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giovedì, Aprile 18, 2024

Quando a teatro il divertimento è solidarietà

Quattro serate di divertimento ai Rinnovati per tornare a fare del bene. I fondi raccolti saranno devoluti a varie associazioni no profit del Senese.

Al Teatro comunale di piazza del Campo il Gruppo Teatrale La Sveglia metterà in scena “E’ una caratteristica di famiglia”, commedia brillante di Ray Cooney, traduzione di Maria Teresa Petruzzi per gentile concessione della MTP Associati di Roma.

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Sarà rappresentata i giorni 25-28 maggio alle ore 21:00. Per prenotazioni e biglietti il pubblico potrà rivolgersi ai rappresentanti delle associazioni no profit coinvolte. Ogni serata avrà una propria associazione beneficata.

Mercoledì 25 maggio il Progetto Intercontradaiolo “La Città dei mestieri” (mail vannamiche@gmail.com, ombrettasanelli@gmail.com, 339-6422545, 347-2296684). Giovedì 26 maggio l’Associazione Per.La (info@perlaltro.it, 339-3834800 Mariella, 347-5944957 Barbara) e Cuamm- Jenga Insieme (mail postmaster@jengainsieme.org, 339-1261371 Giovanna, 338-2810464 Stefano). Venerdì 27 maggio gli Amici di Monastero (mail giuliguerrini@gmail.com, 331-4321773) e il Gruppo Rafiki (info@grupporafiki.org, 338-8676794). Sabato 28 maggio, l’Associazione Pubblica Assistenza di Siena (benedetta.benve@gmail.com, 348-3550077).

La cittadinanza è fortemente invitata dagli organizzatori a venire a divertirsi e sostenere i progetti per il terzo settore e la cooperazione decentrata internazionale.

Il dottor Stefano Zani, membro del consiglio direttivo di Jenga Insieme e responsabile Progetti per Cuamm, è venuto in redazione a caldeggiare la presenza a tutte le serate ma in particolare a quella del 26 maggio.

Caro dottor Zani, cosa farete con le risorse che vi arriveranno dalla rappresentazione?

“Daremo continuità al progetto di rinforzo e sviluppo della neonatologia all’ospedale di Aber nel distretto di Oyam in Uganda dove siamo presenti dal 2012”.

Ci stava dicendo che con quest’ultimo sforzo il progetto diverrà autosostenibile con un’uscita graduale del sostegno in due tre anni. Ce ne parli…

“Dal 2012 l’intervento di sostegno alla neonatologia è passato dal non avere una struttura di riferimento per i neonati patologici all’ospedale di Aber che è centro di riferimento per tutto il distretto di Oyam – 850 mila persone – alla costruzione di una unità neonatale organizzata secondo i criteri della Kangaroo Mother Care, cioè consistente nella non separazione di madre e neonato se non in condizioni di estrema gravità o instabilità materna e/o neonatale. All’ospedale di Aber avvengono circa tremila parti l’anno e sono riferiti allo stesso ospedale circa duecento neonati patologici dalle unità sanitarie periferiche per un totale di circa 480 neonati patologici l’anno ammessi nella nuova unità neonatale”.

“Questo percorso di conoscenza del neonato – riprende Zani – è passato attraverso la formazione specifica in quest’ambito del personale locale ugandese che ha portato a un riconoscimento anche da parte dell’Hospital Management Team dell’importanza di questa specialistica come un circolo virtuoso verso la ricerca della qualità in ambito sanitario. Tutto il materiale della formazione è stato a piene mani utilizzato e rispondeva ai criteri Oms riconosciuti a livello internazionale”.

Chi si sta impegnando in questo progetto di cooperazione?

Il Cuamm-Medici con l’Africa e la Regione Toscana come Centro salute globale. Il Cuamm è una ong patavina che ha attualmente presidi in otto paesi dell’Africa Subsahariana e che ha delegazioni in Toscana a Siena, Firenze e Pisa in coincidenza degli ospedali universitari. La riuscita dei progetti dipende molto dai c.d. determinanti della salute che sono anche la burocrazia statale e varie situazioni che troviamo sul posto. Il progetto di Aber è in assoluto uno dei primi a rendersi autosostenibile”.

Stefano, la tua storia con l’Africa è di lunga data e non si è mai interrotta…

“E’ iniziata nel 1986, quando, fresco di laurea, con mia moglie Barbara Tomasini, oggi primario della TIN dell’Aous, mi recai alla maternità di Nkubu, sulla strada fra Nairobi e Nyeri. Lì passammo due anni prima di far ritorno a Siena e prendere collocazione nelle strutture sanitarie. Il nostro legame con il Cuamm non si è mai reciso e ci siamo impegnati negli anni per il Kenya e l’Uganda. Ricordo in particolare il progetto di censimento delle disabilità minorili con il Saint Martin Csa di Nyahururu, poi l’ospedale di North Kinangop Catholic Hospital per un progetto direttamente seguito dalla nostra Aous e a Nairobi le iniziative con il Ruaraka Uhai Neema Hospital della Ong World Friend Onlus di Gianfranco Morino che, oltre ad essere un amico, è un mito per tutti i sanitari italiani che operano in Kenya. Dal 2012, poi, siamo stati coinvolti anche in Uganda tanto sul territorio che nella capitale Kampala”.

Stefano Zani

Domanda corta ma ricca di significati: perché l’Africa?

“Devo dire che l’Africa mi ha dato tanto e che la piccola preposizione “CON” sintetizza bene la peculiarità dei Medici con l’Africa-Cuamm e, secondo me, è il segreto dei successi e dello sviluppo sostenibile in ambito della cooperazione sanitaria internazionale. Il Cuamm non si impegna su scenari di urgenza bellica, ma collabora con il sistema sanitario locale, sia il privato no profit che il pubblico, recepisce le richieste e le attua in collaborazione con risorse locali”.

Ringraziamo ora gli amici che verranno a ridere e sottoscrivere il 26 maggio?

“Premesso che voglio salutarli di persona tutti in teatro, so che non ci faranno mancare il loro appoggio e sostegno l’Associazione delle Coccinelle, la mia contrada del Valdimontone, la contrada Capitana dell’Onda, cui appartiene il nostro presidente Paolo Rossi che sarà anche attore sul palcoscenico, tutti i colleghi dell’ospedale, le associazioni della Misericordia e della Pubblica Assistenza. Confido molto anche in parenti, conoscenti e amici: lo spettacolo è sicuro e il fine è moralmente rilevante”.

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