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sabato, Luglio 5, 2025

Toscana, la sfida d’autunno: Giani parte favorito, ma il centrodestra tenta il colpo con Tomasi

Il 12 ottobre si vota per le regionali: il presidente uscente corre verso la riconferma, ma non mancano variabili e tensioni nei partiti

Il conto alla rovescia è cominciato: la Toscana andrà al voto domenica 12 ottobre per eleggere il nuovo presidente della Regione e il consiglio regionale. La data è ormai ufficiale, annunciata dallo stesso Eugenio Giani, presidente uscente e già al centro della scena politica regionale. E proprio lui sarà con ogni probabilità il nome di punta del centrosinistra, forte di un mandato in cui ha consolidato alleanze e presidiato territori anche difficili, in una regione che storicamente è stata terreno fertile per la sinistra, ma che da tempo è nel mirino del centrodestra come “regione da conquistare”.

Il Partito Democratico sembra intenzionato a blindare la candidatura di Giani, spingendo per una coalizione larga che includa anche Italia Viva, Azione e possibilmente il Movimento 5 Stelle. Proprio il M5S resta, a oggi, un’incognita: la sua presenza in coalizione potrebbe blindare il successo, ma se dovesse correre da solo, i giochi potrebbero complicarsi.
I sondaggi danno comunque Giani in netto vantaggio, con una forchetta che si aggira tra il 54% e il 55% delle intenzioni di voto. Numeri che potrebbero garantire al centrosinistra la vittoria.

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Alessandro Tomasi

Dall’altra parte, il centrodestra si affida ad Alessandro Tomasi, attuale sindaco di Pistoia, figura moderata ma capace di tenere insieme Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia. Una candidatura frutto di mediazioni interne, che cerca di replicare il modello toscano di Prato e Pisa, città strappate al centrosinistra negli ultimi anni. Tomasi però parte da una posizione più debole, con sondaggi che lo collocano attorno al 36-38%.

Troppo poco per ribaltare una regione che, nonostante i colpi inferti negli ultimi anni dal centrodestra alle amministrazioni locali, continua a restare fortemente orientata a sinistra quando si tratta di Regione. Nelle prossime settimane il centrodestra tenterà di compattare il proprio elettorato attorno a Tomasi, ma non sarà semplice. All’orizzonte resta infatti l’ombra di un possibile disturbo interno: il generale Roberto Vannacci, già candidato alle europee con la Lega, potrebbe decidere di correre in proprio, e alcuni sondaggi lo accreditano di un potenziale 4%. Una cifra non sufficiente per incidere davvero, ma abbastanza per rendere Tomasi ancora più distante da Giani.

Tra i possibili outsider, si parla anche del sindaco di Viareggio Giorgio Del Ghingaro, figura trasversale e apprezzata che potrebbe guidare una lista civica autonoma, alternativa sia al centrosinistra che al centrodestra. Una candidatura del genere, se davvero si concretizzerà, rischia di pescare voti a sinistra e complicare la corsa di Giani, soprattutto nelle zone costiere dove Del Ghingaro gode di ampia popolarità. Ma anche in questo caso, l’eventuale effetto destabilizzante appare contenuto: l’ampiezza della coalizione che sostiene Giani e il vantaggio nei sondaggi sembrano al momento sufficienti a garantirgli un margine di sicurezza.

Il centrodestra però non molla. Lo sa bene Giorgia Meloni, che punta a fare della Toscana il nuovo laboratorio del centrodestra post-elezioni europee. L’investitura di Tomasi è il segnale di un tentativo di equilibrio tra il peso di Fratelli d’Italia e la necessità di tenere unite Lega e Forza Italia. Resta da capire se le tensioni interne verranno superate o se emergeranno nel momento decisivo della campagna elettorale. Una partita che si gioca anche sulle alleanze e sui territori, in una Toscana sempre meno granitica, ma dove la sinistra — almeno per ora — tiene il passo.

Se il centrosinistra riuscirà a tenere unito il fronte, con Giani confermato come candidato ufficiale e con l’eventuale sostegno del M5S, la partita potrebbe chiudersi già la sera del 12 ottobre. Se invece il quadro si frantumerà, con più candidature autonome e il rischio di dispersione del voto, allora il centrodestra potrà sperare in una rimonta e in un secondo turno. Per ora però, i numeri parlano chiaro: Giani è il favorito, Tomasi l’unico vero sfidante, gli altri solo comparse in un confronto che sembra segnato ma che, in politica, potrebbe ancora riservare sorprese.

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