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martedì, Dicembre 3, 2024

Primi a varare l’infermiere di famiglia

La rivoluzione nel mondo dell’assistenza parte dalla Toscana, prima regione in assoluto a varare il nuovo ruolo dell’infermiere di famiglia. L’argomento è stato al centro del dibattito ospitato al Santa Maria della Scala nell’ambito del Festival della Salute, dal titolo “L’infermiere di famiglia e comunità a Siena. Stato dell’arte di un modello innovativo per l’assistenza territoriale”.

Michele Aurigi, presidente dell’Ordine delle Professioni infermieristiche della Provincia di Siena

Michele Aurigi, presidente dell’Ordine delle Professioni infermieristiche della Provincia di Siena, ha fatto gli onori di casa davanti a una sala Calvino quasi piena di infermieri.

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Dopo il saluto dell’assessore comunale alla Salute Francesca Appolloni, è stato proiettato un breve video con l’esperienza di una professionista della Asl Nord Ovest in materia di assistenza domiciliare, che prevede un piano personalizzato assistenziale per il paziente che tenga conto della malattia e delle cure prescritte dal medico, ma anche della famiglia e del territorio. «È più importante sapere qual è il tipo di persona che ha una malattia, anziché che tipo di malattia ha una persona» ha esordito la testimonial citando Ippocrate.

Il saluto dell’assessore alla salute di Siena Francesca Appolloni

«Ogni infermiere si è preso carico di trenta pazienti e delle loro famiglie – ha riferito -. Ad oggi abbiamo aiutato, salvato, oltre settecento famiglie. Non c’è una cosa di cui vado più fiera, ringrazio il presidente Mattarella e il presidente Giani per averci permesso tutto questo. Non siamo gli eroi della pandemia, ma gli eroi di tutti i giorni».

Chiara Gervasi

Clara Gervasi, infermiera Adi (Assistenza domiciliare integrata) Siena Centro Asl Sud Est, ha riportato l’esperienza maturata nella Asl fiorentina a Campi Bisenzio.  

«La complessità del paziente non dipende solo dalla malattia – ha detto – ma da tutta una serie di situazioni. L’infermiere ora, con questa nuova figura, prende in carico complessivamente il paziente, rivestendo anche un ruolo di collegamento fra i medici e il paziente e altri consulenti».

La nuova figura professionale è stata istituita con la delibera 597 della Giunta della Regione Toscana del 4 giugno 2018, che ha indicato il quadro di riferimento, la definizione, le caratteristiche del modello, le responsabilità, le funzioni e le competenze e il relativo percorso formativo per un ruolo che rappresenta lo sviluppo di specifici percorsi assistenziali nell’area della cronicità.

Il disegno di legge, che offre un pieno riconoscimento della professione infermieristica, è il 1346 del 19 giugno 2019.

Gervasi ha indicato ai colleghi il master offerto dall’Università di Pisa, che lei stessa ha frequentato, al quale si è aggiunto nell’ultimo anno un analogo corso dell’Università di Firenze.

«La tendenza è quella di favorire la permanenza del paziente nel proprio ambiente – ha aggiunto – tenendo conto che l’infermiere non è solo di famiglia ma anche di comunità. A Campi abbiamo attuato il modello Idea, su metodo Stanford, in cui care giver e pazienti, in piccoli gruppi, interagiscono per esperienza in supporto all’autocura. La persona partecipa attivamente. Naturalmente non esiste una cura a senso unico. Occorre imparare il compromesso, saper adattare ciò che si dà. Non esiste un dogma per curare le persone. Bisogna comprendere, ascoltare, ma anche farsi ascoltare».

L’attuazione del nuovo modello in ambito senese prevede la suddivisione del territorio cittadino in tre macro aree, con la creazione di cellule a loro volta divise in aggregazioni secondo un criterio geografico che tenga conto anche della presenza di distretti sanitari e case di cura. Identifica inoltre una rete di consulenti nel campo delle diverse specializzazioni per attingere informazioni senza passare dal medico di famiglia, che rimane comunque quello che attiva il processo.

L’intervento di Vianella Agostinelli

Il convegno è proseguito con gli interventi di Vianella Agostinelli, direttore dipartimento professioni infermieristiche e ostetriche Asl Toscana Sud Est, Mariella Taccioli, direttore infermieristico zona senese asl Toscana sud est e Maria Eduarda Batista de Lima, infermiera Adi Siena Centro Asl Toscana.

Serena Zecca, Diletta Celozzi, il presidente Aurigi e Giuseppe Carlucci

Per finire in bellezza, il conferimento di tre borse di studio a tre allievi meritevoli: Diletta Celozzi (terza), Serena Zecca (seconda), Giuseppe Carlucci (primo).

Un segno di speranza, ha commentato il presidente Aurigi, verso il rinnovamento delle risorse infermieristiche.

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