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giovedì, Novembre 21, 2024

Un nome a Siena per Giorgia

“Si scrive Pacciani, si legge Piccini”. E’ l’ultima “cattiveria politica” in una campagna per le Amministrative 2023 che probabilmente avrà in conclusione toni accesi e sguaiati, se non altro per recuperare i tempi perduti che si annunciano clamorosi.

Né centrosinistra, né centrodestra probabilmente riusciranno a partorire e avviare la campagna dei loro candidati prima di febbraio e, nel frattempo, il ministro Piantedosi potrebbe aver decretato la data dell’Election Day.

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Per le Regionali di Lazio e Lombardia sono stati ufficializzati il 12 e 13 febbraio. Per quelle di Friuli e Molise, oltre ai rinnovi di circa 800 consigli comunali con diciassette città capoluogo di provincia ed una di regione, non si andrà sicuramente a giugno come cinque anni fa, ma probabilmente ci si fermerà ad aprile, come ventilato sempre con più insistenza.

Il ministro Piantedosi al recente incontro coi sindaci di Roma, Milano e Napoli (Foto Michele Ciavarella, Mininterni)

Febbraio-aprile: forse molto poco per parlare in maniera convincente di strategie per la città. Per questo cresce la consapevolezza trionfante dell’ex rettore del Magistrato delle Contrade, Fabio Pacciani. Ha scritto qualche giorno fa sul proprio diario Fb: “Il Polo Civico è l’avversario da battere al primo turno. La paura fa novanta. (…) A luglio, all’inizio del nostro cammino, in molti avevano sperato che la nostra coalizione civica si sarebbe frantumata al primo scoglio e la mia candidatura sarebbe naufragata in pochi mesi. Oggi la realtà è un’altra: il Polo Civico è cresciuto e cresce il consenso attorno a un progetto e a una visione della Siena di domani, fatto di partecipazione reale, contenuti e proposte concrete per la città e per chi la abita (…)”.

Fabio Pacciani, candidato sindaco del Polo Civico

Pierluigi Piccini, probabilmente destinato a tornare consigliere comunale, si limita ad essere un grande elettore. Ancora alla guida di “Per Siena” fornisce allo schieramento di Pacciani i numeri più cospicui del civismo laico progressista, mentre all’altra estremità dello schieramento c’è il piuttosto apprezzato civismo cattolico liberale di Sena Civitas. Senza trascurare che nelle more di una decisione nel centrosinistra continua a crescere la lista sostenibile di Porcellotti & C. Ed è certo che entro un mese, quando saranno meno sbiaditi gli effettivi contendenti a Palazzo Civico, il Polo Civico resterà un paio di gradini avanti avendo formalizzato con largo anticipo il numero effettivo di liste di appoggio e i consiglieri in lizza.

Emanuele Montomoli

Altro candidato in attività è Emanuele Montomoli. Azione l’ha battezzato all’inizio, ma o il sostegno diventa a breve “campo largo” o rischia seriamente di essere un “bel nome” speso in maniera dissoluta. Lo scienziato senese nel momento sembra attrattivo di quell’area civica che a Siena vale più del 50% e alla quale tutti vogliono attingere. E ha accanto soggetti che conoscono sia la comunicazione che la politica: dichiararne fin da ora l’arrocco, sembra troppo tempestivo e riduttivo. Ma non si mette bene per lui.

E ora che le pale hanno smesso di ruotare intorno al sindaco in carica Luigi De Mossi – ma sarà davvero così? –, dal Centrodestra arrivano segnali di volontà di creare uno schieramento coeso e vittorioso. Tuttavia, sempre in generale ma specificatamente in questo contesto, ha più importanza la capacità di ascoltare e capire che quella dell’eloquenza e della promozione. Vogliamo dire che sull’ambito comunale la propaganda serve a poco, più o meno di tutti sappiamo il meglio e il peggio; diverso è se c’è chi si sforza di comprendere e aggregare. Un punto di incontro c’è sempre, ma talvolta non è evidente.

Luigi De Mossi, sindaco di Siena

Pertanto, rileggiamo insieme il contesto. Due settimane fa, De Mossi ha dichiarato il suo passo di lato e il suo endorsment per Massimo Castagnini, un professionista che ha uno dei ruoli fulcro nelle controllate dell’attuale amministrazione. Con la sua capacità di trovare anche soluzione trasversali, è un nome “affidabile” per De Mossi, ma non ha alcun pedigree di centrodestra, anzi. Quindi, nonostante le sue notevoli capacità amministrative, l’accoglimento è stato freddino; ed anzi qualcuno ritiene di averlo già “archiviato” con la chiacchiera affidata all’orecchio sul fatto che possa essere non compatibile.

Passa qualche giorno. Il 19 dicembre parte da Palazzo Civico una lettera del sindaco che dà appuntamento giovedì 22 a Palazzo Patrizi per una valutazione comune su “mandato, programma elettorale e comunicazione”; l’invito lo ricevono i tre partiti del centrodestra, cinque gruppi consiliari e quattro associazioni senesi. L’indomani la stampa quotidiana ne dà resoconto. Quello che comprendiamo dalla lettura è che De Mossi con i suoi atti testimonia che siamo nell’ambito di una strategia che non lo appassiona – introduce per venti minuti prima di andarsene -; che Enrico Tucci (FdI) e Marco Paglialunga diventano i rappresentanti, rispettivamente, del tavolo e della componente civica – cosa tuttavia che non viene confermata da tutti gli interessati l’indomani -; che esponenti della vita politica che hanno ampiamente favorito nel 2018 il successo del listino di De Mossi non sono presenti – dalle descrizioni sembrerebbero non invitati e tuttavia riaffiora la per nulla archiviata candidatura di Castagnini -; che effettivamente il clima è festivo, se non raggiante, ma sfugge l’elemento che ha determinato questo contesto gaio.

Il tavolo si dà tempi ristretti per continuare a lavorare: il 9 gennaio. Logica vorrebbe che si partirà da un accordo su un nome, ma i resoconti tendono a descrivere la supremazia di un contesto programmatico. Per allora comunque qualche altro nome avrà chiara evidenza. FdI più di tutti vuole spingere su un nome che la rappresenti; uno lo aveva già pronto ma è rimasto inespresso perché non precedentemente condiviso con FI e Lega – vedi anche https://www.lanazione.it/siena/cronaca/comunali-valzer-di-nomi-per-il-centrodestra-1.8415809 -. Il problema dei partiti, e in particolare di FdI, però, è che il nome rappresentativo sia anche vittorioso perché c’è assoluto bisogno di un risultato positivo a Siena, altrimenti lo spazio guadagnato per un deputato a Roma rischia di rinchiudersi immediatamente. Sul suo Fb, Tucci definisce frutto di “eccesso di libagioni festive” ogni nome finora reso pubblico.

L’evidenza è che il “misero” 43% di gradimento di De Mossi che, qualche mese fa, ha dato la stura alla fronda nei suoi confronti, oggi è reale chimera per il Centrodestra senese. Quanto valgono i tre partiti assieme in un’elezione amministrativa? Quale parte del fronte civico si riuscirà ad aggregare a questo progetto, lasciando ai non iscritti il senso di autonomia?

Forse per il Centrodestra è arrivato il momento di smettere di buttare via torsoli e bucce di pera. Vedremo cosa succederà. Di certo il viatico per un accesso al ballottaggio non potrà essere il celodurismo, la voglia di contare in proporzione dei risultati nazionali, la parcellizzazione territoriale delle nomine e il doppio binario dei partiti tradizionali che sembrerebbero dare Forza Italia in dialogo con Pacciani e la Lega in flirt con Montomoli. Quest’ultimo, lo ripetiamo, è un bel nome, potrebbe avere una ragione di essere approfondito ancorché un partito di opposizione nazionale gli abbia fatto per primo l’imprinting, ma dimezzerebbe, se non annullerebbe, il fronte civico che tuttora sostiene De Mossi, giacché gli screzi per il dimissionamento da assessore di Sara Pugliese non si sono sopiti. Vedremo.

Elly Schlein

Nel Centrosinistra al quiz “primarie” si aggiunge ora il tormentone “congresso” che riguarderà anche Siena. E ancora non è più il momento di parlare di “campo largo”. Se le primarie fossero di coalizione Ernesto Campanini, più che Massimo Vita, ma entrambi motivati, potrebbe portare agli estremi le contraddizioni dei Democratici che, solo grazie alla provincia, hanno tributato il loro favore – e lasciato diverse persone all’aperto a Fontebecci – a Elly Schlein.

(Le foto sono di profili pubblici di Fb)

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