Una riflessione di Pier Paolo Fiorenzani sulla futura situazione idrica della città capoluogo
Riceviamo e con piacere pubblichiamo…
PER ORA NON È NIENTE… Aspettiamo il 2030… Ma allora sarà tardi per rimpiangere ogni colpevole ignavia della nostra città.
L’invito alla Conferenza Stampa tenutasi il 7 dicembre, diramato dal Comune di Chiusi sull’inizio dei lavori per l’arrivo dell’Acqua di Montedoglio, nel capoluogo etrusco, è la cartina di tornasole dell’altrui solerzia e del nostro lasciar fare, la testimonianza “di un impegno atteso da tempo per il nostro Comune che parte da lontano” – ha dichiarato il Sindaco di Chiusi -con “un ringraziamento a tutti coloro che nel tempo lo hanno permesso”.
Per l’appunto, da anni lontani. Da quando la Giunta del Comune di Siena (13.05.2009) approvò che, “nell’ambito degli ATO 4 e 6, ai Comuni firmatari dell’anello senese (accordo di programma del 15/02/2007) si aggiungano quelli di Sinaluga, Torrita di Siena, Trequanda, Chianciano, Montepulciano e Chiusi (25 in tutti). Si dovettero aggiungere, dopo aver chiesto alla Fondazione MPS e non ottenuto un finanziamento tutto loro per portare autonomamente l’acqua di Montedoglio in Val di Chiana.
E mentre il nostro gestore Acquedotto del Fiora S.p.A aveva ormai preparato il progetto “anello senese” esposto al Comune di Siena (Assessorato), dopo il tragico crollo del Monte, entrano in ballo il Presidente della Provincia, Bezzini, il Comune di Siena (assenso) ed il Governatore toscano Enrico Rossi. Se, dal maggio 2011, la nuova Giunta del Comune di Siena, anziché abolire l’Assessorato per i Servizi a Rete, avesse continuato a presidiare fortemente il “suo” progetto, nessuno avrebbe potuto bypassarci tanto facilmente.
Dal punto di consegna in territorio senese dell’acqua di Montedoglio, entrambe le diramazioni di adduzione a sud fino a Chiusi e a Nord verso Rapolano Terme avrebbero ottenuto almeno uguale udienza – di tempi e di mezzi – in Regione, in AIT e col Gestore. Dal 2012 in poi, alcuni eventi hanno, invece e di fatto, rallentato o fuorviata, fino al 2018, la ripresa concreta del disegno principale di “Anello Senese” : ovvero l’adduzione dell’acqua di Montedoglio anche da Rapolano e fino al punto cruciale di accumolo, miscelazione e redistribuzione idrica di Siena-Montarioso. Il 9 gennaio 2013 viene sottoscritto un “patto per lo sviluppo delle Terre di Siena” tra Provincia e Regione Toscana.
Nella foto diffusa nella conferenza stampa di Chiusi: fra gli altri, il presidente della Toscana Giani, le due consigliere regionali “senesi” Paris e Rosignoli, il sindaco di Chiusi.
“Non è un libro dei sogni – dichiara l’allora Presidente Simone Bezzini – ma una sorta di parco progetti molto concreto : ci sono (…) 10 milioni per il sistema idrico della Valdichiana. Senza metter le mani avanti per difendere almeno la coesistenza del proprio Accordo di Programma “Anello Senese 2011”, già oggetto di forte investimento (circa 4 milioni di Euro)il 9 gennaio 2013, anche il Comune di Siena firma il suddetto patto tra Regione e Provincia !!! Il 4 febbraio 2013 l’allora di Assessore Regionale Luca Ceccobao, illustra, a Chiusi, l’arrivo dell’ acqua dalla diga di Montedoglio per“ l’irrigazione di 830 ettari e l’approvvigionamento idropotabile dei Comuni di Montepulciano, Torrita, Sinalunga e Chiusi; “si tratta un fatto storico, afferma, (…) grazie all’intervento della Regione, assieme al supporto fondamentale della Provincia di Siena, anche il Comune etrusco (…) potrà beneficiare di ben 900 mila metri cubi di acqua potabile”.
Nel 2018-2020 i Comuni senesi, la Conferenza Territoriale ex ATO 6 ed il Gestore, tutti silenti, hanno lasciato correre, accettando di fatto, o subendo, il bypassaggio del loro originario Accordo di Programma del Marzo 2011. Ma, al tempo, in non ero Assessore e,quindi., non più in grado di presidiare e difendere l’accordo suddetto. L’avviata adduzione nella Val di Chiana senese ex Patto Provincia-Regione rimase però a mezza strada, infatti Torrita di Siena e a Montepulciano (frazioni) ricevono l’acqua di Montedoglio dal 2018,per Sinalunga e Rapolano Terme i Lavori sono in corso, dovevano ancora ricevere l’acqua tiberina Chiusi e Chianciano .E’ corretto annotare l’eliminazione delle Province (infausta Legge 56/2014) che ha stravolto completamente tutte le buone intenzioni e le architetture strutturali delle Province stesse…
Il 23 aprile 2018 Il Direttore dell’Autorità Idrica Toscana, Dr.Alessandro Mazzei, conferma che l’acqua di Montedoglio arriverà anche a Rapolano Terme. Si riprende a sperare di poter raggiungere anche Siena, nonostante che il primitivo progetto sia stato rimodulato con la delibera di Giunta Regionale N.299 del 26/3/18 .che regola “l’utilizzo ad uso idropotabile dell’acqua proveniente dall’invaso di Montedoglio e dall’Acquedotto del Vivo. In tutta buona fede sembrava scontato che si sarebbe incentrato sul già raddoppiato serbatoio di Montarioso – snodo cruciale, in grado di ricevere e miscelare l’acqua del Vivo troppo dolce (3 gradi francesi) con quella del Luco troppodura (30 gradi francesi)e con quella di Montedoglio (23 gradi francesi) realizzando un mix di alta qualità organolettica.
Illusione gelata e cancelata dalla lettera inviata dal Presidente di Acquedotto del Fiora ai Consiglieri Comunali PD di Siena alla vigilia dell’Incontro del 20 febbraio 2023 per la presentazione di “Siena sotto schiaffo: un nuovo danno alla città e ad altri 20 restanti Comuni senesi” infatti, al paragrafo “B” si legge “ Siena è sicura dal punto di vista idrico sia per qualità che per quantità del’acqua potendo attualmente contare su una coppia di fonti di approvvigionamento: sorgente del Vivo (in diminuzione del 26% anno – ndr) e del campo pozzi Luco (destinata al Chianti…-ndr). L’ipotesi di Montedoglio rappresenta quindi un’opportunità facoltativa”.
Dunque, mentre Siena potrà allacciarsi al flusso idrico di Montedoglio facoltativamente e da Monteroni d’Arbia soltanto nel 2030, se ci saranno ancora disponibili gli oltre 6 mlioni di metri cubi/anno e soprattutto i finanziamenti Pnrr, Chiusi fa Bingo. Chapeau.
E se da Rapolano ad Asciano e da Monteroni il flusso di Montedoglio continuasse lungo il vecchio tracciato detto delle “Valli dell’Ombrone” per Grosseto (come taluni prevedono)? La lezione per noi sarebbe amara realtà. Torno a ripetere: chi ha orecchi intenda.
Pier Paolo Fiorenzani