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venerdì, Novembre 22, 2024

Sena Civitas, un anno vissuto facendo scelte

Claudio Marignani, coordinatore, racconta come si è partiti dal Polo Civico per finire in maggioranza

Un grazie caro Claudio Marignani per avermi permesso di condividere la serata di auguri del Circolo Sena Civitas. Mi è saltato agli occhi che quello che qualche mese fa era contenuto in una sala del ristorante il Bandierino, stavolta è risultato un po’ compresso in due sale…

Partiti come “scacciapensieri” della grande orchestra del centrodestra senese oggi si direbbe che, non vincolati alle gerarchie partitiche, siate diventati con disinvoltura la famiglia degli archi. Con qualcuno che già meriterebbe un’occasione da solista… Ti piace la metafora?

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“Diciamo che ci siamo, ci sentiamo accordati e pronti allo spartito per dare il nostro contributo. Come individui e soprattutto come gruppo coeso e solidale. Ci accontentiamo del ruolo e della rappresentanza che abbiamo e che ci è stato assegnato da 1.100 elettori”.

Ti sento preparato su ruoli orchestrali, non è che c’entra qualcosa il progetto “Siena, città della Musica”, cui dedicate per intero il penultimo numero del vostro giornalino? Immaginiamo sia tardi per beneficiare dei 14 milioni regionali per la cultura, ma sarà davvero la volta buona?

“Credo di sì! Il progetto sulla musica è proprio il frutto di un grande lavoro collettivo coordinato, che ha visto impegnati non solo iscritti al nostro circolo, con contatti e suggerimenti raccolti da circa 60 fra Istituzioni musicali e non, Associazioni, gruppi musicali e cantanti, corali, parrocchie, scuole di musica private, la banda etc… Una reale operazione di coinvolgimento della città dal basso. Un progetto che, secondo noi, porterà lavoro e qualificherà il mandato del Sindaco Nicoletta Fabio e di tutta la maggioranza, anche se non può esaurirsi in una legislatura. Ma l’importante è iniziare e rendere concreto il percorso”.

Oggi comunque volevamo ricordare l’anno che sta passando, chiedendoti valutazioni politiche su quanto avvenuto al Circolo. A gennaio con De Mossi che attua la forzatura Castagnini, appare molto probabile che il centrodestra andrà alle urne diviso. Voi intanto siete la gamba a destra del Polo civico… Quali erano i limiti del fare gruppo e trovare intese durature in quel rassemblement che è risultato il grande sconfitto delle elezioni?

“Quando nasce il Polo civico, c’era un centrodestra che non aveva ancora individuato la Fabio e che, dall’esterno, sembrava pensare ancora a De Mossi. Con De Mossi e soprattutto con il suo entourage, che poi ha messo in pista Castagnini, Sena Civitas aveva chiuso e nessun dialogo era possibile. Per questo avevamo partecipato a dare vita al Polo Civico, sostenendo con correttezza la candidatura di Pacciani. Non era stata una scelta semplice, quella di aggregarsi con alcuni dei componenti il Polo. Ma sembrava, per noi con iscritti in gran parte d’area moderata, la sola scelta coerente e abbiamo lavorato seriamente”.

Passano le settimane e Sena Civitas viene accusata di slealtà. Conoscendo te, Staderini e il Traballesi direi che qualcuno aveva bevuto, ma tant’è… Attendendosi un esito tirato, voto a voto, vi siete posti un quesito sul voto cattolico osservante. E avete tirato dentro Falorni… apriti cielo. Lo stesso Pacciani vi minaccia di scomunica. Non solo dovete rinunciare al Presidente uscente del Consiglio comunale ma dovete anche quasi chiedere pubblicamente di rientrare… Tutta questa umiltà non è da tutti. Un tuo commento o una diversa ricostruzione dei fatti?

“Beh, avevamo coinvolto forze, energie, preparato una lista, fatto un programma. Nessuno avrebbe capito. All’interno di Sena Civitas si era aperto un confronto serrato con tre posizioni distinte: ci siamo già spesi pubblicamente per Pacciani e la coerenza impone che si vada avanti almeno fino al ballottaggio; facciamo una lista autonoma con un nostro candidato e usciamo dal Polo Civico; facciamo una lista in appoggio a Nicoletta Fabio. A maggioranza fu votata la prima soluzione e, per ricompattare internamente, decisi di entrare in lista premettendo che non avrei ricoperto nessun tipo di ruolo esterno a Sena Civitas”.

“Vedi Duccio, noi non siamo in politica per fare i dispetti – continua -. Ci erano state date delle assicurazioni sulla volontà di allargare ulteriormente l’alleanza, in primis proprio da Pacciani, anche sollecitando un accordo politico nei confronti dell’amico Marco Falorni, persona stimata e seria. Prendemmo atto che chi si era esposto con noi non aveva l’autonomia che diceva di avere. Anche noi avevamo sbagliato a fidarci. La politica è così. Quando c’è un problema anche se ritieni di essere nel giusto te ne devi fare carico. Lo facemmo. Non certo chiedendo scusa. Qualcuno avrebbe voluto ma altri ci hanno pregato di restare trovando una soluzione di mediazione. Ma diversi rapporti si ruppero. Qualcuno non fu leale con noi. Ma è inutile recriminare. Quando fu chiaro che avevamo visto giusto, il fronte civico non aveva superato il ballottaggio e ci siamo tirati fuori; le nostre ragioni erano ormai inutili. Ma in verità alcuni rapporti con esponenti del centrodestra erano già iniziati, peraltro senza nascondere la cosa a chi di dovere”.

Il feeling coi civici dunque si chiude pubblicamente dopo il primo turno. Siete rimasti in buoni rapporti con Pacciani? A questo punto, unica fra le liste, vi volevano sia la Fabio che la Ferretti. Che cosa avete tenuto in conto per decidere la vostra nuova appartenenza?

“Pacciani non era politicamente autonomo… Aveva accettato un rapporto egemonico e non era più un primus inter pares. Era diventato evidente. Si, ebbi anche un cordialissimo colloquio con la Ferretti il giorno successivo al primo turno, e gli feci i complimenti come li avevo fatti a Nicoletta Fabio. Il centrodestra fu pronto a riconoscere la nostra natura e identità di raggruppamento moderato e legato alla città, accettando i nostri punti programmatici e la pari dignità. Anche in questo caso siamo andati al voto interno e a larghissima maggioranza fu deciso di esser trasparenti e chiari, motivando pubblicamente la scelta di appoggiare Nicoletta Fabio. Dentro al Polo Civico la cosa ovviamente non fu gradita, ma il Polo Civico era già finito, come poi hanno dichiarato nei giornali non solo Pacciani ma anche altri esponenti. Personalmente è stata una scelta naturale, molti degli attuali dirigenti del centrodestra erano stati iscritti al Popolo delle Libertà nel periodo in cui sono stato Segretario Provinciale. I legami si ricreano in un attimo quando ci sono stati anni e anni di militanza comune, anche se, a livello territoriale mantengo la convinzione che il ruolo civico sia essenziale. Solo che oggi prendo atto che i civici svolgono il loro ruolo in unione con i partiti, come i partiti da soli, sempre a livello territoriale, non hanno più il consenso necessario. È una costante nazionale. Per non lasciare inevasa parte della domanda, devo dire che, anche se non sono seguiti incontri, siamo stati cercati da esponenti della Sinistra che sosteneva la Ferretti, ma non dalla Ferretti. E questo, a mio avviso, credo sia stato, in generale, un fattore politico fortemente limitante per la Ferretti”.

Quella correttezza e beneducazione che sembrano contraddistinguere i primi atti amministrativi della sindaco Fabio sembrano anche segnare la differenza con il recente passato. E’ apparenza o realtà?

“Realtà. La Fabio ha stile e modalità di relazione completamente diversi dal suo predecessore. E anche i suoi collaboratori, per storia e formazione, hanno un profilo politicamente assai rigoroso”.

La vostra crescita è frutto di un sentimento di soccorso al vincitore o c’è dell’altro? Chi vuole avvicinarsi a Sena Civitas quali principi deve abbracciare e quali regole deve osservare?

“Siamo, potremmo dire, espressione di un ceto medio urbano di impiegati, professionisti, imprenditori, studenti. Culturalmente legato in maggioranza alla tradizione di un impegno politico di area moderata. In buona parte cattolici, discutiamo le cose al nostro interno senza nascondere nulla. Fra i nostri iscritti ci sono comunque amici con culture anche opposte, ma uniti dalla voglia di impegnarsi a favore della città e di tutti i cittadini. Siena ha bisogno di voltare pagina chiudendo con il passato; ha bisogno di gente che decide di riprendere in mano il proprio futuro. E la politica serve. E serve associarsi politicamente”.

Cosa Sena Civitas ritieni potrà esprimere alla città per il tramite dell’azione dell’Amministrazione Fabio?

“Noi pensiamo che la città debba avere un’attenzione alle cose quotidiane della vita della nostra collettività e, contemporaneamente, creare le basi per la Siena del futuro. Lavoriamo per questo. E’ comunque una idea che accomuna tutta la maggioranza. Ora però le idee e i progetti vanno messi a terra”.

Arrivano Natale e Capodanno. Per la prima festa gli auguri si fanno a tutti, per la seconda a qualcuno non si fanno. Giusto?

“Mah – che dire? -, un conto è il ragionamento sul fidarsi o meno politicamente di qualcuno, altro conto è togliere il saluto. Ognuno è responsabile delle proprie azioni. Io non voglio pensare a qualcuno nei termini di un nemico. Non si tratta di essere buoni… ma di sentirsi giusti”.

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