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lunedì, Maggio 6, 2024

Quando, dimmi quando Mens Sana – VIDEO

Il ritorno di oltre mille spettatori al PalaEstra riaccende la smania di grandezza della tifoseria Mens Sana

E’ stata una gran bella serata. Punto. Per i tifosi della Mens Sana, certo. Per i giocatori della Mens Sana, certo. Per la società biancoverde, certo.

Ma crediamo che la serata sia stata veramente bella a prescindere dal fatto di avere più o meno nel cuore o nelle maglie il brand Mens Sana. Perché era dai due derby dello scorso anno che al PalaEstra non si vedevano oltre 1000 spettatori, in una partita di serie C. Lo scriviamo due volte. In una partita di serie C…

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Provocatoriamente potremmo dire, magari sbagliando ma poi non così di molto, che c’erano più persone al PalaEstra per Note di Siena Mens Sana Basketball – Enic Pino Dragons Firenze, che in tutte le altre palestre delle altre partite giocate in questo turno di serie C…

C’era Marco Crespi, un amico più che un ex allenatore. Accolto da Re, pur paradossalmente, essendo l’unico allenatore a non aver vinto almeno uno scudetto dal 2003 al 2014. Ha vinto una Supercoppa Italiana, ma quello che più conta, ha lottato per la Mens Sana, ha difeso i suoi giocatori ed il suo popolo. Ha regalato – e si è regalato – un sogno. E molto spesso le emozioni contano più dei trofei. Quelle almeno un burocrate della Lega non potrà mai togliercele.

Era emozionato Marco Crespi. Lo si è letto nelle sue parole e visto sul suo viso, molto più “barbuto” di quando sedeva sulla panchina biancoverde. Erano emozionati tutti e 1040 gli spettatori del PalaEstra, e lo si è visto quando per oltre un minuto le loro mani si sono mosse da sole, applaudendo il coach dello #somethingdifferent.

Quando siete incerti, ascoltate Crespi e andate a leggervi chi era Othello Hunter

Something different (senza #) è anche ciò che la Mens Sana è oggi rispetto a dieci anni fa. Una società che ha cambiato pelle più volte, che ha attraversato mille peripezie. Che ha rischiato di scomparire almeno due volte, che è rinata dalle proprie ceneri. Ma che ha conservato la capacità di colpire dritto al cuore i propri tifosi, per i quali la Fede non ha categoria.

Sabato sera al PalaEstra si sono riviste tante persone che magari non venivano da tempo, attratte dall’evento magari. Ma crediamo che si siano divertite e chissà, potrebbero anche tornare senza l’evento. Semplicemente per sostenere una squadra che sta onorando quella maglia.

Come a suo tempo hanno fatto Tomas Ress, Othello Hunter e Matt Janning.

Sabato sera, se un alieno fosse sbarcato per caso al PalaEstra, di sicuro non avrebbe pensato di assistere ad una gara di serie C Toscana. Magari neppure di essere in Finale Scudetto, ma la passione e l’organizzazione che c’è attorno all’evento-partita della Mens Sana non è da serie C.

Meriterebbe palcoscenici diversi. E stato detto tante volte, forse anche troppe. La domanda da farsi adesso invece è: tra quanto potremmo smettere di parlare di palcoscenici diversi semplicemente perché già raggiunti?

Domanda alla quale al momento nessuno può dare una risposta certa. Neppure il Presidente Frati, che sta lavorando ad un progetto sostenibile insieme al Direttore Generale Caliani ed a tutta la compagine sociale, ma che ancora forse non è pronta per fare il salto, quantomeno non quello che aprirebbe le porte ad un ritorno in campionati nazionali.

In molti tifosi biancoverdi si legge però la grande voglia di competere e di provare a salire di categoria, visto il cammino della squadra fino ad oggi. Irrazionalmente pensarci può dare gioia, ma razionalmente ci sono squadre ben più ricche ed attrezzate.

Ricordiamo per esempio un’intervista al diggì costoniano Andrea Naldini, fatta da Francesco Giusti per Gazzetta di Siena, quando afferma – minuto 1’50” e successivi – che grazie alla prodigalità dello sponsor Vismederi l’incasso spettatori e i mancati incassi non sono elementi che mettono in difficoltà il Costone.

E d’altronde non si può neppure rinnegare l’obiettivo di partenza, la genesi di questa stagione, l’evoluzione della società. L’obbligo di non avere quella fretta che in passato è stata nemica della Mens Sana.

Però se la squadra continuerà a lottare come sta facendo, qualche soddisfazione potrà ancora togliersela. Vendendo cara la pelle e facendo valere “The importance of being Mens Sana”. Quell’atmosfera magica che il PalaEstra continua a saper creare per le grandi occasioni. E che può fare la differenza, colmando quel divario tecnico e fisico che forse c’è con qualche competitor dell’altro girone.

La serie B2 – o C Gold mascherata come qualcuno la chiama -, non sembra poi così inarrivabile in termini organizzativi e logistici. Questo, forse, potrebbe essere il primo prossimo obiettivo, ma non di certo l’Obiettivo (con la O maiuscola), perché una società così deve per forza aspirare a qualcosa di più. Con calma, senza fretta. Programmando e non arrancando.

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