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venerdì, Novembre 1, 2024

Il Congresso Pd si semplifica con due candidati ma politicamente diventa un rebus.

La Commissione non ammette Piero Fabbrini

La Commissione congressuale del Pd ha ammesso la candidatura di Simone Vigni con 52 firme; quella di Rossana Salluce con 60 firme; e ha escluso quella di Piero Fabbrini con 35 firme perché consegnata in ritardo.

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La corsa come avevamo anticipato è dunque a due. Si apre uno scenario politico imprevisto. Molto vicino a quello desiderato dal Commissario, anche se ad ora tentativi fatti di avvicinare i sostenitori di Fabbrini a quelli della Salluce non hanno prodotto esiti decisivi, se non interlocutori. Anche se ieri pomeriggio si è tenuto il primo incontro.

Ma c’è chi avverte come la stessa piattaforma programmatica di Fabbrini risulterebbe molto critica verso la precedente gestione del Partito che vedeva coinvolti proprio tutti i sostenitori della Salluce. E il giudizio sulla gestione Commissariale molto vicina alla valutazione negativa di Vigni.

Infatti, Simone Vigni, in queste ore rimasto in disparte ha tuttavia anche i lui i suoi contatti con l’area rimasta esclusa e sarà sicuramente disponibile a recepirne le istanze di rinnovamento.

Vedremo nelle prossime ore come se le aree di Passione Democratica e quello che resta di Ritroviamoci continueranno a muoversi insieme. Oggi la componente Caperlo, dopo mesi di silenzio ha fatto un proprio documento dal quale è ancora tuttavia difficile capire quale sia l’orientamento rispetto alle scelte congressuali possibili.

Resta sempre l’opzione individuale della non partecipazione. Si tratta di capire se tale opzione da individuale possa divenire collettiva, di gruppo. Se questo succedesse non sarebbe un capolavoro quello realizzato dal Commissario e dalla ex maggioranza.

Da Passione Democratica, intanto, a caldo, i messaggi che arrivano sono chiari. Consci degli errori fatti,” fregati dalla loro stessa passione”, assicurano che non ascolteranno nessun canto di sirena. Barra dritta verso l’apertura del partito e la sua democratizzazione. Disponibili a lavorare con tutti coloro ne condivideranno gli obiettivi ma senza accrocchi e pataracchi.

Si parla di Congresso, ma si dimentica che nella realtà non sarà una unica assemblea degli iscritti ma gli appuntamenti saranno a livello territoriale, dunque quindi assai frantumati.

Otto circoli, tanti dovrebbe prevederne la riorganizzazione proposta dal Commissario.  Alla fine è assai probabile che la partecipazione si frantumerà, cosi la discussione e il voto.

Il confronto potrebbe anche spostarsi qui, sugli organismi dei Circoli, sui loro Segretari, di cui per ora nessuno ha parlato. Vedremo quanti dei 624 iscritti ammessi al voto parteciperanno.

Poi c’è chi guarda all’esterno per nulla appassionato dalle non nuove contorsioni interne del Pd, che potrebbero alimentare le file di un civismo riformista, ambientalista e di sinistra.

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