetto della persona e non un pezzettino del suo organismo. Non voglio tirare in ballo il dottor House, serie tv che tra l’altro non ho mai seguito, ma a volte la vera patologia non è evidente e ad essa si risale solo con la comprensione del vivere quotidiano del paziente che riceve già un beneficio dall’aumentata attenzione ed empatia del professionista al quale si è rivolto per un aiuto. E poi c’è l’aspetto delle malattie nuove o di quelle così dette rare che spesso proprio perché statisticamente improbabili non vengono riconosciute ai primi sintomi e quindi curate tempestivamente”.

Luca Revelli, direttore scientifico del Festival della Salute

Hai ancora accanto Luca Revelli, Luca Revelli, endocrinologo di Roma con una passione unica per il mare. Tra l’altro in grande spolvero…

“Sapere che un professore con le sue capacità mi è accanto nella trasmissione e cura la direzione scientifica mi dà una sicurezza. Mi trovo molto bene a lavorare con lui, mi dà ottimi consigli, e le sue spiegazione mi consentono di potermi confrontare in trasmissione con interlocutori di altissimo livello che in buona parte è lui a interessare al nostro lavoro. Con lui, tra l’altro, consentiamo a Zorba di  andare a scovare storie particolari, organizzare rubriche e racconti che, partendo da fatti di vita vera, coinvolgano le persone all’ascolto”.

Il logo di Lyme Global

In attesa di rivederti a Siena per il Festival a metà novembre un’ultima curiosità, saremmo curiosi se il crescente successo di Zorba vi porta avere contatti diretti e segnalazioni esclusive? E’ sicuramente una dimostrazione della credibilità della trasmissione…

“Certo le situazioni nuove e gli appelli ci sono frequentemente, perlopiù segnalazioni. Il cittadino medio sente la necessità di essere aiutato, rilanciato o consigliato quando si confronta con la propria salute fisica. Cito uno di questi contatti, la dott.ssa Campolonghi. Sarà tema di un imminente trasmissione di Zorba. E’ dottoranda in Health alla Deakin University di Melbourne, Psicologa, e coach alimentare. Con una malattia rara, originale e stranissima. In attesa del suo racconto abbiamo coinvolto tanto, l’Associazione Lyme Italia e Coinfezioni che si occupa di questa malattia che quella mondiale (Associazione Australiana per i malati di Lyme e Lyme Global coalition di cui fa parte la dott.ssa Campilonghi). Ma pensa un po’, siamo arrivati a far notizia in Australia”.

(Lyme Global coalition è un progetto nato da una conversazione cominciata tra Spagna e Francia da malati di Lyme e coinfezioni che hanno poi contattato la associazione Lyme Disease Association of Australia (LDAA) e che ha subito aderito al progetto di costruire un network globale di conoscenze sul Lyme e supporto per i malati di Lyme e coinfezioni). 

Wanna Marchi

Ok, quando, come e dove la prossima trasmissione?

“Chiaramente sulla nostra pagina facebook lunedì. E qui parleremo di alimentazione che viene dal mare. Direi, in attesa che la vediate, che un personaggio controverso come Wanna Marchi aveva molte ragioni a sostenere che le alghe possono servirci tanto”.

(Le foto sono tratte da Facebook foto pubbliche)

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