Sinistra, Chiti invita a selezionare le vere radici

Nel suo libro, “Il destino di un’idea e il futuro della Sinistra – Pci e cattolici una radice della diversità” (Guerini e Associati), Vannino Chiti coglie a suo modo l’occasione dei cent’anni dalla nascita del Pci per rileggere, attraverso tre figure fondamentali – Gramsci, Togliatti e Berlinguer – quello che l’autore ritiene essere un filo di pensiero che ha reso diversa l’elaborazione teorica e la pratica politica dei comunisti italiani: il confronto costante con la questione cattolica, in tutti i suoi molteplici aspetti sia di questione religiosa, che di questione vaticana.

E’ un punto di vista non nuovo per l’autore che, dalla sua, oltre al ruolo intellettuale, ha anche una lunga militanza politica e una presenza importante nelle Istituzioni.

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Una tensione etica traspare in ogni pagina: Non è la nostalgia, quanto la preoccupazione della liquidazione acritica di una lunga fase storica – classificata come Prima Repubblica e pertanto da rottamare – che muove l’autore. Il rifiuto della liquidazione semplicistica. Insomma, il suo sforzo intellettuale è mosso dalla volontà di “costruire una memoria storica comune”.

Senza una memoria condivisa non sarà possibile ricostruire una Sinistra italiana ed europea e neppure invertire il declino del Paese e dello stesso continente europeo.

Nella prefazione, colpiscono le constatazioni – amare – dell’autore di come, nell’era della globalizzazione, non esista un partito europeo dei Progressisti e neppure un’Internazionale democratica.

La parte terza del libro merita di essere letta tutta di un fiato. Scorre veloce, un punto di vista sugli anni Novanta, “a volo d’uccello”, ma sufficiente a far capire le trasformazioni profonde della società e della politica italiana e il lungo processo di transizione ancora aperto.

Con la questione religiosa ancora aperta. A livello globale e come occupazione della destra. Con posizioni ostili alle altre fedi. E con settori della società italiana che pensano di risolvere le nuove sfide ricostruendo la Dc. E’ il pluralismo?

Il libro insomma pone temi che più che al passato guardano al futuro. Non sono pagine da sfogliare per “affrescare” la memoria. Piuttosto per “selezionare le radici” di un mondo migliore.

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