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lunedì, Aprile 29, 2024

Montomoli soffia sulle vele del Costone

Il Ceo di VisMederi annuncia gli obiettivi di stagione dei gialloverdi allenati da coach Tozzi

“Mamma si era abituata. Però non voleva rassegnarsi. Quando telefonava gente a casa che per fare la compìta cercava Antonio, gli rispondeva, aggiungendo sempre che però suo figlio si chiamava in altro modo”.

Pizzichiamo Emanuele Montomoli sul suo doppio avatar sui social. Comunica indifferentemente sull’uno e l’altro, ma diciamo che è Emanuele per politica, scienziati e trust economici (quindi diciamo per l’extra moenia) ed è Tony per goliardia, contrada, sport e Costone che con eguale gusto diffonde nel web. Probabilmente ha bisogno di questo (cfr. l’intra moenia) – la cena a casa Deledda deve esser stata memorabile – tanto quanto l’altro, perché, insieme a VisMederi, è il posto dove si ricarica.

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Qui lo troviamo, qui si appresta a parlarci del Costone, ora che il campionato di basket C maschile sta entrando nella fase calda, offrendo il derby senese finora negatoci. Checché la figlia Maria Grazia, pallavolista del Cus, gli dica che non ha mai fatto un giorno di sport in vita sua, lui si definisce uno sportivo contemplativo e un amante del basket giocato. Che continua a divertirlo. Cominciò a farlo, sotto casa, alla Magione, dove divenne Tony per gli amici – tutti certi che sarebbe divenuto un grand’uomo – e fu la Magione a portarlo al Costone.

Presidente una connessione che è divenuta identitaria quella tra VisMederi e Costone… Chi dice l’una intende l’altra. Da sempre…

“Sei in errore, perché in assoluto fu la Mens Sana la prima a essere sponsorizzata da VisMederi, quando a quattro anni dalla sua creazione decise di offrire un sostegno allo sport senese. Sulle maglie del 2014 sotto Gecom e Conad c’era anche il nostro simbolo. Ogni tanto glielo ricordo a Ondo Mengue che lui ha vestito con VisMederi sia il biancoverde che il gialloverde. Dopo quell’anno, Patrizia Morbidi, allora presidente del Costone, mi avvicinò di più ai gialloverdi che ricevettero solo cinquemila euro di semplice sostegno all’attività. La svolta c’è stata sette anni fa quando il Costone mi chiese formalmente di fare il Presidente”.

Sentimmo dire al direttore generale del Costone a metà stagione che non sono certo gli incassi di botteghino a permettere al Costone di essere quel che è sul campo…

“Mah, ringrazio Naldini per l’importanza che mi riconosce e per il fatto che sa di dover continuare a lavorare per gli obbiettivi. Effettivamente il Costone deve sempre equilibrare le proprie ambizioni con i costi che potrebbero sostenerle. Un campionato del genere può costare fino 150 mila euro e per noi la voce dei fondi Nas è in dare. Prendiamo qualcosa solo da Giacomo Ricci e Alessandro Nepi. Il nostro pubblico è quantificabile in una cinquantina larga di persone, più altrettante che per tesseramento hanno diritto ad essere presenti. Con i biglietti a otto euro sai quanti altri dovrebbero venire. Ma è una situazione comune a tutti. Solo quando le squadre giocheranno in strutture capaci di ospitare anche esercizi commerciali potranno dar luogo a percorsi importanti a livello finanziario e perseguire risultati agonistici superiori. Inoltre, il Costone non è solo VisMederi; in questa stagione ci hanno aiutato molti altri sponsor che hanno confermato la loro volontà di proseguire insieme: Banca Mediolanum, Terrecablate, Argiano, Simus ed altri. Per la prossima stagione abbiamo già un gruppo importante in uscita dalla serie A2 che ha manifestato interesse per aiutare la nostra crescita”.

Emanuele Montomoli, tra le sue passioni c’è quella di collezionare bottiglie di gin

Ci dice questo nel momento in cui tutte le squadre di questo campionato guardano al Costone come la squadra più forte e la più accreditata all’unica promozione nella B Interregionale.

“Senti, qui ci sono due risposte da dare; e vorrei darle entrambe. VisMederi al momento è quella che si definisce una “medium enterprise”. Se domani il Costone salirà ancora, la dirigenza sa benissimo che andranno trovate risorse altrove. Noi diamo molto al Costone oggi, ma posso immaginare che sia solo una parte di quello che sponsor con fatturati molto più importanti di VisMederi danno ad altre realtà. Credo che il roster che abbiamo messo in piedi dipenda molto dalla credibilità e dalla fiducia che tre persone in particolare sanno suscitare: Francesco Bonelli il diesse, Andrea Naldini il diggì e Maurizio Tozzi, il coach. Il resto è matematica. Non mi sorpresero qualche mese fa, quando mi chiamarono per dirmi che un giocatore di A2 voleva scendere di categoria per giocare da noi… Gli dissi che poteva esser solo Nasello. VisMederi in quei giorni stava cercando una figura professionale con caratteristiche precise, e lui quel lavoro lo aveva già fatto qualche anno prima in Gsk. Apprezzo tanto che alcuni di questi ragazzi sappiano guardare oltre il breve periodo professionistico dello sport”.

E riguardo la squadra più forte?

“Allora, inutile nascondersi, a inizio stagione ci faceva molta paura la sola evenienza di poter finire tra le non qualificate alla seconda fase, ed è anche per questo che abbiamo “investito” per un roster che obbiettivamente oggi può esser ritenuto il più ambizioso, insieme a quello di Prato. Era giusto per provare a conquistare almeno un trofeo che potesse essere alla nostra portata. Ora che abbiamo vinto la Coppa Toscana e siamo nella così detta poule promozione i nostri traguardi minimi sono raggiunti. D’ora in poi godremo di ciò che potrà darci ogni successiva singola partita e di sicuro l’appetito verrà mangiando. Inoltre vorrei aggiungere che la prima fase ha battezzato un’altra favorita, che è cresciuta nel rendimento, nell’intesa e nell’entusiasmo popolare che ha intorno. La Mens Sana, te lo dico con coscienza Duccio, al momento è di sicuro la squadra più accreditata per la promozione”.

Sedici agosto 2020 senza il tufo e il Palio in Piazza, ma…

Eccoci, Presidente, questo è uno scoprire gli altarini dei biancoverdi che già piangono a fronte della forza supposta delle ex squadre del Girone A. Non ha paura di riaccendere vecchie polemiche?

“Ci saranno due derby combattuti che voglio vivere tranquillamente. Anche se credo che le stracittadine saranno molte più di due. Per il primo, il 10 marzo, mi sono già fatto un programma. Mi metto il presidente Frati accanto – sai che oltre essere veri amici, ci siamo sposati lo stesso giorno, il 16 agosto 2020, giorno del Palio mancato – e ci godremo la partita assieme; per il derby al PalaEstra, probabilmente non potrò esserci, sarò in Asia dove ci sono luoghi in cui VisMederi ha raccolto stima e apprezzamenti. Anzi, se devo essere onesto mi brucia ancora, che non avendo potuto fare il Sindaco non potrò cercare di attirare questi centri internazionali nella nostra città come avevo promesso durante la campagna elettorale”.

Mi faccia un esempio…

“Te lo faccio volentieri, l’International Vaccine Institute, che è un ente sovranazionale con partner importantissimi come la Fondazione di Bill e Melinda Gates, ha aspettato per anni la possibilità di aprire una succursale in Europa: io ero in fase avanzata di trattativa per Siena, ma è passato troppo tempo e alla fine hanno deciso per Stoccolma dove stanno procedendo ad assumere in loco diverse unità di personale. Per capirsi… ci sono altre cose per cui arrabbiarsi davvero rispetto a partite che devono solo entusiasmarci e divertirci”.

Insomma la Mens Sana, parlando di Asia, la tocca ancora con i bastoncini… Ma non arrivavano anche dal Costone le istanze per creare un’unica squadra, davvero forte, che riportasse il basket che conta a Siena?

“Ho i miei dubbi che questo diventi possibile, tuttavia una cosa assieme il basket cittadino la potrebbe fare. Mi riferisco alla possibilità di allestire squadre di élite o eccellenza del settore giovanile che possano competere a livello nazionale, che possano prendere i migliori anche nel circondario e offrire loro davvero un’esperienza di alto livello sotto il marchio SIENA. Oggi non riusciamo a iscrivere squadre per tutti gli anni e talvolta siamo costretti a penalizzare un giovane facendolo competere a un livello che non lo impegna. Ecco si potrebbe cominciare da questo ed anni dopo vedere se c’è altro da inventarsi”.

Esiste nel Costone una dimensione oratorio e dipende da questa che vogliate schierare anche la squadra femminile e il baskin?

“Simbolicamente, quand’è il momento, il nostro raduno continuiamo a farlo al Ricreatorio. E lì viene naturale estendere le spiegazioni sulla nostra identità a chi si mostra interessato. A parte questo non c’è nulla di veramente condizionante. Per le squadre più rare nelle società, come quella femminile e il baskin, ce ne facciamo un gran vanto. In fondo il nostro scopo è che i giovani si avvicinino senza distinzioni allo sport e improntino la loro vita sui valori che lo sport elargisce. Anzi vorrei aggiungere che proprio per non salutarsi troppo presto con questi ragazzi a cui vogliamo soprattutto bene, mettiamo in campo anche una squadra di prima Divisione regionale. E a cominciare dal Baskin – dove vorrei ricordare che siamo stati anche sul trono d’Europa nell’ottobre 2018 – ci sono anche i risultati che ci premiano”.

Quando è stato aperto un dibattito sull’impiantistica, ha fatto sentire la sua voce. Ma il Costone non è messo bene con il suo PalaOrlandi?

“Noi paghiamo un affitto per utilizzare il PalaOrlandi – e siamo pronti a pagarlo al Comune per il PalaEstra se un giorno dovessimo avere necessità di maggior capienza – e comunque ci sono delle attività che sostengono la gestione della struttura, dal bar alle locazioni. Credo sia vero che non siamo messi peggio ma almeno abbiamo una struttura nostra seminuova che ci garantisce spazi adeguati per tutte le attività di cui abbiamo parlato prima. Temo anni bui per lo sport senese nel futuro prossimo. Per il PalaEstra che il Comune ha voluto prendersi in carico, commettendo a mio parere un errore grave, per il Rastrello per il quale non si può fare programmazione certa, per le piscine di Piazza d’Armi che, ristrutturate, vanno incontro a nuovi arretramenti, per altri campi e strutture non utilizzabili. Guarda, Duccio, un anno fa, il 1° maggio, mi ritrovai al ricreatorio del Costone per un pranzo con gli amici, e ad un certo punto arrivarono 4-5 studenti cinesi che provavano a giocare a basket. Mi dissero che quello era l’unico posto dove potevano fare attività sportiva in tutto il centro città, la bocca mi si fece amara – e meno male che la strada della politica la interruppi -, ed ancora non mi è passata”.

Altra pizzicatina, Emanuele Montomoli detto “Tony” non ha il pensiero perso nell’universalità della sua condizione, ma la sua città la conosce bene e sa dove toccare per esprimere i concetti che gli sono più cari. Ci ha promesso di dedicare presto altro tempo per il SienaPost. Ne approfitteremo di sicuro.

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