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giovedì, Aprile 25, 2024

Valore delle accoppiate, cosa è cambiato

Siamo dopo la quarta prova, mezzo Palio è alle spalle, i cavalli che salgono/scendono sono già evidenziati. E il “rinforzino” di una volta è precluso dalle analisi del sangue. O comunque sono chiari gli elementi che possono portare a mettere punti esclamativi o punti interrogativi sulle prestazioni del cavallo. L’unica incertezza – anche qui tema di punti interrogativi/esclamativi – è se il cavallo di fatto ha provato tutte le condizioni tecniche che la Piazza propone.

Quindi l’elemento che più oscilla delle accoppiate ora sono i fantini. Facile dare un valore (1-5) che tenga conto della loro storia e soprattutto a ciò che hanno fatto finora in questa carriera.

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Ma il secondo parametro per loro è più difficile: la testa dei fantini.

Mettiamo pure che il Palio moderno sia dei fantini – oggi se ne fa tanto parlare – ma se vale quest’affermazione a nostro parere essa ha una durata temporale, e cioè fino a qui. Ora, in questo momento.

Il prima che c’è stato, è stato in gran parte modellato dai fantini, la scelta dei cavalli, determinate certezze che avevano e che erano ignote in parte ai dirigenti, il valzer delle monte con capacità di lettura di quelle contrade che non avevano scelta che portarsi a casa una monta quotata, le chiusure.

Ma ora che questo è passato, si ritorna ad alcuni aspetti tradizionali del Palio che conoscevamo, in primis l’assillo di mantenersi una buona prospettiva. L’ora va letto con il dopo. Sempre. A questo si aggiunge il crescente dubbio sulla bontà della scelta – che genera disagio – e quanto la medesima possa incidere sui Palii del domani, la prospettiva.

Ogni fantino è chiaro che non vuol cascare ma, se lo fa, vuol cadere in piedi: la valuta della prospettiva è quantomai importante nel Palio.

Altro aspetto è il peso della scelta fatta, la fisicità dell’aspettativa che ora ha un peso considerabile e anche la capacità di condividere questa scelta.

La mossa della terza prova

Per quanto le dirigenze possano esser state eventualmente ingenue e sprovvedute fino a questo momento, va chiarito che sono anche composte da imprenditori e professionisti, abituati alla leadership, depositari di una responsabilità verso un popolo cui stasera, da ciascun concone, dovranno render conto dicendo qualcosa di significativo sull’impegno che sarà… l’indomani… davanti a tutta Siena.

Ci sta che a questo punto il fantino avrà maturato una consapevolezza e un’idea del Palio che potrà fare, ma qualunque sia il suo pensiero, ora dovrà condividere e far proprio l’impegno della dirigenza. Quindi, vestendo stasera il giubbetto per la prima volta fuori piazza, alla cena, sarà evidente che ciascuno dovrà simbolicamente vestire un abito che probabilmente non sente della propria foggia.

A partire da questo momento è solo. Molti fantini non percepiranno il futuro importante affiancamento delle dirigenze per quel che è, ma lo sentiranno come un accerchiamento. Il peso poi aumenterà fino alla segnatura con il contatto con i contradaioli. Va da se che gli auguri e gli incitamenti di qualche figura più popolare spesso suoni alle loro orecchie con la sua effettiva drammaticità: “Qui sei, e qui dovrai tornare. Tranquillo ti ci portiamo noi”. E non aiuterà neanche la telefonata alla moglie o alla fidanzata a casa: dove un’eventuale riferimento in codice confermerà che domani sera qualche prestazione in più potrà esser remunerata. Altra opportunità, altra responsabilità.

La testa dei fantini. Qui si annida già l’eventuale errore e l’eventuale errata valutazione che potranno verificarsi. Voti più alti (1-5) su questo parametro a chi non sa nulla, a chi ha capacità di gestire l’emotivo e a chi non ha responsabilità evidenti.

E ora torniamo a guardare cosa hanno aggiunto le ultime due prove.

Tempi della mossa e allineamenti – Le entrate di Chiocciola ieri e Valdimontone oggi sono state indecise, forse mediocri, e quindi rimane aperto il dubbio su quanto Bircolotti sia disposto a invecchiare l’abbassamento. Gli allineamenti invece sono migliorati: perfetto quello mattutino con il Bruco tuttavia sul secondo canape, cinque a posto e cinque no ieri sera, ma si trattava di semplice inversione fra le prime due e le ultime tre ai canapi.

Il lavoro delle stalle – Di speroni non ne abbiamo sentore, ma forse non servono. Tutti i cavalli con forse l’eccezione del Leocorno si impegnano bene e volontariamente. Il Bruco ieri sera, la stessa contrada con Torre e Leocorno stamani, hanno indossato i paraombre laterali. La Lupa continua con quello frontale. I cavalli erano e restano tutti belli. Ci sono molte risposte per l’headshaking di Uragano Rosso; ritenendo impossibile che avvenga perché una superstalla come quella del Bruco abbia messo male i finimenti, riteniamo che la risposta evidenzi un disagio provocato da frustrazione o stress. Aggiungiamo la paura per le impennate di Vankook, cavallo che forse rivedremo e forse no… Le dichiarazioni del sindaco che ha preso l’iniziativa di mandare i veterinari nel Castellare sono tranquillizzanti e anche sibilline. Qual è il problema? Una feritina da caduta che deve rimarginarsi?

La mossa della Quarta prova

Dentro i canapi – Peggiorata sicuramente la Civetta, oggi esentata, cui si uniscono voci di Grandine se mai tornerà. In difficoltà il Bruco. Non darei peso alle incertezze del Leocorno di ieri dove si capiva chiaramente che Coghe aveva intenzione di provare. Rimane dov’era la Chiocciola che stamani ha provato anche l’ebbrezza di un rincalcone alla staccionata dalla Lupa che l’ha sovrastata in fisicità. E mentre Civetta e Leocorno si guardano appena, ci è sembrata più scenica e isterica che motivata da questioni reali la reazione dell’Istrice alla vicinanza con la Lupa. C’è un prima tra loro? La città parla animosamente di Fucecchio, ma è un aspetto che giudichiamo non rilevante. Farsi rispettare è importante, ma in omaggio a quell’amore comune per la Festa, chiederemmo ai fantini di comprendere che quel che hanno visto i contradaioli in Piazza poteva portare a lunghi disordini sull’asse nord della Carraia maggiore.

A canapi abbassati – Istrice e Torre stanno brillando, se non scintillando. La Pantera più di loro. E anche la Lupa non ci dispiace quando copre per vie esterne. Bene il Drago, migliorato il Leocorno. La Chiocciola quando riesce a dar briglia fa davvero paura, il Valdimontone un po’ meno. Sul Bruco stanno lavorando benino (ma devono finire), per la Civetta giudizio sospeso: ci sono troppe cose da vedere ancora.

Oggi quindi chiudiamo proponendovi uno schemino: A il cavallo quant’è cresciuto e si è ambientato, B quante situazioni tecniche ha affrontato il cavallo, C il fantino chi è e quanto ha lavorato, D quale potrebbe essere lo stato di pressione del fantino.

Non sono tutti i parametri che creano la valutazione di probabilità di vittoria (per esempio non c’è la forza del cavallo, ma abbiamo pubblicato ieri un bel servizio sugli insanguamenti – Viso d’Angelo con il sangue di Ribot e War Admiral – SienaPost), ma soltanto quelli che indicano lo status delle accoppiate. Oggi ne escono abbastanza bene la Pantera, la Torre, l’Istrice, il Drago, la Lupa e sufficientemente il Bruco e la Chiocciola, sale il Leocorno, scende il Valdimontone, ingiudicabile la Civetta.

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