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venerdì, Gennaio 31, 2025

Chianciano Terme, nel Giorno della Memoria la storia di Giuditta

Un momento di letteratura per insegnare ai giovani l’importanza di ricordare

A Chianciano Terme, il Giorno della Memoria diventa un’occasione per riflettere sull’importanza di ricordare e per stimolare le coscienze, in particolare quelle dei più giovani. L’iniziativa promossa dal Comune coinvolge gli studenti della Scuola Secondaria di Primo Grado e si apre a tutta la comunità, con l’intento di non dimenticare mai le tragedie della Shoah e delle persecuzioni del passato. La memoria storica non è solo un esercizio intellettuale, ma un bisogno urgente in un mondo che continua a vivere tragedie legate a odio, intolleranza e violenza. Celebrare questa giornata significa non solo ricordare ciò che è stato, ma agire affinché queste atrocità non si ripetano.

Uno degli strumenti scelti per trasmettere questo messaggio ai giovani è il romanzo di Francesco D’Adamo, “Giuditta e l’orecchio del diavolo”. Ambientato nell’autunno del 1944, racconta la storia di Giuditta, una bambina cieca scampata alla deportazione della sua famiglia. La piccola viene accolta da una comunità partigiana che, tra le montagne, resiste all’occupazione nazista. Giuditta, con il suo straordinario intuito, diventa un simbolo di resilienza e speranza. Il luogo misterioso conosciuto come “l’orecchio del diavolo”, una fenditura nella roccia capace di amplificare i suoni, permette a Giuditta di captare movimenti nemici e di avvertire i partigiani in tempo per salvarsi. Attraverso questa narrazione, il libro affronta temi complessi come la guerra, la persecuzione e la discriminazione, ma lascia spazio anche al calore umano, alla solidarietà e alla possibilità di resistere al male.

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Il Giorno della Memoria, istituito per ricordare le vittime dell’Olocausto e di tutte le persecuzioni razziali, trova nel libro di D’Adamo un perfetto alleato. La storia di Giuditta non si limita a evocare il passato, ma invita a riflettere sul presente. Le tragedie narrate non sono solo un monito, ma un richiamo alla responsabilità personale e collettiva di costruire un mondo più giusto. La narrazione, semplice ma profonda, permette ai giovani lettori di avvicinarsi a eventi così tragici senza paura, ma con la consapevolezza che ognuno può fare la differenza. Questo rende “Giuditta e l’orecchio del diavolo” non solo un romanzo storico, ma un messaggio universale di coraggio e speranza.

Ricordare significa riconoscere l’importanza del passato per affrontare il futuro. In questo senso, iniziative come quella di Chianciano sono fondamentali: non solo per trasmettere conoscenze, ma per formare cittadini consapevoli. La memoria, come dimostra la storia di Giuditta, non è mai fine a sé stessa. È un atto di resistenza contro l’oblio, una testimonianza che parla a chi ha il coraggio di ascoltare e di scegliere, ogni giorno, di fare la cosa giusta.

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