L’Amministrazione di Viareggio ha deciso, con l’approvazione di uno specifico atto d’indirizzo il passaggio della Ciclovia Tirrenica nel tratto che attraversa la zona detta Lecciona e che dovrebbe sostituire il viottolo che esiste almeno fin da quando io ero piccolino.
Si dice che ciò è necessario per renderla fruibile a tutti, per poterla toccare. Su Wikipedia si legge che la spiaggia della Lecciona preserva ancora il suo stato naturale senza modificazioni antropiche e con dune ricoperte con vegetazione pioniera che ne consente il consolidamento… Nel 2007-2008 sono state ripristinate le zone umide e paludose tra le dune e la pineta… L’area della Lecciona è inserita nel parco Migliarino San Rossore con lo status di Riserva Naturale in virtù della normativa europea “Rete natura 2000” e rientra nei 64 siti toscani indicati a tutela integrale.
Non ci vuole un grande scienziato per capire che la sistemazione del viottolo, già di per sé invasiva proprio per la tipologia e le caratteristiche dell’area, rischia di accelerare oltre modo e senza filtri né regole una incredibile presenza di massa: essendo poi un progetto di ciclovia si dovranno garantire i servizi essenziali lungo il percorso.
E’ stato approvato un progetto sui materiali e sulle operazioni annesse e connesse che saranno necessarie? Ammesso che queste siano solo preoccupazioni ed eccessivo allarmismo perché comunque non considerarle? Quella scelta d’indirizzo dell’amministrazione è una via obbligata per il progetto della Ciclovia Tirrenica o c’erano e ci sono altre alternative?
C’erano e ci sono altre alternative: una tra queste è il Viale dei Tigli, che corre parallelo al quel viottolo, distanziato da esso solo di circa 900 mt, già attrezzato, con la presenza di numerose attività economiche e commerciali: pur esso collocato nel Parco ma non interessato da tutela integrale.
La Lecciona è un bene ambientale rimasto intatto dall’incuria e dagli attacchi proditori del cemento e dell’urbanizzazione, che hanno fagocitato tanti altri beni ambientali e architettonici della città di Viareggio. Non è vero che a Viareggio, come si legge nel racconto degli attuali amministratori, non si è fatto niente: a volte si è fatto fin troppo, alcune volte si è fatto bene e altre volte non si è fatto bene e nella direzione giusta!
Il Pd è parte importante dell’attuale Amministrazione comunale di Viareggio nella quale esprime la seconda autorità per importanza: il vicesindaco.
Sono tra coloro che hanno una lunga militanza politica alle spalle, che hanno sostenuto il Pds e che poi, dopo la costituzione del Pd, hanno deciso di non prendere più la tessera pur continuando, con sempre maggiori dubbi e mal di pancia, a votarlo.
Una delle cause del nostro allontanamento è dovuta alla crisi interna che travaglia il Pd a livello locale fin dalla sua nascita: scontro personalistico, correnti litigiose, il venir meno di rapporti con elettori, con la gente e con la realtà locale. Molti dei vecchi militanti, iscritti ed elettori come me si sono allontanati e non pensano di rientrarvi nell’immediato, anche se seguono con un certo interesse le dichiarazioni di nuovi percorsi e di radicali modifiche di strategia, di linea e di assetto organizzativo annunciate da Enrico Letta.
Tra esse una scelta forte sull’ambiente e le politiche ambientali, la transizione green da perseguire con nettezza e coerenza. Perché a Viareggio si è accettato di sostenere un indirizzo rischioso, oggettivamente pericoloso ed inopportuno per l’ambiente e per quelle poche aree di pregio naturalistico che rimangono?
https://www.facebook.com/laleccionanonsitocca/videos/340902604250777/
Il Sindaco sostiene che in tal modo tutti potranno conoscere, vedere e godere della Lecciona. Ma questo era già così perché per decenni il viottolo ha consentito passeggiate, visite, godimento riuscendo però a tener fuori ogni tentazione aggressiva e invasiva, ad evitare rischi davvero reali. Certamente si devono avere politiche per garantire fruibilità e frequentazione dei parchi ma un’attenzione del tutto particolare va prestata a quelle zone che per la loro connotazione e valore ambientale richiedono dei vincoli e dei limiti.
Il Comune con il Parco può lavorare ad un progetto di visite guidate, di educazione. Perché non si è fatto e perché non farlo?
A me è capitato di andare a Cala Violina: lì, per accedere alla spiaggia di grande pregio ambientale i turisti sono contingentati e bisogna prenotarsi: vige una sorta di numero chiuso. Qui una cosa del genere, con le prenotazioni alla sbarra d’ingresso di Torre del Lago e di Via Comparini e dal lato pineta, sarebbe denunciata dagli attuali amministratori come la dittatura giacobina, come estremismo violento di pochi naturalisti psicotici!
Quel vialetto, però, ha bloccato le mire e gli obiettivi di tanti Sindaci che anche nel passato, a partire dal primo dopoguerra, hanno tentato di aprire dei varchi, dei piccoli pertugi per farvi poi entrare delle strade più strutturate, per la loro idea di sviluppo e le loro smanie di visibilità.
L’attuale Sindaco non aveva annunciato questa intenzione né proposto questo obiettivo nel suo programma elettorale ma, se non ricordo male, invece, più volte aveva dichiarato di voler uscire dal Parco denunciando lacci e lacciuoli che legavano le mani.
In un recente post ha affermato che grazie alla Ciclovia Tirrenica si potrà fare manutenzione, pulire e curare. Chi ha impedito che il Comune e il Parco facessero queste cose che sono di loro competenza?: il viottolo e la tutela integrale di un’oasi?
E’ una questione così troppo stupida per pensare che chi la scrive sia così stupido e ingenuo. Molti degli aggregati politici che sostengono e fanno parte dell’attuale amministrazione, anche nel passato, non hanno mai fatto mistero di voler liberalizzare il percorso tra Viareggio e Torre del Lago con una strada, qualcuno anche di costruire strutture leggere, qualche altro per far ammirare le bellezze: c’è stato persino chi, tra i loro amici sinceramente più spinti, aveva pensato alla vecchia idea del regime fascista, quando voleva realizzare in quel tratto ippodromi, impianti sportivi, campi da calcio.
Molti anni fa decisi di fare un articolo provocatorio per dire che per rilanciare gli investimenti di un’imprenditoria adagiata sullo sfruttamento delle rendite di posizione, si sarebbe dovuto chiaramente indicare un progetto di sviluppo della città dalla parte opposta, verso Torre del Lago e con altri imprenditori.
Ricordo che ci fu un dibattito e ricordo anche molti che abboccarono: tra loro alcuni ambientalisti ma anche tanti che si espressero apertamente per urbanizzare tutta la zona con alberghi e quant’altro e che sostennero la necessità di uscire e di liberarsi finalmente del Parco visto come un freno ed un ostacolo allo sviluppo.
Ecco, cari compagni e amici dirigenti del Pd nazionali, regionali e locali: io vi chiedo, non di darmi ragione ma quanto meno di riflettere su questa questione, di avviare o riavviare una discussione al vostro interno, con il vostro elettorato, un serio confronto con quelle associazioni ambientaliste con le quali si può anche non essere d’accordo, come a me è capitato e capita molte volte, ma con le quali il confronto è necessario ed indispensabile, soprattutto per un partito che vuol fare dell’ambiente un valore centrale della propria iniziativa e della propria caratterizzazione.
Un dialogo ed un confronto necessario anche con quelle centinaia di persone che non sono estremiste, né integraliste, che senza star dietro a nessuna etichetta hanno aderito alla partecipatissima, imponente manifestazione di Viareggio di qualche settimana fa. Certo uno sforzo deve essere fatto anche da parte delle associazioni e dei gruppi dell’ambientalismo per confrontarsi sul merito delle questioni, senza personalizzazioni o chiusure aprioristiche.
E la direzione del Pd versiliese si è riunita, ha discusso di questo problema che non può essere solo un fatto di interesse viareggino? E il nuovo presidente del Parco cosa ne pensa? Ha avuto modo di studiare questo dossier e qual è la posizione dell’Ente? E l’Assessore all’Ambiente in Regione e il gruppo del Pd in consiglio regionale cosa pensano? La politica si affida ai tecnici per lavarsi come Pilato le mani o, come dovrebbe, è in grado di orientare e indicare le priorità e fissare i limiti?
Se ci siete dite qualcosa! E l’attuale commissario del Pd viareggino ha riferito questa questione a Firenze alla segretaria regionale e agli organi dirigenti toscani? Si è consultato con loro? E quest’ultimi cosa pensano?
Tra l’altro non è ancora chiara la procedura che si intende seguire per arrivare alla decisione: mi pare d’aver letto che spetta proprio alla Regione e che il Parco deve esprimere un parere importante.
E’ già stato affidato un appalto lavori? Chi dirà l’ultima parola sulle scelte del percorso? I singoli Comuni o il Consiglio Regionale? E non è richiesto e previsto su questa materia un parere al Ministero dei Beni Ambientali?
Siccome io e molti altri abbiamo ancora speranze che possa crearsi una Sinistra ampia e unita vi chiediamo di non annebbiare sul nascere quegli impegni assunti da Enrico Letta su questioni di valore e di riferimento come le politiche ambientali e di ragionare invece, meglio, su questa questione.
Agli amministratori del Pd di Viareggio propongo di assumere un’iniziativa: chiedere la sospensione dell’atto d’indirizzo votato e ad avviare un confronto ampio con la città, con le Associazioni, con le categorie economiche e sociali, con le Organizzazioni Sindacali e con la Regione e con il Parco.
Al Pd Toscano chiedo di verificare con il gruppo al consiglio regionale e con i propri assessori lo stato dell’arte, le procedure seguite ed esprimere su questa questione del tracciato una posizione ferma e precisa relativamente alle aree di pregio ambientale della Lecciona o di altre che possono riguardare i diversi comuni interessati.
Una decisione, soprattutto su un problema così delicato e con rischi alquanto elevati, presa con un maggiore approfondimento e ponderazione sarebbe sicuramente cosa saggia per tutti.