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mercoledì, Dicembre 11, 2024

Licenziamenti, No alla logica dello scempio

L’incubo estivo, neppure più autunnale, delle ristrutturazioni aziendali e dei licenziamenti è iniziato. Dal 1° luglio il Governo ha dato lo sblocco al divieto di licenziare.

Per non aggiungere parole ad altre già ben espresse da altri, peschiamo due link interessanti tra i molti di giornata. Un pregevole articolo di Angelo Mastrandrea per l’Internazionale: https://www.internazionale.it/reportage/angelo-mastrandrea/2021/07/14/licenziamenti-italia e un post di RaiNews che riguarda una vertenza solo apparentemente sopita che potrebbe avere ricadute su Siena: https://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/whirlpool-azienda-annuncia-avvio-procedura-licenziamenti-8a778779-76d2-4df6-b889-a39701614043.html.

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Dalla Brianza alla Toscana, alla Campania. Troppi i segnali che non lasciano presagire nulla di buono. Chi lo paventava e chiedeva di mantenere il blocco dei licenziamenti aveva visto nel giusto.

Dopo un anno e mezzo di calvario della Pandemia, per centinaia di famiglie invece della “ripresa” inizia nel migliore dei casi la cassa integrazione straordinaria, nel peggiore l’avvio dei licenziamenti collettivi con la chiusura della fabbrica, se non il vero e proprio smantellamento dell’impianto manifatturiero.

Chiaramente ci sono ragioni comprensibili anche del comparto imprenditoriale. Inutile decantare la fine di un’azienda se non ha più una produzione e un mercato appetibili, tuttavia… Il simultaneo varo dei finanziamenti al PNRR deve imporre attenzione e sorveglianza. A un’azienda con un retaggio, in questo momento storico, non si può sostituire una newco o una start-up e far finta di nulla.

Latitano notizie positive da quei tavoli di concertazione fra pubblico e privato che dovrebbero sottostare al rilancio del Paese. Manca ancora quella certezza di impegni sugli investimenti dei privati nell’ambito del PNRR di cui ci parlava il nostro Gianfranco Antognoli sulla rubrica #finanzaedeconomia.

Quello che ci attendiamo di vedere nelle prossime ore, giorni e settimane è più simile a uno scempio. Insomma lo stato di salute dell’economia e del nostro manifatturiero è tutt’altro che felice. Ma è anche vero che la Pandemia ci ha insegnato che azzerare produzioni di merci strategiche solo perché più convenienti all’estero, è un delirio.

Qualcuno – di certo tocca al Governo di Mario Draghi – deve però fare in modo che questa crisi abbia effetti controllati. E la retorica del “siamo tutti sulla stessa barca” non basterà.

(Foto tratta dal portale Facebook di Cgil)

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