A Sinalunga il confronto tra associazioni e cittadini sulla nuova legge regionale: servono regole chiare e pianificazione per una transizione energetica sostenibile
Riceviamo e pubblichiamo il documento del Circolo Legambiente Valdichiana Senese, Valdichiana 20.30, Siena Sostenibile, Opzione Zero, Il Bersaglio, Comitato ARIA.
Il 25 marzo a Sinalunga si è tenuto un incontro pubblico sul tema della nuova legge regionale sulla “individuazione delle aree idonee per impianti da fonti di energia rinnovabile” che ha visto riunite le associazioni ambientaliste del nostro territorio: Legambiente Valdichiana Senese, Valdichiana 20.30, Siena Sostenibile, OpzioneZero, Associazione il Bersaglio e Comitato ARIA.
Dal confronto, approfondito di contributi e analisi di esperti del settore, è emersa la necessità di sostenere la transizione energetica da fonti rinnovabili, ma anche che le Amministrazioni locali si dotino di strumenti pianificatori per accompagnarla in modo corretto per salvaguardare il nostro prezioso patrimonio culturale, paesaggistico e ambientale.
Tra gli altri aspetti è emerso che “la proposta di legge per le FER”, da noi naturalmente si parla di fotovoltaico, prevede in media per la regione toscana il 30% di superfici disponibili all’installazione. Le superfici disponibili sono di fatto l’insieme delle aree idonee (che seguono iter agevolato per installazione) e di quelle ordinarie (che seguono iter della legge regionale attuale del 2011).
La percentuale del 30% però viene abbondantemente superata per alcuni Comuni come ad esempio quelli delle aree interne della toscana sud. Tra questi anche molti comuni del senese ed in particolare della Valdichiana Senese. Comuni come Sinalunga, Montepulciano ecc. si trovano ad avere circa il 60% delle aree disponibili con obiettivi minimi da rispettare che vanno da 4 a 10 kmq.
Sono comuni in cui vi sono molti megawatt di richieste di allaccio precedenti alla legge nazionale sulle FER e che quindi entrano a fare parte di equivalenti porzioni di territorio disponibile, cosa che non sarà più possibile nella aree agricole con l’approvazione della legge, fatta eccezione per le comunità energetiche con potenza fino ad 1 MW e per gli impianti agrivoltaici.
Questo scenario per noi rappresenta un monito che ci spinge ad invitare i Comuni a privilegiare l’utilizzo delle cosiddette aree idonee assolute ( edifici pubblici, stazioni, parcheggi, ex discariche, cave in disuso ecc.),limitando l’utilizzo di aree agricole e di valore paesaggistico, che caratterizzano il nostro paesaggio rurale.
In assenza di una concreta pianificazione la proliferazione incontrollata di centrali fotovoltaiche e agrivoltaiche, potrebbe danneggiare irreversibilmente questo lembo del Bel Paese così com’è conosciuto in tutto il mondo.
Il fenomeno che vede la realizzazione di impianti di energia da fonti rinnovabili senza una precisa e puntuale pianificazione energetica, oltre che in Sardegna, può verificarsi anche nei nostri territori. Essere a favore dell’energia prodotta da fonti rinnovabili non vuol dire non avere chiaro il processo in atto che non sempre è virtuoso ma che in alcuni, forse troppi casi, favorisce uno sviluppo dei parchi fotovoltaici ed eolici non desiderato.
In tutto il territorio nazionale le istanze di connessione di nuovi impianti presentate a Terna s.p.a. (gestore della rete elettrica nazionale) al 28 febbraio 2025 risultano complessivamente ben 6.110, pari a 354,80 GW di potenza, suddivisi in 3.874 richieste di impianti di produzione energetica da fonte solare per 153,213 GW (43,19%), 2.051 richieste di impianti di produzione energetica da fonte eolica a terra per 109,77 GW (30,94%) e 131 richieste di impianti di produzione energetica da fonte eolica a mare 88,59 GW (24,97%).
Poche richieste (in tutto 54 per 3,22 GW, 0,92%) per idroelettrico, geotermico e biomasse. Una sovrapproduzione (rispetto agli obiettivi contenuti nel Piano Integrato per l’energia e il clima PNIEC) di energia elettrica, comunque a carico del contribuente, che troverebbe una sua giustificazione solo a fronte di altri programmi in particolare quelli che incentivano l’uso dell’energia elettrica come nel caso del trasporto pubblico locale e mezzi di trasporto comunali in particolare scuolabus e nel trasporto di merci almeno nelle tratte brevi.
Ci viene in qualche modo in soccorso la Giunta regionale della Toscana che ha approvato (deliberazione GR n. 2 del 2 dicembre 2024) la proposta di legge regionale “Disciplina per l’individuazione delle superfici e delle aree idonee e non idonee per l’installazione di impianti di produzione di energia a fonte rinnovabile in attuazione dell’articolo 20, comma 4, del d.lgs. 199/2021”.
Tuttavia anche questa proposta di legge presenta elementi su cui è opportuna una riflessione di approfondimento. Dal Rapporto 2023 sul fotovoltaico del GSE (ultimo disponibile) risulta che mediamente la superficie di suolo occupata da un impianto fotovoltaico è di circa 1,8 ha per MW di potenza installata. (cfr. GSE – Rapporto statistico 2023-Solare fotovoltaico pagg. 28 e seg.), confermato anche dal Rapporto SNPA sul consumo di suolo (cfr. SNPA – Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici – 2024 pagg.136 140).
La proposta di legge pone come obiettivo minimo 637 Kmq di aree idonee minime per installare 4,25 GW di potenza il che vuol dire 15 ha per MW installato. Nella consapevolezza che i dati del GSE e SNPA, ancorché reali, non possano essere pedissequamente assunti in sede legislativa è indubbiamente necessaria l’assunzione di un fattore perequativo legato alle diverse variabili che condizionano la resa degli impianti.
Tuttavia la differenza tra 1,8 ha/MW a 15 ha/MW è tale da implicare una riflessione politica sulla effettiva coerenza e adeguatezza delle scelte regionali rispetto agli obiettivi fissati. Del resto è evidente che, se da un lato trattare questi aspetti sia tutt’altro che banale, dall’altro non possa passare sotto silenzio un eventuale sovradimensionamento così rilevante.
Da queste considerazioni ne discende la grande responsabilità che avranno i Comuni nell’applicazione della legge. Le Amministrazioni locali, per non trovarsi impreparate di fronte al processo inarrestabile della necessaria transizione energetica, dovranno promuovere una pianificazione energetica attenta, coordinata e accompagnata da puntuale informazione utile a evitare lo sviluppo delle fonti da energia rinnovabile improntato esclusivamente ad una logica imprenditoriale.
Rivolgendoci agli amministratori locali, come avevamo già chiesto in tempi non sospetti, rinnoviamo con forza la richiesta d’inserire la pianificazione energetica nel nuovo strumento urbanistico territoriale (PSI), che, tra l’altro, promuova e incentivi il trasporto pubblico locale urbano e extra-urbano con mezzi elettici.
Chiediamo inoltre che, in via precauzionale, si limitino le aree idonee minime a quelle assolute per contrastare il rischio di una proliferazione incontrollata degli impianti sotto la potente spinta speculativa degli incentivi. Consapevoli della complessità del tema legata anche alle dinamiche sovrastrutturali che lo governano, rinnoviamo la nostra disponibilità ad un confronto concreto e propositivo.
Circolo Legambiente Valdichiana Senese, Valdichiana 20.30, Siena Sostenibile, Opzione Zero, Il Bersaglio Comitato ARIA