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sabato, Luglio 12, 2025

La Toscana in bilico: tra il caos del Pd e l’ascesa silenziosa di Tomasi

Mentre a Sinistra ci si perde tra guerre interne e finte promesse di rinnovamento, l’alfiere del Centrodestra avanza sul territorio come candidato credibile

Mentre il Partito Democratico toscano continua a divorarsi da dentro, tra comunicati incrociati e confronti che ormai avvengono più fuori che dentro gli organismi ufficiali, la percezione che si respira tra gli iscritti e i cittadini è quella di un partito stanco, diviso, impantanato in dinamiche vecchie che nulla hanno a che fare con la parola “rinnovamento” tanto sbandierata al congresso da Elly Schlein.

Il problema non è solo nazionale: a Siena, per esempio, dove hanno iniziato a “lavorare” sulle elezioni comunali del 2028 già si intravedono con chiarezza le divisioni per intestarselo il rinnovamento. E nella migliore delle ipotesi del rinnovamento restituiscono l’idea di una continuità stantia, dove le facce cambiano ma le logiche restano identiche. I cittadini lo sanno. Lo percepiscono. E soprattutto, lo puniscono.

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Nel frattempo, su un altro fronte politico, c’è chi lavora in silenzio, passo dopo passo, territorio dopo territorio. Alessandro Tomasi, sindaco di Pistoia, è ormai una figura che va ben oltre i confini del suo Comune. La sua è una presenza che non grida, ma convince. Ieri era in Valdichiana senese, a Bettolle, invitato da una realtà civica locale.

Non una passerella, ma un confronto vero. Tomasi incarna quella figura ibrida che può far paura tanto alla sinistra quanto ai vecchi arnesi del centrodestra: è il candidato di Fratelli d’Italia, sì, ma è anche un sindaco civico apprezzato, primo in Toscana per gradimento e quarto in tutta Italia, secondo l’ultima Governance Poll pubblicata dal Sole 24 Ore. Un consenso che non nasce dal marketing politico, ma da interventi concreti su scuola, case popolari, verde pubblico e impianti sportivi. Pilastri di un’amministrazione che guarda ai bisogni veri di una comunità.

La sua candidatura alla guida della Regione Toscana, spinta dai vertici di Fratelli d’Italia ma anche da un consenso che va oltre gli schieramenti, si basa su un’idea di buongoverno che parte dal basso. Quella che molti chiamano “rivoluzione gentile”, fatta di ascolto, di risposte semplici ma puntuali, di un rapporto diretto con i territori. È la risposta più netta a un Pd che appare sempre più chiuso in sé stesso, in lotte intestine che parlano solo a chi fa politica, ma non ai cittadini.

È chiaro che la Toscana stia entrando in una fase di transizione. Il sistema di governo costruito in decenni di centrosinistra si sta lentamente sfilacciando, logorato più dalle sue incoerenze che dagli attacchi esterni. E nel vuoto che si sta creando, Alessandro Tomasi rappresenta oggi un’alternativa credibile. Non è detto che basti a conquistare la Regione, ma il segnale è forte: mentre il Pd si perde in una guerra intestina, altri costruiscono consenso un passo alla volta. In modo silenzioso, ma profondamente politico.

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