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domenica, Ottobre 13, 2024

Incredibile, Pil più alto d’Europa. Ma ora tocca alla P.A.

Un rimbalzo così prodigioso non era certo previsto: l’Italia diventerà la locomotiva della U.E.? Un Pil record come quello previsto a fine 2021 – di poco inferiore al 6% – costringe a rifare i conti positivamente e l’onda dello sviluppo potrebbe essere destinata a durare nel tempo…

Dopo la ripresa certificata del PIL che ha già consentito di raggiungere i livelli di produzione ottimali del periodo pre-Covid, anche grazie ai fondi pubblici della “Next generation UE”, il trend di crescita potrebbe essere sostenuto e anche duraturo.

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Dobbiamo poter affermare che se il “virus” sparirà o comunque sarà’ messo sotto controllo dalla politica dei vaccini, la voglia di riemergere e lo spirito di rivalsa e di ripresa delle imprese e delle famiglie in Italia saranno senza paragoni.

Il nostro Paese in autunno, infatti, se la pandemia non riprenderà, vedrà una vera e propria liberazione di energia positiva e di sviluppo economico. Ci sarà consentito di recuperare i deficit strutturali “storici” del nostro Paese e si potrà avere così, quasi sicuramente, un eccezionale recupero di produttività e competitività.

Siamo in buona sostanza alla premessa di nuovi importanti investimenti in tutti i settori. Le imprese dovranno aumentare la cosiddetta massa critica, probabilmente accelerare fusioni, incorporazioni e crescite dimensionali in tutti i settori – non solo creditizi – ma anche produttivi e commerciali.

Se poi i fondi europei del PNRR aiuteranno a superare le strozzature che hanno finora limitato e frenato – nella P.A. e nel privato – la crescita e lo sviluppo, avremo una accelerazione con il ruolo della banca e della finanza ancora più centrale per accompagnare gli investimenti necessari.

Le disponibilità finanziarie dovranno infatti accompagnare il processo di aggregazione e una nuova struttura dimensionale dell’offerta a fronte di una nuova domanda crescente a livello domestico e internazionale.

La maggioranza delle aziende manifatturiere, e non solo, già oggi vede l’inizio di un prolungato e stabile ciclo economico espansivo: mai come ora, fin dal 2005, è stato così massimo il livello di fiducia delle imprese e anche degli stessi consumatori…

Dunque un risultato ben superiore alle attese e alle previsioni può portare l’incremento del PIL italiano del 2021 fino al 6% e forse anche oltre… Ma tutto però dipenderà dall’andamento della “pandemia” perché il contributo di turismo e ristorazione si fermerebbe di nuovo di fronte ad eventuali future nuove restrizioni.

Quando l’ISTAT a fine luglio ha fornito i dati della crescita del PIL è stata una positiva sorpresa per tutti perché superiore ai dati degli altri paesi europei e alle stesse più rosee previsioni degli analisti (Def e non solo…).

La maggior ricchezza prodotta produrrà ora maggiori entrate fiscali e minor incidenza quindi del debito pubblico sul Pil che rappresenta, come ben noto a tutti, la vera sfida al futuro per “l’azienda Italia” nella competizione europea e mondiale…

Se il virus ed i suoi effetti resteranno sotto controllo, come c’è da augurarsi – rispettando le prescrizioni ed il buon senso – avremo prospettive economiche e produttive impensabili fino a pochi mesi fa.

Gli ordini sono infatti già oggi di andamento crescente così come la produzione industriale e, di conseguenza, la fiducia delle famiglie e delle imprese è altissima ed il clima positivo rappresenta il miglior incentivo per investimenti e occupazione.

Con le riforme previste dal PNRR, il governo Draghi stima una crescita legata al miglior andamento e comportamento della Pubblica amministrazione. In realtà la P.A. inefficiente ha costituito finora il tappo ed il laccio che ha frenato infrastrutture e sviluppo reale della nostra economia: ne hanno sofferto le infrastrutture necessarie che hanno reso finora meno competitive le nostre imprese e la nostra produttività, facendo espellere dal mondo del lavoro troppe unità impiegate…

Il valore aggiunto del lavoro potrà iniziare a ricrescere con la conseguente creazione di valore per le aziende e per l’intero Paese se infrastrutture, politica e pubblica amministrazione prenderanno finalmente il posto che debbono avere nell’interesse vero di tutti i cittadini.

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