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venerdì, Dicembre 13, 2024

Siena futura in una città aperta

Riceviamo e volentieri pubblichiamo un contributo originale di Claudia Cardone, esperto OCSE per le Politiche di Innovazione, Esperto CRUI, QUACNG, ANVUR per i Sistemi AQ.

La città di Siena si è connotata nella sua storia passata per un alto tasso di innovazione. Da quella urbanistica e territoriale, che ne ha fatto una delle province con il miglior equilibrio fra sviluppo e territorio – si ricordi il Costituto senese del 1309, il primo regolamento urbanistico codificato in Europa – a quella artistica, da Duccio a Beccafumi con eccellenze assolute, a quella finanziaria, che ne ha fatto uno dei soggetti economici più importanti in Europa per alcuni secoli, fino alla fondazione della banca che è arrivata ai giorni nostri.

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Se è vero che la tradizione è un’innovazione di successo, il trasferimento del suo know-how, la formazione delle competenze che essa richiede, l’occupazione che ne deriva e il suo posizionamento sul mercato, sono la chiave di quel successo. Questo processo si sviluppa laddove i territori attivano politiche in cui si incrociano domanda e offerta di innovazione, ove le esigenze delle aziende, dei lavoratori e degli abitanti di quel territorio -le parti sociali – siano di stimolo alla ricerca di centri e di atenei e alla creazione di reti di conoscenze che favoriscano la crescita, il benessere e quindi il progresso.

Il Monte dei Paschi è stato, negli ultimi 50 anni, il polo di attrazione di gran parte delle risorse umane senesi, garantendo un lavoro sicuro, ben remunerato e gratificante a livello sociale. Così non è più, non solo per la recente gravissima crisi, ma anche per il ridotto appeal che il lavoro in banca esercita sui giovani.

Si aprono settori totalmente nuovi, grazie soprattutto allo sviluppo delle tecnologie digitali, che conducono a scenari di servizi avanzati innovativi, applicabili a tutte le attività e promotori, a breve, di nuova occupazione ad alta qualificazione.

Gli assi portanti dell’economia e dello sviluppo senese sono legati all’innovazione e alla ricerca: le biotecnologie, l’agroalimentare di qualità, il manifatturiero avanzato (meccatronica), il turismo, il terziario innovativo. Tuttavia si aprono oggi ambiti totalmente nuovi, grazie soprattutto allo sviluppo delle tecnologie digitali, che conducono a scenari di servizi avanzati innovativi e portatori di nuova occupazione ad alta qualificazione

Rispetto a ciò l’Università di Siena ha colto la sfida promuovendo, grazie alla presenza del TLS, diverse start-up e spin off. Molte di queste detengono attività integrate di ricerca e sviluppo attorno a progetti innovativi; innovazioni tecnologiche a pieno titolo, generate da aziende la cui presenza sul mercato nazionale e internazionale deve passare nell’immediato futuro dal livello di start-up a quello di stay-up, laddove ciò significa che il processo da cui hanno avuto origine deve implementarne lo sviluppo futuro, garantendo il loro radicamento nel territorio e promuovendo un sistema di imprese di eccellenze che diventi la spina dorsale nella nostra provincia.

Ciò può essere svolto attraverso l’attivazione di quei processi tramite i quali la scienza, la tecnologia e l’innovazione possano contribuire ad aumentare la conoscenza, la crescita della produttività, le ‘performance’ economiche, la creazione di posti di lavoro e lo sviluppo sostenibile.

La realizzazione di politiche di “innovazione aperta” – Open innovation è un approccio all’innovazione in base al quale le imprese si basano anche su idee, risorse e competenze tecnologiche che arrivano dall’esterno. Il termine è stato coniato dall’economista statunitense Henry Chesbrough, nel saggio The era of open innovation, 20031 -, mirate alla creazione di un distretto tecnologico-industriale in grado di generare concreti impatti su attrattività e sviluppo economico del territorio non può, quindi, prescindere dal consolidamento delle start-up high tech ad alto potenziale di crescita e dal supporto alle PMI innovative, già presenti sul territorio.

Il primo obiettivo operativo di tale distretto dovrà essere, di conseguenza, lo sviluppo di una piattaforma, aperta e inclusiva, per la digitalizzazione delle piccole e medie imprese locali, che individui e condivida:

•             competenze specifiche presenti nelle start-up incubate;

•             eccellenze detenute dall’Ateneo senese e percorsi di studio di alta formazione in ambito agroalimentare, nutraceutico, enologico, economico, elettronico, robotico, informatico, turistico-museale-paesaggistico (in collaborazione con le Università toscane e le Scuole di Alta Formazione);

•             tecnologie digitali avanzate;

•             collaborazioni con PMI del settore dell’agroalimentare di qualità, meccatronica, turismo, terziario innovativo, oltre che con quelle del settore biotecnologico;

•             collaborazioni con le imprese high-tech del settore ICT.

La trasformazione digitale dovrà quindi diventare un’opportunità per:

●             le imprese, che potranno innovare i propri modelli di business, essere più efficienti nella produzione industriale, riducendo anche i propri costi;

●             le start-up, che attraverso la piattaforma potranno collaborare in tempo reale con importanti imprese ICT e nel contempo offrire i propri servizi high-tech alle PMI locali, garantendosi quella maturazione necessaria al proprio stay-up;

●             la nostra Università che, attraverso nuovi percorsi di studio virtuosi e mirati, potrà formare quelle professionalità che il valore della tradizione e del tessuto socioeconomico senese richiede, diventando così l’asse portante dello sviluppo della rete delle eccellenze di Siena.

La città futura deve partire, quindi, dal dialogo dell’Università, delle imprese, incluse le piccole aziende innovative e le start-up, con la sua gente, con i suoi giovani e fondersi in un’azione energica e unitaria, in un sistema Siena che veda l’Amministrazione Comunale come elemento di sintesi e coordinamento, in cui si possano rispecchiare, in chiave innovativa, le tradizioni della città e le esigenze culturali e professionali dei suoi abitanti.

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