Forno crematorio, il dovere di ascoltare i cittadini

Assessora Francesca Appolloni, grazie per essersi resa disponibile a parlare di forno crematorio in ristrettezza di tempi. La sua opinione in tema è quella che i cittadini chiedevano da quasi quattro anni.

Allora, riassumendo, lei si è mossa quando alcuni genitori della scuola elementare Aurelio Saffi l’hanno direttamente coinvolta e ha promesso nell’immediato di monitorare la situazione, cosa cui ha dato immediata attuazione iniziando da un incontro con gli stessi genitori e il Comitato Aria Pulita per Siena.

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Ci risulta che il confronto sia stato approfondito e di comune soddisfazione. Grazie all’affiancamento che ha richiesto ai funzionari responsabili di manutenzione e verde Paolo Ceccotti e Paola Noli, grazie alla presenza di Giorgio Briganti, dirigente Ausl Sud Est per la prevenzione e la dott.ssa Errico, grazie alla presenza del professor Silvano Focardi che ha accompagnato la presidente del Comitato Carla Testa Neri e Gianpaolo Camilli.

Lei era la prima volta che trattava direttamente la questione?

“Sostanzialmente sì; per quanto, infatti, interessata sul punto, diversi mesi fa, dalla professoressa Marchettini, che ha prodotto numerosi dati ed interessanti informazioni, giacché, anche all’epoca, il nuovo forno non era ancora in funzione, mi sembrò opportuno che fosse l’assessore ai lavori pubblici Corsi ad interessarsi dell’argomento, come fatto, del resto, prima ancora dall’assessore Pugliese”.

L’assessora Appolloni con il sindaco al ricevimento delle delegazione Usa, capitanata da Nancy Pelosi, speaker della Camera

Le cifre generali ci riportano che l’attività di cremazione è molto cresciuta negli ultimi due anni. Il Comitato sostiene addirittura oltre le autorizzazioni regionali. Quali vantaggi avranno gli abitanti senesi nel trasformare il Laterino in una primaria industria della cremazione nell’Italia di Mezzo?

“Nel mio incontro con i rappresentanti del comitato ho ricevuto copia dei due esposti presentati alla Procura presso il Tribunale di Siena; leggendoli ho appreso una serie di informazioni che mi mancavano e che confermano la cremazione come fenomeno in crescita; per il resto la giustizia farà il suo corso. Ma lei mi ha anche chiesto quali vantaggi avranno gli abitanti senesi. Non so dirle se avranno vantaggi o meno; sicuramente, al di là dei nostri pensieri personali, avranno un servizio e, aggiungo, con un forno che non è più obsoleto. Sappiamo tutti bene che contemperare i desiderata della totalità dei cittadini è praticamente impossibile, per cui  la vera e legittima domanda è perché lì. Ma questo dovremmo domandarlo alla precedente amministrazione della quale, in talune circostanze, è la Giunta attuale a dover gestire le conseguenze di scelte inopportune”.

Nei contenuti del primo esposto sul nuovo forno crematorio vengono messe in discussione cifre e considerazioni tecnico scientifiche. Saranno la Procura ed eventualmente il Tribunale a pronunciarsi su di esse. Successivamente però una sentenza del Consiglio di Stato su un forno crematorio a Civitavecchia ha affermato che i fumi delle cremazioni sono assimilabili in tutto e per tutto all’incenerimento degli RSU, quindi, supponiamo, da sottoporre a filtraggi del tutto diversi da quelli dei protocolli attuali. Non è un buon motivo per capire meglio se si può cambiare qualcosa?

“È forte di questa sentenza, sia pure emessa su un caso particolare, che sono voluta intervenire direttamente sulla questione, giacché il Consiglio di Stato ha riconosciuto come legittimamente esercitata la competenza del Sindaco e le relative prescrizioni imposte al funzionamento del forno crematorio da assimilarsi ad industria insalubre e, per ciò stesso, nell’impossibilità di funzionare senza “determinate cautele”.

“Salvo espressa deroga motivata, per esempio – continua Francesca Appolloni -, la struttura deve essere isolata nelle campagne e “ le disposizioni degli artt. 216 e 217 R.D. 27 luglio 1934, n. 1265, attribuiscono al Sindaco, ausiliato dalla struttura sanitaria competente, il cui parere tecnico ha funzione consultiva ed endoprocedimentale, un ampio potere di valutazione della tollerabilità o meno delle lavorazioni provenienti dalle industrie, classificate “insalubri” per contemperare le esigenze di pubblico interesse con quelle pur rispettabili dell’attività produttiva, anche prescindendo da situazioni di emergenza. Inoltre, l’autorizzazione per l’esercizio di un’industria classificata insalubre è concessa e può essere mantenuta a condizione che l’esercizio non superi i limiti della più stretta tollerabilità. Quindi se non è possibile disporre la sospensione di un’attività insalubre “ senza prima prescrivere quanto necessario per prevenire ritenuti o temuti danni o pericoli, ed assicurarsi del relativo adempimento ed efficacia ”, resta vero che l’eventuale ordinanza di chiusura di un’attività insalubre per inquinamento atmosferico“ deve recare un’esauriente ed articolata motivazione in relazione ad elementi obbiettivi, e suffragata da relative indagini tecniche; infatti essa comprime, fino a bloccarla, l’iniziativa economica privata (garantita dalla Costituzione: art. 41) ed incide, inoltre, pregiudizievolmente sul diritto al lavoro (art. 4 Cost.) del personale occupato”.

Francesca Appolloni davanti alla Banda Bandao in occasione della Giornata della Famiglia, organizzata dall’assessorato al Sociale del Comune di Siena

In che cosa potrà consistere il monitoraggio – parzialmente già in atto – che ha promesso ai genitori dei bambini e la cui determinazione è stato principale oggetto del confronto?

“L’amministrazione ha fatto un punto zero in posizioni dove le rilevazioni sono replicabili, e quindi utili ai fini di un’analisi condivisa dei risultati che emergeranno anche dalle prossime misurazioni. I prossimi dati, rilevati con cadenza trimestrale e condivisi all’interno del tavolo tecnico istituito in occasione del primo incontro, e che ha visto anche la partecipazione della Ausl, saranno  rilevati da Arpat, cui la normativa regionale affida questo compito. L’ufficio del Comune che segue la questione, peraltro,  ha già preso contatti con il funzionario Arpat di riferimento ed auspico che sia presente al prossimo incontro. L’impegno preso, infatti, oltre alle rilevazioni, prevede incontri periodici per un monitoraggio condiviso e costante sui dati rilevati. Veramente preziosi, in tal senso, i suggerimenti del prof. Focardi e le competenze e la professionalità dei referenti Ausl indicatimi dal direttore generale e dal quale ho avuto immediato sostegno”.

Lei ha proclamato la sua propria sicurezza sul fatto che le procedure inerenti la questione del forno crematorio abbiano rispettato le norme. Qualora tuttavia i monitoraggi conducessero a valutare situazioni di pericolosità, quali margini di azione ha a questo punto il Comune con il Nuovo Forno in apertura fra sei mesi?

“La sentenza del Tribunale di Civitavecchia, pure in una situazione di inquinamento molto diversa da quella di Siena, ha fatto sicuramente scuola, per cui ne farò tesoro per definire le azioni future da mettere in campo. Per stile, poi, su questioni che esulano dal mio diretto e stretto ambito di deleghe, non mi muovo mai in maniera completamente autonoma; a motivo di ciò, qualunque situazione emersa dal tavolo meriti l’interessamento di Sindaco e Giunta mi vedrà condividere le indicazioni del tavolo con loro. Francamente auspico che non si debba arrivare alla chiusura del forno, ché non staremmo più ragionando di un possibile problema di salute ma ne saremmo investiti tutti davvero. Parallelamente al monitoraggio, perciò, valuteremo, per esempio, se abbassare i limiti massimi concessi con riguardo alle emissioni o chiedere alla ditta l’introduzione di ulteriori sistemi di filtraggio”.

Francesca Appolloni, assessora a Sanità e Sociale del Comune di Siena

Quando la popolazione si rivolge a Lei, come vive la cosa? Entusiasmo per il confronto con la base dei cittadini, senso della mission o qualcos’altro?

“Rispondere alle istanze dei cittadini è un dovere dell’amministrazione, per cui ho imparato che, specialmente quando si difendono posizioni differenti, per quel che mi riguarda, non ne faccio mai una questione personale ma di norma e di perseguimento dell’interesse generale. Su questi presupposti si trova sempre la giusta via, anche per contemperare interessi diversi, talvolta divergenti. Servire la comunità è un onore ed un privilegio ed il contatto con i propri cittadini, anche se non sempre si è in grado di essere empatici, è indubbiamente arricchente. Si cresce sempre nel confronto e nella difficoltà della sfida”.

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