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venerdì, Novembre 22, 2024

Sovicille domani apre il suo presepe di comunità – VIDEO

Due chiacchiere con Beppe Gugliotti, sindaco e presidente della Società della Salute

Decidiamo insieme di usare la prima parte dell’intervista per fare promozione a un evento che lo merita. E lo merita talmente – parliamo del presepe vivente di Sovicille – da volerlo effettuare anche fuori tempo massimo, domani, domenica 14 gennaio. Non veniva allestito da prima del Covid e in quell’edizione del 2020 furono duemila i visitatori accorsi per trascorrere un pomeriggio a Sovicille.

Ingresso libero, panini, dolciumi e vin brulé, dalle 15:00 alle 19:00 con arrivo dei re magi alle 17:00, più di cinquanta figuranti del paese… Cosa aggiungere signor Sindaco Giuseppe “Beppe” Gugliotti?

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“Che meriterebbe andare a vedere anche la mostra di presepi e dei dipinti di ispirazione natalizia nella Tinaia e che io non indosserò costumi perché qualcuno che svolge le funzioni formali verso gli ospiti serve”.

Un sorriso introduce un concetto pesante: “Non potevamo annullare dopo le intemperie che lo impedirono il 7 gennaio – ci dice – in segno di rispetto per quello che hanno realizzato i cittadini e le Associazioni. A mio parere il compito della politica è costruire comunità che si rispettino… E quale occasione è migliore di un presepe vivente? Un amministratore che guida un territorio deve rendere possibile il partecipare e non far caso al parteggiare”.

La frase basterebbe a far meritare a Gugliotti un nuovo mandato alle elezioni di primavera, ma… per ora non può. Dopo il parere positivo dell’Anci sul terzo mandato nei comuni inferiori a 15 mila abitanti, in molti danno per scontato che la deroga sia accordata.

Ma per farlo serve una legge che lo preveda e per ora non c’è… Considerazioni in merito Signor Sindaco?

“Stiamo a vedere. Ci informano da Roma che ci sarebbe un accordo bipartisan acquisito per derogare sul terzo mandato, ma al momento c’è un divieto assoluto. Io nel frattempo resterò a disposizione per lavorare ancora a favore del territorio”.

Crediamo che nella sua cultura ci sia il campo largo di Enrico Letta, quindi in un’ipotetica campagna elettorale il centrosinistra si aprirebbe anche ai cinquestelle che sul territorio hanno personaggi di peso?

“Decideranno il partito e la coalizione. Nel mondo variegato dei cinquestelle ci sono tante persone serie e perbene con le quali riterrei possibile collaborare. Rimane, in una parte di quel movimento, una tendenza al populismo giustizialista soprattutto nei confronti dei partiti che sono invece organizzazioni che molti meriti hanno nell’aver costruito e conservato la democrazia in Italia. Vediamo, quindi”.

Siamo in un locale pubblico di Pian dei Mori, più o meno tutti si avvicinano al loro “sindaco di due metri” per salutarlo. Ha uno strano modo di parlare, estremamente compìto. Quando affronta un saluto o un concetto da esprimere lo fa con pacatezza, teso all’espressione di un concetto… Ci sorge spontanea la successiva domanda…

Senti Beppe, ma come fai con la tua educazione a stare in politica? Sui mezzi di informazione il politico di successo è quello che fa rumore e crea un’emozione…

“Mi fa piacere la tua considerazione. Sui social, più che altrove, effettivamente è così. Io resto convinto della mia idea che i toni vadano stemperati e i registri vadano tenuti pacati e dialoganti. Non bisogna chiudersi alle critiche, purché costruttive e non preconcette e sterili. Sono sempre benvenute perché ci spingono a provare a capire meglio. De Mita diceva che bisogna sempre ascoltare le ragioni del vicino che protesta…”

Signor sindaco ti concedi alla maniera social? Sì, fai pure. Colore preferito? Azzurro. Film preferito? Ce ne sono diversi, ma direi Gli Intoccabili. Piatto preferito? Senza dubbi: la zuppa di fagioli. Musica preferita? Battiato. Passeggiata preferita (e da consigliare)? La Torri-Stigliano.

Ci sono state giornalate di rappresentanti di circoli ambientalisti su quelli che hanno definito “scempi” operati sulla Montagnola dai tagli di legna…

“Ogni Comune della Montagnola, come l’Unione dei Comuni della Val di Merse, con il concorso della Regione e dei Carabinieri Forestali sono già molto impegnati nella tutela e nella corretta coltura del bosco ceduo. I controlli sull’operato delle aziende che operano tagli e prelievi di piante sono attenti e continui. Laddove sono stati riscontrati comportamenti scorretti, sono scattate le sanzioni. Se poi vogliamo fare altri passi nell’individuazione di ulteriori buone pratiche che vadano oltre quello che già prescrive la legge, occorre, a parere mio, promuovere incontri, conciliazioni, accordi e protocolli di ragionevolezza con il consenso di tutte le parti. Percorsi che se costruiti con pazienza e senza la pretesa – da alcuna parte – di detenere verità assolute, non vedranno alcuna delle parti sottrarsi”.

A parte questo il Comune di Sovicille una propria politica di rimboschimento la patrocina ad ogni livello. Per esempio, più di tremila alberi – cioè tanti quanti saranno le prossime matricole dell’Università – saranno messi a dimora sul territorio nel 2024; in particolare alle Volte Basse e in Pian dei Mori. Vero, signor sindaco?

“Beh, sì. Questa è notizia di pochi giorni fa. Ringraziamo l’Università per questa azione di sostenibilità che ha scelto il nostro territorio. Saranno lecci, coltivati al Ruffolo nel vivaio il Campino, la cui gestione è al momento affidata ai comuni della Valdimerse”.

Gugliotti ha una forte considerazione nel Partito. Avversari politici lo definiscono parte di una “triade del male” insieme al senatore Franceschelli e al presidente della provincia David Bussagli. Di certo non ha paura di esprimersi: ritroviamo sui social un suo messaggio pre-elettorale ad Anna Ferretti da cui emergono convinzione e amicizia.

Oggi diresti le stesse cose ad Anna Ferretti, personaggio quasi emarginato in consiglio comunale a Siena?

“Certamente sì. Non è cambiato nulla, Anna merita stima e amicizia. Ritengo che resti una grande risorsa per la comunità senese anche se il suo carattere schietto a volte può averla isolata. Tutto ciò non potrà mai offuscare quello che è positivo di Anna: quand’è al servizio della comunità non si risparmia mai e mette a disposizione il suo contributo di competenza e di umanità”.

E il Partito che fa a Siena? Vuole ridarsi una guida?

“A Siena il partito ha tantissimi militanti appassionati, intelligenti e preparati. Ho visto che si stanno svolgendo molte iniziative pubbliche tese a portare la discussione fuori dalle sedi istituzionali, a offrire un coinvolgimento anche a chi se ne è andato dopo tesseramenti di lunga data. Credo che una soluzione stia per arrivare”.

Continuiamo a guardare ad est e parlare del capoluogo. Il precedente sindaco – Luigi De Mossi – rivolto al tuo ruolo di presidente della società della Salute ti accusò di essere un nemico della città. E più tardi è divenuta vox populi che avere Siena in mano al centrodestra poteva permettere di guidare la provincia anche da… Poggibonsi. Che ne pensi?

“Non credo che Luigi mi abbia mai accusato di essere nemico della città; ci sono stati momenti di vivace dialettica, questo sì: il che mi è anche dispiaciuto perché conosco Luigi da una vita. Ma talvolta succede e con il tempo i rapporti personali, che vanno oltre le divisioni politiche, si ricompongono. Nei fatti, la Società della Salute opera e ha sempre operato, grazie alle eccellenti professionalità che esprime, con competenza e con grande attenzione su tutto il suo territorio, compresa naturalmente la città: quello che mi pare necessario – e con un Consorzio di Comuni e ASL com’è la SDS lo si può fare – è lavorare, sinergicamente, per cercare di dare all’intero territorio servizi diffusi, capillari e, soprattutto, omogenei”.

Queste insofferenze che il capoluogo esprime a intervalli sempre più brevi, checché sia la forza politica che ha la responsabilità di governo, risiedono nel fatto che Siena non riesce più a sostenere i servizi per la popolazione non residente che l’affolla ogni giorno? Ci sarà qualche incorporazione a breve?

“Quando tratto quest’argomento uso sempre il criterio geografico per spiegarmi. Grosseto ha un territorio comunale di 470 kmq, Arezzo di 380 kmq, Siena invece ne ha soli 118 kmq, addirittura più piccolo di Sovicille che ne ha 143. Questo comporta assolutamente che il capoluogo debba tenere una relazione stretta con il suo hinterland – oltreché naturalmente con la Provincia – che poi si lega alla storia passata della Repubblica senese che definiva il suo immediato contado con la generica definizione de le “masse” e che ha costruito la sua forza su questo legame: l’affresco del Buon Governo ce lo racconta. Penso che questa “relazione stretta” debba essere avvertita come asset strategico. Non ci saranno incorporazioni di parti dei comuni o diversi assetti amministrativi, ma credo, però, che la chiave di volta stia nella collaborazione reciproca. Lo ridico: più si crea coesione e più che tutto il territorio ne trae vantaggio. I comuni della Provincia hanno necessità di una stretta sinergia con Siena, quanto Siena ha bisogno dei territori della sua provincia. Qui torno al mio tormentone che la politica debba creare comunità, anche in senso lato”.

Un suo compagno-amico, nonché decano di partito, Pierpaolo Fiorenzani quanto a risorse e prospettiva accusa di miopia il capoluogo per essersi sottratto del tutto dalla prospettiva di utilizzo delle acque potabili di Montedoglio. Questo lascerebbe Siena dipendente, in pratica, dalle sole sorgenti di Rosia. Qual è l’approccio alla questione del Comune di Sovicille e cosa ne pensa nell’ambito dell’Unione Valmersana dove la possibile diga di Pian di Feccia si annuncia come tema di campagna elettorale sia a Chiusdino che a Monticiano?

“Pierpaolo è un grande amico e pone temi importanti. Noi sappiamo il valore delle nostre sorgenti del Luco e per conto della comunità vasta della provincia ci impegniamo nella loro protezione e tutela, anche se deve essere chiaro che un bene di tutti, come i nostri pozzi del Luco, va tutelato con il concorso e il contributo di tutti. Altresì seguiamo con attenzione e interesse l’impegno espresso dal Consorzio di Bonifica di creare piccoli invasi diffusi per recuperare le acque. Per quanto riguarda Pian di Feccia si tratta di un’opera idraulica posta nelle immediatezze di un’area di straordinario pregio – siamo nella zona di San Galgano -, che sarebbe decisamente troppo imponente e impattante: sinceramente, dopo quanto successo e valutato qualche decennio fa, ero convinto che questa opzione fosse ormai stata definitivamente archiviata e mi sorprende che torni di attualità. Mia personale opinione è che l’invaso di Pian di Feccia non si farà: ma sicuramente, se dovesse riproporsi seriamente all’ordine del giorno, io mi esprimerò in maniera fortemente contraria”.

Chiudiamo con le soddisfazioni del tuo lungo – ma che forse non si interromperà – mandato amministrativo che include anche la presidenza pro tempore dell’Unione dei Comuni Valmersani…

“C’è un’emozione che risale a poco tempo fa. Il risanamento dell’abitato di Torri, personalmente, mi rende orgoglioso anche perché è stato un percorso veramente partito dal basso, sentendo tutti e vivendolo con tutti. Un’altra soddisfazione è rappresentata dal consolidamento della Società della Salute come strumento importante di erogazione dei servizi socioassistenziali e sociosanitari. Terzo aspetto che cito sono gli anni di lavori con associazioni di volontariato e cittadini che, al di là dell’opera del momento, hanno consolidato il tessuto comunitario che è il più grande patrimonio che abbiamo, aumentando la partecipazione. Ma diversi altri ce ne sarebbero, anche se il Sindaco è un servizio in cui, spesso, le responsabilità sono certe e le soddisfazioni risicate. Con tutto questo, ringrazio di cuore chi mi ha dato l’opportunità e mi ha fatto l’onore di poter essere sindaco di questa comunità: un’esperienza di inestimabile valore in termini di crescita umana”.

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