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martedì, Maggio 7, 2024

Per San Silvestro un Sindaco della Cultura a Siena?

Pierluigi Piccini, ex sindaco, oggi ex capogruppo consiliare e leader intellettuale della lista di “apparente” minoranza Per Siena, in grande sincerità – https://pierluigipiccini.it/piccini-faro-domanda-al-santa-maria/ – conferma il proprio persistente interesse a candidarsi al ruolo di Presidente della Fondazione Santa Maria della Scala.

Nominato nell’estate 2021 – https://www.antennaradioesse.it/il-nuovo-cda-della-fondazione-santa-maria-della-scala/ -, il Cda della Fondazione ha avuto continui stravolgimenti, fino all’ultima dichiarazione di dimissioni – luglio 2023 – da parte di Francesco Boschi, anche se era considerato un “vicinissimo” al nuovo sindaco Nicoletta Fabio (https://www.lanazione.it/siena/cronaca/fondazione-santa-maria-della-scala-a-sorpresa-boschi-lascia-il-cda-da3a545d).

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A inizio anno – gennaio – erano entrati due nuovi consiglieri – Cecilia Mostardini e Paride Minervini (https://www.lanazione.it/siena/cronaca/cda-della-fondazione-santa-maria-entrano-minervini-e-mostardini-1.8479054) – che si erano impegnati per far segnare qualche punto a un consesso che in tre anni di attività solo di recente è riuscito a nominare il direttore generale (https://www.agenziaimpress.it/valdambrini-nominata-nuovo-direttore-del-santa-maria-della-scala-via-libera-dal-cda/) e cerca tuttora un dirigente per gli affari generali (https://www.radiosienatv.it/fondazione-santa-maria-della-scala-si-cerca-il-responsabile-degli-affari-generali/). E infine aggiungiamo che neanche il Comitato scientifico si è contraddistinto per essere durevole e immutabile.

Questa disaffezione al mantenimento delle poltrone del Santa Maria trasmette alla città segnali preoccupanti. Evidentemente o ci si rifiuta di prender responsabilità su alcune scelte o il ruolo, al momento onorifico, non è scevro da timori di contribuire a qualche default. Sono passati i tempi in cui con… dieci o venti milioni presi dagli utili Mps si sistemava tutto. Anzi, qui la liquidità crediamo che sia un problema frequente. Il repentino distacco da Opera, con il senno del poi da classificare come atto meramente autarchico, ha accentuato la necessità di finanza da parte della Fondazione che da Sigerico ha ottenuto introiti solo apparentemente maggiori ma di fatto risultati gestionali neanche paragonabili a quelli avuti con Opera.

In questo senso ben venga la candidatura di Piccini che dai tempi dell’Ilaud e dei colloqui con l’architetto Canali, cose cioè dell’altro secolo, sembra aver sempre avuto una chiarezza di idee su quel che Siena poteva attendersi di avere dal Santa Maria. Come andrà a finire lo vedremo di qui al 31 dicembre, giorno di scadenza naturale del CdA. Crediamo nell’attesa che, a meno di chiarimenti importanti, dati da balcone a balcone con vista mare, siamo al “fine corsa” per Lucia Cresti, attuale presidente della Fondazione S.Maria ed ex assessore alla Cultura della fugace giunta Ceccuzzi.

Che dire? Che Piccini, nella povertà di gente capace di assumersi responsabilità in questa città, potrebbe essere un nome che l’autorità nominante – il Sindaco – dovrà considerare. E’ una sua legittima aspettativa, sostanziata da contenuti reali, dove l’unico neo è rappresentato da una sua supposta responsabilità in quella deficitaria gestione delle Papesse, che portò il centro espositivo alla chiusura. Aspettativa per altro da tempo in campo, persino da prima che De Mossi desse davvero vita alla Fondazione.

Le altre cose da dire sono di tipo “politico” e prescindono dai meriti di Piccini che al momento esclude di avere già in mano la designazione e che si ripromette di conquistarla sul campo attraverso i punti di curriculum. Non abbiamo difficoltà alcuna a credere sulla bontà dei suoi requisiti, ma quel che vogliamo esprimere attiene semmai al retaggio del medesimo e alla collocazione nello scacchiere che ha assunto da quando si cimenta per determinare la guida amministrativa della città. In altre parole, tanto la Presidenza del Santa Maria che quella del Consiglio Comunale erano alla portata del Polo Civico Senese se Pacciani avesse fatto una chiara dichiarazione di voto al ballottaggio per Nicoletta Fabio. Ma non l’ha fatta.

Quindi, ma anche Piccini lo sa, naturalmente, la politica qui c’entra e continuerà ad entrarci. Come minimo si dovrà parlare di sostegno aperto alla maggioranza di centrodestra, se non addirittura di un ingresso formale in maggioranza che metterà fine a molti proponimenti civici in passato professati. E le aspettative dell’ex sindaco dovranno fare i conti con i desideri degli altri. E proprio questi ultimi – quelli della nuova classe dominante della città – saranno interessanti da capire.

Un tempo i desideri individuali troppo marcati non venivano esauditi proprio per la loro insistenza… Vedremo… Perché punire chi si esprime con trasparenza e chiarezza? E poi è tutto da vedere se il sindaco attuale farà così, anche solo per rimarcare la distanza da ciò che il sindaco precedente non ha fatto.

Tuttavia, se ciò avvenisse, se cioè la Fabio ritenesse davvero di aver bisogno dei servizi di Piccini da dargli un ruolo equiparabile a “Sindaco della Cultura”, le contraddizioni non sarebbero tanto per Pacciani e i suoi elettori – come qualche amico ingenuamente ha scritto – ma sarebbero proprio all’interno delle forze di maggioranza, almeno di quelle che hanno sempre fatto della distanza da Piccini una cartina di tornasole e che oggi dovrebbero spiegare cosa è davvero cambiato.

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