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martedì, Maggio 14, 2024

“Grazie Fedez, ora donare plasma diventa mission possible”

Unanimi gli ospiti del Festival: il traino della propaganda del cantante fa bene a chi raccoglie questa linfa preziosa

“Ben vengano gli influencer, se aiutano ad aumentare il numero di donazioni”. Simona Carli, direttrice del centro regionale sangue toscano, esprime apprezzamento verso l’appello fatto da Fedez dopo essere stato salvato dalle donazioni di sangue.

“È un appello importante – ha detto Carli – perché il sangue serve alla gente. Vip o no. Ma le donazioni non devono basarsi su necessità e appelli, per quanto importanti. Ma devono essere costanti nel tempo”.

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L’appuntamento “Donare plasma: mission possible!” ospitato da Canale 3 nell’ambito del XVI Festival della Salute di Siena, si apre con la citazione del popolare cantante e marito di Chiara Ferragni. Ma qual è la differenza tra plasma e sangue, chiede il moderatore Franz Campi…

“Il plasma è la parte liquida del sangue – precisa Simona Carli – l’acquetta bianca che esce dalla ferita quando ci si taglia. E a differenza del sangue, quasi nessuno sa a che cosa serva. Dal plasma otteniamo prodotti farmaceutici salvavita per emofilici, i fattori di coagulazione, le immunoglobuline. La donazione del plasma è particolarmente indicata per le donne perché più leggera, anche se richiede più tempo. Il sangue donato viene lavorato e i globuli rossi separati dal plasma sono infusi di nuovo nell’organismo del donatore”.

Francesco da Prato, di Takeda Italia (foto), rappresenta un’azienda farmaceutica con 20mila sedi nel mondo. “Al momento abbiamo vinto la gara del consorzio Planet per la lavorazione del plasma in diverse regioni, Toscana, Lazio, Marche, Campania Molise. Raccogliamo quanto donato e lo restituiamo alle diverse regioni quanto offerto sotto forma di albumina (utile in caso di shock, ustioni), immunoglobuline endovenose e sottocute, fattori della coagulazione ottavo e nono, complessi protrombinici, vitamina C. Sono tutti farmaci che fanno parte di terapie salvavita”.

Vincenzo De Angelis, direttore centro nazionale sangue, punta sulla crisi di donazioni che ci attende in futuro. “I cittadini tra i 18 e i 65 anni in salute sono potenziali donatori. Durante il Covid abbiamo perso una fetta importante che dobbiamo recuperare. Purtroppo, se facciamo il confronto tra il 1978, quando nacque il SSN, e vennero alla luce 800mila bambini, e il 2022, quando non ne sono nati nemmeno 400mila, la situazione non appare ottimistica. Stranamente, quest’anno non abbiamo avuto carenze estive di sangue per la prima volta da quando ricopro questa posizione. E dal Covid è la prima volta che abbiamo un segno positivo per il plasma”.

La costruzione di progetti mirati, secondo Carli, aiuta le donazioni. “Mandiamo come Regione Toscana prodotti gratis in Albania dove non curano gli emofilici. E la comunità albanese toscana ha alzato le donazioni. Le donne musulmane poi donano molto più delle italiane, con il loro 60%”.

“Noi ci basiamo su due numeri, 18 (kg di plasma necessari) e 40 (unità di sangue intero per mille abitanti), le quantità che servono per garantire il diritto alla trasfusione, parte di quello alla salute sancito dall’articolo 32 della Costituzione. La Toscana, con Marche, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, fa parte delle regioni virtuose – dice De Angelis -. Lombardia, Trento e Bolzano, Abruzzo fanno bene ma potrebbero fare meglio. Lazio, Campania e Calabria sono sotto la soglia”.

“Non volevo fare liste nere, sia chiaro – conclude Franz Campi con una battuta – era per organizzare il tour di Fedez del prossimo anno”.

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