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venerdì, Aprile 26, 2024

Farmaè, boom toscano della parafarmacia

Riceviamo e pubblichiamo un’anticipazione dal numero di marzo del periodico Leasing Magazine diretto da Gianfranco Antognoli. In questo servizio, Gianluca Domenici intervista Riccardo Iacometti e descrive il suo “sogno italiano” chiamato Farmaè: “Un’intuizione, un sogno in cui credere fortemente e il successo della sua azienda, in pochi anni leader assoluta della parafarmacia in Italia”. Riccardo Iacometti è nato a Viareggio il 16 luglio 1963. Dopo aver conseguito il diploma in Ragioneria, ha conseguito la laurea in Economia e Commercio honoris causa presso la Leibniz University nel 2005. Ha iniziato la propria attività professionale in Walgreens Boots Alliance Group – Alliance Healthcare Italia: dapprima (tra il 1987 e il 2007) con ruoli funzionali, dalla logistica al commerciale, ivi inclusa la gestione delle 30 farmacie ex comunali, con partecipazione nel consiglio di amministrazione delle stesse; successivamente (dal 2007 al 2012) rivestendo il ruolo di direttore generale dell’intero gruppo italiano. Dal 2014 è fondatore, socio e amministratore delegato di Farmaè.

Anche stavolta siamo felici di andare a trovare un ottimo imprenditore ed una bella persona che ci racconterà, con semplicità, di una storia bella. Quella dell’imprenditore Riccardo Iacometti e della sua Farmaè.

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In pochi anni, questa azienda leader nazionale del settore parafarmaceutico ha bruciato le tappe, con incrementi a tanti zeri e numeri da capogiro. Un vero boom. Le chiedo, in pochissime e stringate parole, di spiegare ai nostri lettori che cosa è Farmaè?

“Farmaè nasce come un punto vendita di parafarmacia. Poi, i fratelli Maglione della Valnan Communications mi hanno convinto a realizzare un sito e da lì è iniziato il tutto. Oggi Farmaè è l’espressione on line di tutto quello che è il mondo della salute e del benessere”.

Cosa si trova su farmae.it?

“Più di 40 mila referenze con sconti che mediamente si aggirano intorno al 30%”.

Quando è iniziato il tutto?

“Nel 2014, e siamo cresciuti molto in fretta… Abbiamo cominciato in tre mentre oggi siamo in 210 persone. Dal 2019 siamo quotati in borsa”.

Allora partiamo con i “freddi numeri”: fatturato dell’azienda?

“Il più recente dato ufficiale in mio possesso riguarda il bilancio dei primi nove mesi del 2021: abbiamo registrato ricavi per 58,7 milioni di euro”.

Quanti prodotti sono stati venduti in quei nove mesi?

“Cinque milioni e 944mila”.

Uno stabilimento di Farmaè, azienda toscana, leader nazionale nella Parafarmacia

E il numero di visitatori delle vostre piattaforme online?

“Oltre i 28 milioni”.

Quali le regioni più attive negli acquisti sul web?

“La prima è la Lombardia. Poi il Veneto, seguito da Piemonte, Emilia Romagna e Toscana. Molto probabilmente queste sono anche le regioni che hanno più propensione ad acquistare online”.

Dai numeri passiamo ai “luoghi” di Farmaè…

“Gli uffici direzionali sono a Viareggio, in due edifici di via Marco Polo, mentre gli uffici acquisti si trovano in Piazza Mazzini. Abbiamo poi un sito logistico automatizzato a Migliarino Pisano”.

E cosa ci dice della sua squadra di 210 persone?

“Sono tutti ragazzi, il più vecchio sono io…! Diciamo che l’arma vincente di Farmaè è stata proprio quella di circondarmi di persone che ne sanno più di me”.

In che senso?

“Io non sono sicuramente un tuttologo. Posso aver avuto l’intuizione giusta, però poi ci vogliono persone che vadano a declinare quel tipo d’intuizione e la mettano a punto. All’interno della nostra struttura ci sono vari direttori, dalla logistica agli acquisti, dal marketing alla comunicazione, che hanno carta bianca”.

Carta bianca?

“Sì, hanno dei budget ed hanno carta bianca su come andare a sviluppare quel budget. Anche, ad esempio, per quanto riguarda le assunzioni, io non vedo nessuno… sono altri a provvedere a questo. Perché sono dell’idea che la squadra la fa l’allenatore, non il presidente. C’è un ufficio delle risorse umane poi, a quel punto, ogni direttore si sceglie la propria squadra”.

Novità aziendali degli ultimi tempi?

“Lo scorso anno abbiamo acquistato una nuova piattaforma, per importanza la seconda in Italia dopo Farmaè: si chiama Amica Farmacia e si trova vicino a Torino, a Bagnolo Piemonte. A partire dal prossimo giugno appronteremo una nuova piattaforma logistica e automatizzata di 5 mila metri, proseguendo nel nostro processo di crescita”.

Ma verrà inglobata in Farmaè oppure resterà una piattaforma distinta?

“Un portale distinto e separato”.

Precedentemente era nata invece Beautyè…

“Esatto, nel corso del 2020 abbiamo lanciato Beautyè, aprendo un negozio di tre piani, sulla Passeggiata a mare di Viareggio, con annesso portale, ovvero beautye.it”.

Di cosa si occupa?

“Di tutto quello che riguarda make-up, fragranze, profumi, skin care, con marchi di lusso. Come per Farmacia Amica, anche Beautyè è un portale separato ma che si riconduce però alla casa madre Farmaè. Poi, sempre parlando di 2020, abbiamo operato un’altra acquisizione”.

Quale?

“Si chiama Sanort, altra piattaforma logistica che dispensa, in questo caso, prodotti di ortopedia pesante. Tutte queste acquisizioni vanno nella direzione di poter abbracciare a 360 gradi tutte le necessità che può avere la persona”.

Prima mi diceva, testualmente, che ponete molta “attenzione alle persone”. Cosa intendeva dire?

“Il nostro punto focale converge verso due tipi di persone: i clienti, ma anche le persone che lavorano con noi. Abbiamo un nostro welfare aziendale che prevede un’assicurazione privata per tutto il personale, al quale offriamo poi continui corsi di aggiornamento e corsi volti ad implementare ed arricchire la cultura di ciascuno di loro. E, a proposito di personale, si osserva un fenomeno davvero particolare…”

Ci dica..

“Oltre il 70% è di sesso femminile”.

Ed è una scelta pianificata “a monte”?

“No, non è un dato voluto, ma un dato di fatto. Io credo comunque che per certi tipi di lavoro le donne siano molto meglio degli uomini”.

Un suo sogno in ambito professionale?

“Riuscire a creare un’azienda che vada avanti senza di me”.

Ci spieghi meglio…

“Gran parte delle aziende italiane sono legate alla persona: quando viene meno la persona, l’azienda viene venduta o l’azienda inizia a peggiorare. Mi piacerebbe che se un giorno mi succedesse qualcosa, e questo può succedere a tutti, oppure se scegliessi, per fare un esempio più allegro, di andare a vivere in Brasile… l’azienda non se ne dovesse nemmeno accorgere”.

A cura di Gianluca Domenici

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