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venerdì, Novembre 22, 2024

La seduzione di un mare di spighe

“La storia siamo noi… questo piatto di grano” cantava ne “La storia” De Gregori. E questa splendida canzone potrebbe essere la colonna sonora del primo mondo parallelo di cui proverò a parlarvi.

Ho conosciuto il progetto Mulinum e il suo creatore Stefano Caccavari per caso, navigando su internet nei giorni bui del lockdown. Mi sono appassionata alla sua storia ed ho voluto provare le sue farine di grani antichi, biologiche, ordinandole online. I suoi prodotti sono diventati ottime pizze e pane, fatti con divertimento seguendo i tutorial e le ricette con lievito madre che lui stesso e i suoi collaboratori proponevano nel sito.

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Quando poi ho saputo che il suo sogno iniziava a concretizzarsi anche qui, a Buonconvento, ho capito che non poteva che essere questo il primo viaggio che avrei dovuto fare.

Stefano Caccavari e Chiara Bennati

Ho incontrato Stefano un pomeriggio di qualche giorno fa nella piazza di Buonconvento. Abbiamo preso un caffè insieme e ha iniziato a parlarmi del mulino, il secondo ormai, che sta per essere reso operativo. I suoi occhi brillavano di entusiasmo nel raccontarmi il progetto. Non solo un mulino, ma proprio un percorso. Dalla coltivazione del grano, alla farina, ai prodotti da forno, ad un punto di ristoro immerso nella bellezza senza pari della Val d’Orcia.

“Sei pronta? Andiamo allora!” mi ha detto poi. Siamo saliti in macchina e ci siamo incamminati verso quello che entro la fine di giugno sarà il suo secondo sogno che si materializza. Ci siamo spostati di qualche chilometro, in località Castelnuovo Tancredi. “Vedi tutto questo?” ha detto sorridendo, indicandomi i campi verdi che ci circondavano. “Questi sono i 600 ettari della tenuta di Guido Venturini Del Greco coltivati con i nostri grani antichi”.

La tenuta di Castelnuovo Tancredi a Buonconvento

Un paio di minuti e siamo arrivati al mulino. Una costruzione bellissima, tutta in bioedilizia, perfettamente integrata nella dolce collina verde. Siamo entrati e Stefano, sempre con il suo entusiasmo e la sua carica di energia contagiosa, mi ha raccontato dove verrà posizionata la macina a pietra, dove saranno i forni a legna, dove metteranno il banco per la vendita del pane e i tavoli della pizzeria. “Immaginati qui fra un paio di mesi, in una serata d’estate. Proprio qui, vedi, ci sarà il portico con le luci; potrai sederti, immersa nel profumo della terra, ascoltando il canto dei grilli e mangiando i nostri prodotti appena sfornati dal forno a legna, laggiù”.

Veramente un mondo parallelo! Che già esiste negli occhi di Stefano, che già si respira in questa costruzione che profuma di legno, inondata dalla luce del sole del tardo pomeriggio e dal garrire delle rondini.

La struttura in bioedilizia che dovrà accogliere macina, vendita di grani e pizzeria

Ma facciamo un passo indietro. Chiedo a Stefano di raccontarmi come è nato tutto, partendo dalla scintilla del sogno, quella che ha messo in moto il progetto e lo ha portato da San Floro, un paesino di seicento anime nei pressi di Catanzaro, anche qui a Siena oltre che a Mesagne, in Puglia.

“Ho sempre amato la mia terra e già da alcuni anni, quando ero ancora studente di economia aziendale, avevo ideato il progetto agricolo Orto di famiglia a San Floro, il mio paese – inizia a descrivere –. Si trattava di orti biologici che siamo riusciti a costruire al posto di un’enorme discarica che doveva sorgere proprio in quella zona. Abbiamo convertito due ettari di terra di proprietà di famiglia in piccoli orti di 80 metri quadrati da affittare ai cittadini e da coltivare rigorosamente senza pesticidi”.

“In quel territorio – continua – i mulini purtroppo erano già tutti abbandonati e dismessi. L’unico attivo più vicino era in provincia di Crotone, ad un’ora e mezzo di macchina. Andavo là a portare un po’ di grano a macinare per fare pane a lievitazione naturale per uso domestico, che distribuivo anche agli amici dell’Orto. Ad un certo punto, dopo qualche mese, il mugnaio mi propose l’acquisto del mulino, perché lui voleva vendere”.

Ed è proprio in questo momento che è nato quello che è stato definito il “progetto folle” di Stefano per salvare l’ultima macina operativa, il progetto Mulinum che lo ha portato ad essere conosciuto come un lungimirante imprenditore agricolo tanto da essere insignito lo scorso novembre 2021 dell’Onorificenza al Merito per mano del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

“Dopo una trattativa fallita per acquistare autonomamente la macina dal mugnaio il quale aveva detto un prezzo e non voleva scendere di un centesimo e che era già in contrattazione con un altro acquirente interessato che veniva proprio da Siena (vedi il caso!), disperato ho lanciato un appello online, dando vita ad un crowdfunding – continua. – Era il 2016. Speravo di arrivare alla somma necessaria ma…  – e qui Stefano fa una pausa e poi, sorridendo, prosegue – quando il sogno inizia a prendere corpo succedono cose meravigliose, si aprono possibilità inimmaginabili. Nel giro di 90 giorni ho raccolto l’adesione dei primi 100 soci, per un totale di 500.000 euro. Siamo andati dal notaio ed abbiamo fondato la Mulinum srl”.

Da destra, la cagnetta Zara, Stefano Caccavari, Domenico Meddis, suo importante socio in Calabria e Guido Venturini Del Greco

Ma come è nata questa passione per il grano, per la farina, per te che non eri figlio di mugnai o di fornai e che all’epoca eri poco più che un ragazzo? Chiedo a Stefano

“Per caso lessi su una rivista, Terra Nuova, un dossier in cui si parlava delle farine che mangiamo e della loro provenienza. Si diceva di una riscoperta in Italia dei grani antichi e dei mulini a pietra. Da qui mi sono appassionato ed ho iniziato a documentarmi, a studiare come si faceva il pane una volta ed ho voluto riprodurre quel modello, sicuramente molto più salutare”.

Un’idea, un’emozione, una scintilla. E da lì il caso, o forse sarebbe più corretto dire il destino, gli ha presentato su un piatto d’argento l’opportunità: l’acquisto di una macina. Opportunità che gli ha permesso di regalare un paio di splendide ali al sogno. Da qui ha ideato una struttura più complessa. Dove il grano diventa farina. E la farina diventa un prodotto da forno, un’esperienza. Dove un’attività produttiva chiusa si trasforma in attività vissuta, condivisa.

E il progetto di Siena, come è arrivato? Continuo a chiedere

“Raccontai questa mia storia a Radio 24 – mi dice –. In quel momento la trasmissione era ascoltata da Massimiliano Leonardi di Roma. Massimiliano aveva un’attività ricettiva a Firenze e un caro amico qui a Buonconvento, Guido Venturini Del Greco. Parlò con entusiasmo a Guido del mio progetto dopo essermi venuto a trovare a San Floro”.

E così eccoci qua, con il sogno di Stefano che ora ha preso corpo anche in 600 ettari di terra di Guido Venturini Del Greco coltivati a grani antichi. Di nuovo un “message in a bottle” lanciato da questo ragazzo pieno di entusiasmo su facebook nel 2018 in cui raccontava del mulino a Siena e in pochissimo tempo nuovi soci, nuovi soldi per sviluppare l’attività. Poi iter burocratici e covid hanno purtroppo dato uno stop ma ora finalmente il progetto ha preso vita.

Guido Venturini Del Greco

Oggi la Mulinum srl conta 300 soci, di cui 104 qui a Buonconvento. Ma l’energia di Stefano non si ferma. Il suo sogno sarebbe quello di portare un mulino in ogni regione e, perché no, in ogni provincia. Chiunque sia interessato può scrivere una mail ai contatti che si trovano su Mulinum.it (https://mulinum.it/) e valutare l’opportunità di diventare socio di questo meraviglioso mondo parallelo.

Usciamo all’aria aperta e ci incamminiamo verso i campi di grano. Intanto chiedo a Stefano, così propositivo e determinato: cosa ti sentiresti di consigliare ad un giovane che come te ha un sogno ma non sa da dove partire per metterlo in piedi?

“Direi questo: una volta che l’idea è nata, la prima cosa è decidere con chi realizzarla e poi passare al cosa fare. Quindi il consiglio che mi sento di dare, alla luce della mia personale esperienza, è quello di circondarsi delle persone giuste e poi elaborare il cosa fare insieme”.

Giro lo sguardo e intorno a noi vedo solo bellezza, pace, la magnificenza della natura ed il progetto di questo ragazzo perfettamente integrato nel contesto.

“Hai mai camminato fra le spighe in un campo di grano?” mi chiede Stefano una volta giunti di fronte al mare verde accarezzato dalla brezza di primavera.

No, non ci sono mai stata. Mi prende per mano e mi dice: “Allora vieni, è una sensazione che non ti puoi perdere. Sei la prima persona che porto qui”. Sono emozionata. Gli stringo la mano e mi incammino. Solo il rumore dei nostri passi, il fruscio delle spighe mosse dal soffio leggero del vento, il sole che ci accarezza i volti, gli uccelli che cantano al risveglio della primavera. Sfioro le spighe, mi incanto a guardare una coccinella che si posa sul mio braccio. Penso che questa bellezza presto diventerà la farina che potrò mangiare, questa bellezza potrà entrare dentro di me e diventare un po’ anche me e mi sale la commozione. Sembra davvero tutto perfetto. Tutto come deve essere.

Ringrazio Stefano. Sono stati attimi che non potrò dimenticare. Lo saluto con la promessa che sarà solo un arrivederci, che tornerò a inebriarmi di queste emozioni fra un paio di mesi, quando le macine e i forni di Mulinum Buonconvento saranno attivi e potrò gustarmi una fantastica pizza sotto un cielo stellato. Lo saluto e gli faccio un’ultima domanda: se tu dovessi definire il tuo sogno, il tuo mondo parallelo, con una parola, cosa diresti?

Ci pensa un attimo e mi risponde: “Un sogno deve essere entusiasmante ma soprattutto deve essere incredibile, perché sennò non ti smuove dalla tua zona di comfort. Quindi in una parola direi: incredibile”.

Lo ringrazio di nuovo. Sono pronta a tornare. Mi incammino verso casa stringendo in mano due spighe di grano che Stefano mi ha colto dal mare verde e stringendo nel cuore queste sue ultime parole. Incredibile, un sogno deve essere incredibile. Solo così può portare alla realizzazione di un mondo parallelo. Ecco quello che mi porto a casa da questo meraviglioso viaggio. Sogno incredibile e gratitudine.

Chiara Bennati

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3 COMMENTS

    • Grazie Monica! Ho cercato di fare proprio questo…volevo trasmettere la mia emozione in quel campo di grano…felice che ti sia arrivata!

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