Il PNRR da solo non sarà sufficiente a realizzare una ripresa effettiva della nostra economia senza il necessario coinvolgimento degli imprenditori. Investimenti privati e recovery found, la ripresa passa da questo binomio e dall’azione congiunta.
Questa è l’indicazione condivisa dal Governo e dagli osservatori più qualificati dell’UE e chiama in causa direttamente gli imprenditori privati e le banche per il necessario co-investimento con la possibilità, non remota, che una vera e propria fiammata di inflazione produca un rallentamento se non addirittura un’inversione della politica monetaria “a tasso zero”.
Occorre quindi da subito evitare che si sprechi la fiducia condivisa sulla speranza di ripresa dopo la pandemia. Per questo è necessario che le imprese producano un piano di investimento aggiuntivo e complementare rispetto a quello previsto dal PNRR, facendo ripartire anche una ripresa occupazionale nei termini auspicati dal decreto “Ristori 2”.
Il governo Draghi, forte della sua autorevolezza, interna e internazionale, può finalmente creare una cornice favorevole realizzando le riforme legislative strutturali necessarie (in primis quelle della Giustizia e della Pubblica amministrazione). Gli imprenditori, però, insieme alle loro associazioni, devono crederci e agire di conseguenza producendo investimenti (di prodotto e di processo).
Il Governo ha infatti dichiarato che la dotazione del PNRR è una condizione per la ripresa ma non una sicura garanzia di successo per una ripresa forte e duratura: una ripresa che risulti sostenibile e capace di reagire positivamente agli “shock” che ci aspettano in un prossimo futuro.
Occorre erogare un Servizio pubblico più efficiente ed efficace, ma soprattutto cambiare passo nel reclutare, gestire, formare e motivare le risorse umane della PA. E per fare questo occorre investire pesantemente nel sistema educativo, per migliorare le competenze e le professionalità necessarie. Centrale da questo punto di vista, le premesse per lo sviluppo sono il ruolo delle Infrastrutture della Scuola e della Pubblica amministrazione.
Il Piano Nazionale di ripresa e resilienza è l’occasione, da non perdere, per vincere la sfida di modernizzazione del Paese e poter consegnare un’Italia migliore alle future generazioni.
Sul piano della transizione digitale ci sono infatti 50mld del Next generation EU, cioè investimenti destinati a realizzare progetti concreti per svecchiare la PA, per irrobustire le competenze digitali e l’intero sistema educativo. E poi sviluppare e migliorare la Sanità e ed aiutare le imprese produttive impegnate nell’Industria 4.0 in presenza di un quadro di riferimento preoccupante del Paese rispetto alla Concorrenza europea e dei competitor emergenti.
Occorre quindi realizzare e completare un’innovazione tecnologica per accelerare l’intero sistema industriale, per recuperare il GAP di produttività, per guadagnare competitività come “sistema Paese”. E rinnovare i nostri modelli di business nel contesto internazionale.
La concorrenza infatti non è solo un problema delle singole imprese, ma un problema di sistema che si confronta in modo concorrenziale sul mercato sempre più globale.