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sabato, Aprile 20, 2024

Donazione, Siena in controtendenza. Un grazie alle Contrade

La pandemia ha aumentato il sentimento di solidarietà. E’ successo nel campo della donazione di sangue. A dirlo Umberto Bongini, vice presidente Avis provinciale di Siena nel dibattito dal titolo “Il Valore della Donazione” condotto dal giornalista Daniele Magrini, che ha aperto la mattina del sabato del Festival della Salute che si tiene a Siena nei locali del Santa Maria della Scala.

Il covid 19 ha costretto tutti ad una organizzazione capillare che ha coinvolto anche la donazione di sangue, un gesto apparentemente semplice che con il virus in circolazione non ha subito blocchi.

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“L’organizzazione ha fatto sì che potessimo prenotare gli appuntamenti per la donazione così da non far perdere tempo a nessuno – ha detto Bongini – e questa novità ci permette di far lavorare bene l’ospedale e di non creare code per l’attesa”.

Il donatore è un animale particolare, così lo ha definito il vice presidente Avis perché va chiamato e stimolato per venire a donare.

“Grazie alla nuova organizzazione siamo in grado di avere un quadro preciso della quantità di sangue a disposizione e abbiamo poi il supporto del servizio civile che telefona ai donatori già nelle liste. Per non parlare dei gruppi delle contrade che fanno di Siena una città dove il sangue viene donato regolarmente. A Siena abbiamo avuto un incremento del 30 per cento”.

Giuseppe Marotta, direttore del dipartimento innovazione, sperimentazione, ricerca clinica e traslazionale dell’Azienda ospedaliera universitaria senese, ha parlato dei dati relativi alla donazione del sangue.

“Se in Italia c’è stato un decremento del cinque per cento, in Toscana abbiamo perso solo il tre per cento dei donatori durante la pandemia. Dati che sono stati ben compensati dalla minor richiesta di sangue perché per mesi molti interventi chirurgici sono stati sospesi e ci sono stati meno incidenti stradali gravi a causa della scarsa circolazione di mezzi per il lock down”.

Un dato importante riguarda una flessione dei nuovi donatori.

“A sessantacinque anni non si può più donare – ha ricordato Marotta – e abbiamo avuto un calo di nuovi ingressi perché ci sono stati meno eventi delle associazioni di donatori che sul territorio fanno un lavoro importante di reclutamento grazie ai tanti eventi”.

Donare non significa solo dare due volte all’anno il proprio sangue. Le nuove leggi prevedono che al rinnovo della carta di identità si possa esprimere la volontà di donare gli organi. Una legge importante che permette a tutti di non gravare sui propri cari al momento di dover prendere una decisione.

“Ci sono lunghe file di attesa per i trapianti di organi. La Toscana, grazie all’Aido, è la prima regione in Italia per disponibilità. Siena grazie alle contrade riesce a fare un’importante sensibilizzazione su questo delicato argomento” ha detto Laura Savelli direttore del coordinamento donazione organi e tessuti dell’azienda ospedaliera universitaria senese.

A Siena abbiamo una delle cinque banche nazionali dei tessuti.

“I tessuti sono anche ossa, cornee, valvole cardiache e pelle – ha spiegato Elisa Pianigiani, direttore della banca dei tessuti e della pelle dell’Azienda ospedaliera universitaria senese. “A differenza degli organi che vanno espiantati e trapiantati in pochissimo tempo, la pelle e i tessuti possono vivere anni e sono un salvavita ad esempio per i grandi ustionati”.

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