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giovedì, Aprile 25, 2024

Luglio, il mese della morte gregaria di un senese

Caro direttore, luglio è il mese in cui si corre il Tour de France, ma non è questo il motivo per cui ti scrivo, anche se di un gregario ti voglio parlare. Dice il vocabolario che “gregario” è aggettivo e sostantivo maschile che ha il significato di “soldato semplice”.

Ed ora permettimi di fare un salto a ritroso: due calde giornate estive: 8 luglio 1918 e 2 luglio 1961. In mezzo a queste due date ci sono 43 anni di vita illustre e un morto semisconosciuto.

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Oggi, 2 luglio del 2021, il mondo celebra i 60 anni dalla scomparsa di Ernest Hemingway, autore di “Addio alle armi” e vincitore del Nobel con “Il vecchio e il mare”.

Se Hemingway ha potuto scrivere questi ed altri capolavori, è perché un contadino senese si è messo in mezzo, con il suo giovane corpo, tra il futuro premio Nobel e una granata austriaca che stava esplodendo, nel luglio di 103 anni fa, a Fossalta di Piave.

Il ragazzo morto si chiamava Fedele Temperini, aveva 26 anni ed era giunto da Montalcino per arginare l’avanzata austriaca sulla linea del Piave. Quarantatré anni di vita regalata ad un genio della letteratura da un contadino della campagna senese che a malapena sapeva scrivere il suo nome. Un soldato semplice, un gregario.

Il giovane Fedele fu un eroe? Forse no. Quando la granata esplose stava semplicemente mangiando del formaggio insieme ad un ragazzino volontario americano, che guidava le ambulanze. Anche il soldatino americano non fece niente di eroico, se non ricevere nelle sue gambe un numero imprecisato di schegge. Ma quando tornò negli Stati Uniti era già stato promosso a tenente, godeva di un vitalizio di 250 lire all’anno, aveva ricevuto la proposta per una medaglia d’argento al valor militare e la nomina per tre croci al merito di guerra. Un’esagerazione, anche perché una delle tre croci gli era stata assegnata per errore: infatti quel giorno lui giaceva ferito in ospedale e quindi non poteva aver partecipato all’azione di guerra menzionata.

Bisogna riconoscere che Hemingway è stato sempre onesto, e mai si è considerato un eroe, anzi temeva di essere considerato un bugiardo proprio per quella terza croce di guerra non meritata: “Non voglio essere un falso eroe, ce ne sono troppi e troppi veri che sono morti silenziosi”. E uno di quelli morti e sepolto da anni di silenzio veniva proprio da Montalcino.

Caro direttore, si narra che il 2 luglio del 1960 Ernest Hemingway sia arrivato a Siena. Esattamente un anno prima di quel 2 luglio 1961 in cui lo scrittore aveva fissato il suo appuntamento volontario con la morte. Se sia vera o meno la notizia della presenza a Siena del premio Nobel, nessuno lo sa. A me piace pensare di sì. E ancor più mi piace pensare che Hemingway sia tornato a Siena, come fanno certi capitani al Tour de France, che prima degli appuntamenti più difficili vanno a ricercare in mezzo al gruppo il gregario più fidato.

  • Grazie Francesco, per questo piccolo affresco di umanità. Sono un fanatico del ricordare per vivere meglio il futuro. Volevo dirti che a inizio 2019 il Comune di Montalcino ha avviato, attraverso gli archivi comunali, una ricostruzione dell’albero genealogico della famiglia Temperini per rintracciare discendenti in vita. I primi risultati sembrano aver evidenziato che la famiglia si potrebbe essere estinta il 6 febbraio del 1930 con la morte dei suoi genitori. Il nome di Fedele Temperini – specifica il sindaco Silvio Franceschelli – tuttavia figura dal 1922 nel monumento ai caduti della patria del comune di Montalcino che si trova in piazza del Popolo insieme ad altri tre probabili appartenenti allo stesso ceppo familiare: Adis, Angelo e Antonio. (D.R.)
  • (Nella foto Ernest Hemingway, soldato)

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