David Chiti è il presidente dell’Associazione Centro Storico Città di Siena. L’Associazione nasce come un braccio “temporale” del Comune di Siena per occuparsi del benessere, dello sviluppo, della promozione della città, e in particolare del Centro storico. Naturali suoi stakeholders sono gli esercenti e i cittadini residenti; nella sua vocazione a centro commerciale naturale – anzi questo era il suo nome originario quando con decreto Sindacale n. 23 del 07/09/2020 il sindaco De Mossi nominò Chiti per il Comune nell’organismo -era un soggetto deputato a captare contributi europei, ma nella funzione è stata un po’ osteggiata all’inizio dalla presenza di un altro attore socioeconomico con funzioni simili il Consorzio Siena Promuove che comunque esprimeva nel nuovo sodalizio il suo presidente Riccardo Ghini.
Cominciamo da qui, David, se non sbaglio ha impreziosito la sua promessa di intervista con la proposta di togliersi qualche sassolino dalle scarpe… Perché ha dovuto dare un altro nome all’Associazione e perché enti con interesse pubblico di questa città non riescono a collaborare per un bene comune?
“Perché a volte per poter fare le cose, bisogna scegliere i percorsi più flessibili. L’Amministrazione voleva che questa funzione venisse interpretata e abbiamo capito che c’erano oggettive similitudini di funzione con Siena Promuove, quindi abbiamo fatto una deviazione verso il nostro obbiettivo. Considerando che noi attualmente interpretiamo un percorso, migliorabile certo ma che stiamo seguendo e che Siena Promuove ha rarefatto la sua presenza pubblica e istituzionale, la cosa andrebbe chiesta all’altro organismo con il quale sono sempre pronto a collaborare”.
Certo, Riccardo Ghini, sa che il nostro regolamento ci vincola a dargli risalto se avrà interesse a intervenire, ma perché non c’è stata comunanza di intenti? Di fatto, anche in questa materia non si captano fondi che potrebbero invece essere ottenuti…
“Fatemi dire che Riccardo Ghini è una persona squisita e un valido imprenditore. Non avrei fatto il suo nome se non l’aveste fatto prima voi: non ci sono personalismi in questa vicenda, ma semmai è un discorso di funzioni. Sono chiaramente pronto a discutere con lui ogni ipotesi di rilancio della città che possa passare per le nostre organizzazioni, tuttavia ho interpretato quanto avvenuto che potrebbe esser riportato al detto dei cani che sorvegliano l’aglio, come una resistenza di retaggi passati al nuovo che avanza, in questo caso rappresentato dalla giunta De Mossi. Quindi… io sono contradaiolo e so che a volte il Palio si fa contro la nemica, ma sono avulso da queste logiche quando si tratta di fare il bene della città. E quindi mi sono concentrato soprattutto su quelli che erano gli obbiettivi miei propri. Se le cose cambieranno sono pronto a fare la mia parte”.
Diciamocela, l’Associazione Centro Storico Città di Siena è un sodalizio sottoimpegnato per le sue potenzialità. Molte proposte sociali, ma essenzialmente il braccio operativo del Comune l’ha fatto solo per le luminarie natalizie 2020 e 2021. Anche qui vuol togliersi sassolini?
“Sono d’accordo con la disamina e per questo il consiglio direttivo d’ora in avanti si renderà diversamente proattivo intervenendo su tutti i temi cittadini che coinvolgono la collettività senza attendere l’impulso del Comune. Per le ultime festività, intanto, voglio esprimere gratitudine. Ai concertisti del Piccolomini per la passione e l’orgoglio con cui hanno saputo intrattenerci, alle Guide della città per l’eccellenza professionale e gli stimoli che hanno dato ai senesi, ai Topi Dalmata per gli sforzi in economia di risorse con i quali hanno provocato il sorriso dei bambini, al Sindaco e a S.E. il Cardinale e Arcivescovo che hanno solennizzato il momento in cui la città si riapriva a flussi che la pandemia aveva ostacolato, a tutti gli altri che hanno con entusiasmo collaborato con noi per celebrare un degno evento”.
Sì, ma delle criticità ne vogliamo parlare? Elenchiamo in ordine sparso: un investimento del trenino, i banchini brutti di Piazza Matteotti, le lamentele di via Montanini, il pasticciaccio delle luminarie in Camollia, le facciate deturpate dalle luminarie stesse, la frase di Dante artefatta e le interrogazioni successive all’evento per eccessivo dispendio di risorse pubbliche…
“Riconosco che tutto è successo, ma ci sono delle differenze da fare e chiarimenti da dare. I banchini di Piazza Matteotti non erano di nostra competenza, su via Montanini siamo intervenuti successivamente, grazie ai Topi Dalmata, per dare il correttivo possibile quando comunque era tutto quasi immodificabile. Sul trenino fanno fede la ditta e il rapporto dell’autorità interveniente, così come – mi risulta un solo caso in via della Sapienza – per i danni che possono esser stati fatti da operai e tecnici. Noi abbiamo presidiato e sorvegliato con costanza, ma le risorse della nostra associazione in quel periodo erano limitate a poco più della mia persona. Su quanto avvenuto in piazza Guido Chigi Saracini e con alcuni bordelli di contrada, ho espresso immediato consenso al trasferimento della frase di Dante in altro luogo perché in fondo la nostra funzione è la soddisfazione dei cittadini. La prima parte della scritta “Se segui la tua stella non puoi fallire” venne ritenuta malaugurante, l’apposizione della restante parte “a glorioso porto” ne avrebbe cambiato il senso, tuttavia le posizioni erano prese ed eravamo a Natale. Quindi, che dire?, mi auguro che questo episodio rimanga a se stante e che non sia da includere in futuro tra le molte leggende metropolitane come quella di affogasanti. Sulla fedeltà a Dante della medesima scritta, recepimmo le spiegazioni e motivazioni della ditta con citazioni dal Sapegno, interpellammo la Società Dantesca di Firenze, eravamo pronti a tradurre in un evento pubblico la disquisizione sui social che coinvolse il Sindaco, ma poi l’interesse pubblico sbiadì nell’approssimarsi alla festività e il proponimento è rimasto tra le cose da fare”.
L’ex sindaco Valentini ha contestato veementemente i capitolati di spesa e ventilata la possibilità di ricorrere alle autorità di giustizia…
“Ho letto anch’io e mi sono indignato. Chiaramente sono limitato nel rispondere a questioni che nascono e ricevono legittimazione in Consiglio comunale, consesso al quale nel momento non appartengo. Purtuttavia è un sasso grosso nella mia scarpa… e vorrei togliermelo. Io capisco che un ex sindaco passato all’opposizione abbia molti strumenti e conoscenze per esaminare l’operato dell’Amministrazione in carica e credo anche che l’attività di persone simili sia una ricchezza della democrazia, ma ventilare interventi della magistratura ha l’immediato effetto di diffamare e mettere in imbarazzo persone che fino a quel momento hanno lavorato indefessamente per uno scopo. La magistratura o la si fa intervenire con atti formali o la si deve rispettare tutelandola da richieste di intervento strumentali e buone solo per apparire sui giornali. Tra l’altro Valentini lo sa bene: per averlo vissuto sulla sua pelle con questioni che lo interessavano come ex sindaco dell’amministrazione di Monteriggioni. Io ho ora e in futuro come unica difesa il resoconto di quasi 80 pagine che vi esibisco e che ho consegnato in precedenza all’Amministrazione. Questa è realtà, le altre sono supposizioni, neanche particolarmente piacevoli”.
Sì, ma riconoscerà che le cifre deliberate sono piuttosto cospicue per una celebrazione di poco meno di un mese…
“L’anno precedente avevamo operato garantendo un risparmio al Comune piuttosto cospicuo rispetto all’anno precedente. Le luminarie più recenti sono costate di più anche in ragione di molti motivi: la loro maggior efficacia visiva e la loro estensione innanzitutto. E più ancora per i tempi con i quali è stato consentito alla nostra macchina organizzativa di mettersi in funzione. L’anno passato è stato orrido per la ricaduta della pandemia, drammatico per la scomparsa di tanti amici e conoscenti ai quali ci è stato impedito di dare degno commiato. Quando il Comune ha previsto la possibilità di riaprire la città che era fatto conseguente alla sua autorità solo in parte stante la supremazia di Governo e Regione in tema, ci siamo trovati ad avere scelte limitate con soltanto due interlocutori cui chiedere gli allestimenti e con richieste di corrispettivi che tenevano conto di questo diverso rapporto tra domanda e offerta. Li abbiamo selezionati – non lo sapeva signor Valentini? – consultando sia le categorie economiche della città che gli esercenti e i delegati dei comitati di via. Con tutti questi soggetti abbiamo fatto un incontro attraverso il quale abbiamo presentato i progetti e sulla base delle loro preferenze è stato scelto il progetto migliore, il più bello; non siamo stati noi a scegliere, ma i soggetti intervenuti all’assemblea, con piena determinazione. E poi la giunta ha deciso di addossarsi l’intera spesa – grazie anche a Banca Mps, FMPS, CCIAA e Fises – per dare un segnale di speranza nella ripartenza a tutta la collettività. Ora che i tempi sono cambiati abbiamo già convocato i comitati di via il 16 maggio a Palazzo Patrizi per far ripartire l’iter natalizio e esaminare altri aspetti della promozione del Centro”.
Ci ha parlato di un suo desiderio di esplicare con l’ASCSC ruoli proattivi diversi dai precedenti… Concludiamo con questo se… i sassolini sono finiti.
“L’ultimo sassolino che tuttavia è solo una constatazione, è quello che riguarda il nostro rapporto con le categorie economico-sindacali che forse per problemi del rammentato retaggio, o forse per errata interpretazione del nostro ruolo, o forse per mio difetto, non ci assicurano la collaborazione che meriteremmo. Per il resto devo partire da un’osservazione politica anche se il mio ruolo non è politico e non voglio che lo sia perché a beneficio indistinto di tutti i cittadini, ma auspicherei, specialmente in questa fase, un maggiore processo politico sulle questioni che interessano la nostra collettività. Per questa ragione abbiamo l’intenzione di programmare un confronto con Sei Toscana per la raccolta differenziata e visite in Camollia e alla Colonna San Marco per recepire indicazioni su problemi come il transito del traffico pesante, sosta e viabilità. Oltre a volerci aprire ancora di più alla città per poter recepire proposte che partono dal basso, sia come centro di ascolto ma anche di monitoraggio sulle questioni che i cittadini ritengono di maggiore importanza. A breve proporremo e stimoleremo un’iniziativa sul disagio giovanile”.