La Mens Sana batte il Pino Dragons 79-67 nell’incontro che valeva doppio
Note di Siena Mens Sana Basketball Siena – Enic Pino Dragons Firenze 79-67 (16-14, 33-31, 60-47)
NOTE DI SIENA: Brambilla ne, Pannini 8, Iozzi 9, Giorgi, Marrucci 11, Figus ne, Puccioni 2, Sabia 6, Cucini 4, Savelli ne, Prosek 22, Tognazzi 17. All.: Betti.
PINO FIRENZE: Santin 12, Marotta 7, Carducci 5, Morales Lopez 3, Corradossi 12, Castelli 9, Forzieri 12, Landi 7, Raggini ne, Balestra, Salvetti, Borsetti. All.: Miniati
Note: usciti 5f Marotta e Castelli
La capolista se ne va. “Lalalla là lalalla là” intona il Terrazzino dopo il canto della Verbena a fine partita. Vero, e anche due volte.
La Note di Siena Mens Sana non solo rimarca la propria superiorità in questo girone dove quattro dei sei punti persi ci s’è messa d’impegno per perderli, ma sa già di essere capolista nel girone che verrà, forse addirittura solitaria. Si porta infatti dietro dieci punti dei 12 a disposizione; la gola vorrebbe fossero addirittura di più, ma la matematica ci dice che Sancat – che oggi rischia ad Agliana – ha già un +1 nel doppio scontro con Pontedera.
Tante cose da dire. Intanto che Marco Crespi riporta a quattro cifre il pubblico del PalaEstra. Il nesso causale non è provabile perché c’era anche l’importanza dei due punti in palio, il fatto che si affrontassero prima e seconda, il fatto che sul parquet ci fossero il secondo (Tognazzi), terzo (Corradossi), quarto (Prosek) e settimo (Landi) della classifica cannonieri, oltre ai due attacchi più forti, il fatto infine che gli ospiti di turno in predicato di farsi schiacciare il capo a Siena fossero… fiorentini.
Però Crespi ha portato quel respiro di grandezza di cui Siena ha tanto bisogno. Dieci anni fa quando cronaca e realtà assillavano quotidianamente la Società e le avversarie si chiamavano Milano, Roma e Bologna, lui convertiva la rabbia in furore agonistico. Per essere una squadra di rimpiazzi che perse quasi subito (a dicembre) la sua stella (Hackett), lui la portò a vincere la supercoppa, perdere la Coppa con Sassari e lo scudetto con Milano lottando fino alla soglia dell’extra time, talvolta superandolo.
Lui con quel suo sorriso quasi timido è presente più volte nella giornata biancoverde a lui dedicata. Fino al parquet di inizio gara, quando racconta al pubblico di come abbia trovato giusto smettere di allenare dopo quella stagione così intensa, così unica, così piena di something different. In tanti ci hanno detto di essere lì per lui, anche semplicemente per rivederlo da metri di distanza. Grazie ancora Marco, grazie di cuore, grazie anche agli altri protagonisti di staff che ieri hanno voluto esserci.
Grazie anche per non aver fatto provare alla squadra la tensione da vigilia d’incontro. Quand’entrano i Pino Dragons, forse qualcuno dice “Ah, già!” distratto dai troppi eventi precedenti. Il pubblico è subito caldo: quanto la vogliamo questa vittoria!
Ragazzini terribili questi fiorentini. Con tutto il rispetto per chi li allena, talvolta indietro per i fondamentali, esempio ne siano i troppi reverse falliti o comunque il ripensamento con riapertura sull’esterno. C’è anche qualche chioccia, tipo Castelli, odiato dal pubblico per il suo gioco manesco sui portatori di palla mensanini. Quando abbassa il suo braccione, peso più accelerazione, valgono colpi da 60-70 chili.
Nei primi due minuti di gioco i Dragons vanno sul 4-0. E lì finisce la loro parte di partita in vantaggio; da quel momento Note di Siena sempre avanti, tuttavia senza strafare nei primi due quarti dove non va oltre il possesso pieno di vantaggio a sirena suonata. Le difese, tanta zona, hanno la prevalenza sugli attacchi. Tognazzi e Prosek, quelli che, nonostante le botte, sembrano divertirsi di più, si prendono oltre la metà dei canestri segnati. La Mens Sana dà l’impressione di essere superiore, ma quel gap che resta irrilevante determina ansia nei più pessimisti, in quanto l’esito di una gara in bilico è appunto… sempre in bilico.
Coach Betti, ma anche Innocenti e Toscano, sanno dare i suggerimenti giusti nella pausa di spogliatoio e i biancoverdi rientrano per fare un quarto da 27 a 16; addirittura meglio il 21-7 subito dopo l’intervallo che porta al massimo vantaggio, +16, sul 54-38. E’ il vantaggio determinante che vale la gara, perché poi i Dragons accentuano l’aggressività e le rotazioni; e rimontano qualcosa.
In questi frangenti che portano il gap alla cifra singola, si fa vedere Cucini che infila 4p in un amen e Iozzi, autore di 3 bombe su quattro tentativi. Con il suo lotta dura senza paura e le sue traiettorie che sfidano la geometria, anche Sabia trova meritato spazio sul tabellino. Glissiamo sullo “starting” perché ha i consueti meriti – ah, qualcuno vocifera sul fatto che potrebbero chiedere a Marrucci la sua disponibilità a un provino per il sequel dell’Uomo di acciaio – e salutiamo il ritorno di Puccioni, atteso come non mai. Tenuto sul parquet oltre venti minuti deve espellere tossine e le prossime due gare – assolutamente ininfluenti per la Note di Siena – sono l’ideale. Classe e grinta già ci sono.
Un momento, abbiamo detto ininfluenti la trasferta dai calzolai e l’ultima di girone coi non simpatici labronici del Don Bosco… Ripetiamo ininfluenti per i numeri, ma non da perdere. Per mantenere questo feeling crescente con il pubblico. E’ una tifoseria che ama la squadra cannibale, quella che avanti di venti, non s’accontenta e vuole andare avanti di trenta; e si butta a terra per recuperare palla.
Quando a marzo arriverà la certa sfida stracittadina con il Costone sarà viatico di grandi emozione e partecipazione. I gialloverdi sono pur sempre la squadra più blasonata e più attrezzata per l’unica promozione prevista alla B interregionale e il fioretto, finora usato tra dirigenze, diverrà uno sciabolone da arrembaggio.