Con la nomina di Galasso a direttore operativo tutto il “dietrolequinte” è andato a regime
La grandezza di una società si misura con diversi parametri. Uno di questi, forse importante quanto quello tecnico, è di sicuro l’aspetto organizzativo. Una società che aspira a essere vincente deve prima di tutto dotarsi di una struttura organizzativa seria. Che metta coloro che vanno in campo nelle migliori condizioni possibili per poter rendere al massimo.
Nella Mens Sana Basketball questa “responsabilità” è demandata in toto (o quasi) al Direttore Operativo, al secolo Arcangelo Galasso. Senese, figlio di Giuseppe Galasso e Lucia Masciulli, due colonne del basket cittadino. Giuseppe come dirigente sportivo e Lucia come Ufficiale di Gara, anche ad altissimo livello. Fratello di Martino, arbitro di serie A e di Rosy, istruttrice di Minibasket, adesso impegnata al Costone.
La sua militanza mensanina affonda in radici lontane. Non perché sia vecchio, tutt’altro. Ma solo perché gli anni passano per tutti e, allora, ricercando su google scappa fuori che nei primi anni 90’ vestiva la maglia biancoverde, prima di chiudere la carriera giovanile in Piazzetta Don Perucatti, con la maglia della Virtus Siena.
Da dirigente invece, la prima esperienza con la Mens Sana non è stata delle migliori. Addetto agli arbitri nella stagione 2018/19, quella che terminò a marzo, per i purtroppo noti guai economico/finanziari dell’allora Mens Sana Basket 1871.
Nel 2021 Arcangelo Galasso varca di nuovo la porta del PalaEstra, chiamato dal Direttore Generale della Academy Riccardo Caliani a ricoprire il ruolo di Dirigente Accompagnatore della prima squadra. L’estate scorsa poi il “passaggio” alla neonata Basketball, con il titolo di Direttore Operativo. Meritatissimo, stando almeno alla vox populi che ci arriva da varie fonti interne alla società.
Arcangelo Galasso, spiegaci nel dettaglio di cosa si occupa il Direttore Operativo in una squadra di basket…
“A battuta ti potrei dire che il direttore operativo si occupa di tutto ciò che non si vede finché le cose vanno bene. Si va dalla gestione del materiale tecnico alla gestione della logistica della foresteria, all’essere punto di riferimento per le varie esigenze del gruppo squadra e staff tecnico, alla gestione e programmazione degli orari degli allenamenti settimanali (che quest’anno nella prima parte dell’anno ha visto l’aggravio dell’indisponibilità del PalaEstra) compreso il presenziare agli stessi allenamenti, al rifornimento di tutto ciò che serve nel quotidiano, fino ad arrivare all’organizzazione e gestione delle partite interne e delle trasferte e alla gestione del pre-durante-post della partita”.
Per la prima volta (o quasi) dalla ripartenza del 2019 la Mens Sana quest’anno ha nel roster ben quattro “stranieri”. Raccontaceli, visti dal punto di vista di chi deve aiutarli a vivere bene nella nostra città.
“Certe organizzazioni partono da molto prima che si possa verificare la reale esigenza e questo è valso per la ricerca di un immobile che ci avrebbe consentito di poter ospitare anche forestieri come in effetti poi è accaduto. Ne sono arrivati ben quattro, persone speciali, mature nonostante la giovane età; quattro professionisti, davvero quattro bravi ragazzi, rispettosi ed educati che facilitano enormemente il mio compito che in primis deve fare in modo di risolvere eventuali problematiche o esigenze che potrebbero sorgere”.
Come hai “spiegato” Siena a Gianluca Prosek?
“Siena non si spiega, Siena arriva giorno dopo giorno dentro le vene”.
Con Coach Betti vi siete conosciuti l’estate scorsa oppure già vi conoscevate? E’ un luogo comune che gli allenatori siano dei “rompiscatole”: confermi che Paolo Betti sia l’eccezione che conferma la regola?
“Con Paolo personalmente ci siamo conosciuti la scorsa estate, salvo poi scoprire di aver giocato addirittura contro, con lui e Ale Magro militanti in una sempre coriacea Castelfiorentino nonostante i due anni di differenza. Persona splendida e corretta, unica, un professionista eccellente che ha saputo dal primo allenamento dare l’imprinting del suo credo alla squadra. Con lui si è creata una combo più unica che rara in quanto al giorno d’oggi è davvero difficile creare legami professionali veri e concreti. Una menzione speciale va fatta anche agli assistenti Innocenti e Toscano che insieme a Paolo stanno portando avanti un progetto tecnico di assoluto livello”.
Un altro dei tuoi “compiti” è quello di organizzare le trasferte. Non si parla di andare dall’altra parte del mondo ma al massimo dall’altra parte della Toscana. Eppure viaggiare bene, in tranquillità, è importante anche a questo livello…
“Esatto. Si va dalla scelta del mezzo di trasporto a quella dei generi alimentari e bevande post partita, al fissare l’orario della partenza con percorso ed eventuali soste”.
La prossima trasferta in ordine di tempo sarà San Vincenzo. A che ora si parte? Raccontaci il programma…
“Partenza fissata con pullman alle ore 14:15 per arrivo massimo a San Vincenzo alle 16:30 e fermata intermedia nei pressi di Piombino”.
Ci permettiamo di farti anche qualche domanda “extra”. Questa squadra sta disputando una stagione al di sopra delle aspettative. Qual è secondo te il segreto di questo cammino per ora (quasi) impeccabile?
“Intanto bisogna partire da lontano dando i giusti meriti al direttore Caliani per la scelta dell’allenatore e per aver allestito il roster giusto, venendo incontro alle idee del coach con un budget estremamente limitato e soprattutto incerto all’inizio della stagione; ed ovviamente meriti al progetto tecnico messo a terra dallo staff tecnico, interpretato alla perfezione da un gruppo coeso e affiatato di professionisti veri ed in primis bravi ragazzi, che hanno ben compreso cosa voglia dire la canotta biancoverde. Non a caso quest’anno gli allenamenti sono quattro settimanali nonostante ci siano alcuni giocatori che lavorano, mentre gli altri ne fanno almeno un paio anche la mattina, oltre al lavoro in palestra. Ma sono d’accordo con ciò che ha detto Riccardo Caliani in una recente intervista: conta tanto per i risultati in campo anche la gestione extra campo e devo dire che la Mens Sana presenta un’organizzazione di alto livello nonostante la serie sia ancora dilettantistica. In ultimo, non per importanza bensì tutt’altro, è l’incredibile affetto e supporto che i tifosi e tutte le persone che vogliono bene alla Mens Sana dimostrano ogni giorno, confermandolo in ogni gesto grande o piccolo che sia. L’ambiente è unito e compatto e permette di avanzare nel migliore dei modi possibile”.
Direttore Operativo per hobby o dopolavoro. Ma il tuo lavoro è ben altro. Raccontacelo e soprattutto dicci come riesci a conciliare lavoro, famiglia e Mens Sana?
“Come dico sempre… quando le cose si fanno con passione, la differenza la fa l’organizzazione per avere un equilibrio sostenibile. Nella vita sono un private banker e sono responsabile di tutta la provincia di Siena per FinecoBank, gestendo, sia direttamente che tramite un gruppo di specialisti, tutte le attività finalizzate alla crescita del brand di gruppo. Tutto questo però è possibile grazie al poter contare sempre sul costante supporto e sulla pazienza della mia compagna e dei miei figli, oltre alla possibilità di confrontarmi con mio fratello e mia sorella che ci sono sempre. Infine il rapporto che c’è con Riccardo Caliani che con la sua esperienza e presenza agevola tantissimo il mio operato quotidiano”.