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giovedì, Marzo 28, 2024

Un “Nuovo Rinascimento” è una responsabilità verso i giovani

C’è un fatto economico particolare che conferma una nuova positività della nostra economia: i dati del Leasing sono tornati al livello 2019 (pre Covid) e questo, come noto, risulta essere il prodotto finanziario che dà la misura della propensione degli investimenti.

Gli investimenti, infatti, sono la premessa per la ripresa, sviluppo e occupazione ora che siamo anche in attesa dell’arrivo della prima tranche dei finanziamenti europei per il rilancio del Paese. Per un possibile “rinascimento italiano” occorre però una ripresa forte dei valori morali oltre che professionali e del merito  che muovono gli obiettivi ed esaltano la missione degli operatori economici, imprenditori e lavoratori, in tutti i settori produttivi dall’agricoltura all’industria e artigianato insieme al commercio e servizi al territorio, comprese attività turistiche e culturali.

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La domanda per un futuro più etico e sostenibile comporta nuove, rinnovate vocazioni morali oltre che di impegno professionale soprattutto nelle giovani generazioni alle quali molto più che ad altri è rivolto il piano europeo “New generation E.U.”. Una nuova stagione da opporre alle logiche delle contrapposizioni fittizie ed interessate, un nuovo codice delle responsabilità personali per stabilire una disciplina “di servizio” nella logica cioè di guardare al bene più generale del Paese e delle istituzioni, senza furbizie e nascondini a cui siamo purtroppo abituati da una società organizzata in lobbies, più o meno potenti e rappresentative, che agiscono sfortunatamente da tempo con successo.

Effettivamente esiste, ed è percepita una domanda tra i giovani per un futuro più sostenibile e di una chiamata generazionale crescente, anche se i dati attuali non consentono certo analisi premature. La verità è che i ragazzi di oggi vorrebbero ritrovare la capacità di risolvere i problemi che sono cronici nella nostra Pubblica amministrazione, ma in una logica condivisa, molto più che attraverso scelte individuali, private che si sono ormai dimostrate insufficienti non solo a risolvere i problemi, ma anche più semplicemente per poterli fronteggiare su queste motivazioni si può basare una ripresa effettiva della nostra economia.

Per la ripresa economica, la domanda è ricorrente. Quali imprese salvare? Con quali orizzonti strategici? In effetti occorre individuare con urgenza tutte le aziende che possono rimanere sul mercato lavorando per una vera ripresa per avere una nuova stagione di sviluppo ed un “rimbalzo” economico reale. I sistemi dell’università e della ricerca possono aiutare con iniezioni di competenza, competitività e di produttività le PMI, e la Pubblica Amministrazione deve dare il meglio per contribuire ad una crescita effettiva.

In questo quadro lo Stato ed il sistema delle imprese e delle banche devono fare scelte mirate e di impegno reale evitando atteggiamenti e comportamenti settoriali, di sola difesa del “particolare”. Crediamo che anche che il nuovo codice per la crisi d’azienda che entrerà in vigore il prossimo autunno, possa rappresentare una sfida ed un aiuto per distinguere gli operatori da sostenere ed accompagnare rispetto a quelli non in difficoltà a causa della pandemia, ma che lo erano già prima.

Crediamo nella possibilità di un nuovo miracolo economico. A condizione che si facciano le riforme legislative strutturali richieste dal programma New Generation EU, imposto dalla Unione Europea per la concessione del Recovery Plan. In particolare come ha dichiarato il nostro Guardasigilli Prof.ssa Cartabia, che si realizzi entro la fine del 2021 la riforma della giustizia in Italia (soprattutto il diritto civile dimezzando i tempi delle sentenze definitive). Non è possibile, infatti, che la “certezza del diritto”, nella procedura civile italiana, arrivi dopo 8/10 anni compromettendo le scelte economiche degli aventi causa senza che le aziende possano programmare e investire per il proprio futuro.

Altro tema è quello del ruolo delle banche. I depositi bancari hanno superato la crescita dell’11% nel 2020 rispetto al 2019: occorre capire come possano essere canalizzati per il rilancio del nostro Paese. Le banche hanno avuto e hanno un compito strategico per far girare “quella enorme massa di liquidità compresa quella immessa dalla U.E.”. Questo compito è più facile da realizzare se il sistema bancario risulta efficiente.

La banca svolge da sempre un compito importantissimo: l’intermediazione dei capitali. Se questo ruolo fondamentale viene esercitato con una rinnovata professionalità consente e favorisce gli investimenti che sono la premessa di ogni possibile ripresa economica e occupazionale.

Ora parliamo di ripresa possibile post-vaccinazione. Un ottimismo ragionato è credibile con una visione positiva sul nostro futuro: c’è una crisi per il turismo, trasporti e ristorazione dovuta alle forzate chiusure, ma esistono anche comparti industriali che già oggi fanno registrare una ripresa significativa ed importante: c’è quindi una potenziale possibilità di sviluppo, rimbalzo e di ripresa occupazionale.

Se il nostro Paese stringerà le forze creando le condizioni per una nuova “stagione del dovere” e della solidarietà responsabile” ci saranno le condizioni per una nuova crescita sostenibile e sperabilmente per un nuovo miracolo economico, ma solo lavorando meglio nel privato e soprattutto nel pubblico. È necessario semplificare, togliere burocrazia ed assistenzialismo per guardare al futuro senza fermarsi e consolidare tutte le positività. Il sistema pubblico deve fare la propria parte, isolando scansafatiche e irresponsabili. Una ripresa potrà essere forte solo con il contributo di tutti, senza imbucati e furbetti del quartierino: questa crediamo essere la nuova stagione del dovere!

Il nostro presidente Mario Draghi ha una forte credibilità internazionale, e questo può consentire al nostro Paese di giocarsi il PNRR come effettivo volano di sviluppo anche per attrarre investimenti stranieri. Necessario, però è una complementarità effettiva tra investimenti pubblici e privati per far crescere PIL e occupazione, anche quella giovanile, femminile ed intellettuale con la massima potenza possibile. Questa è la “scommessa”, in sintesi, sulla quale si basa il futuro dell’Italia e delle nuove generazioni.

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