Quando la città finiva all’arco di San Maurizio

Giusto qualche dettaglio delle nostre vestigia. L’arco, o porta, di San Maurizio, dai senesi popolarmente noto anche come ponte di Romana, delimita la fine della via Pantaneto e l’inizio della parte “nuovissima” della vecchia città, in direzione di porta Romana.

L’arco era infatti una porta della penultima cinta muraria cittadina. E non per caso la vicina porta Romana si chiamava un tempo porta Nuova. Fuori dall’arco, all’inizio di via San Girolamo, sorge la fonte di San Maurizio, che è ricordata fin dal secolo XIV, ma la sua struttura è stata più volte rifatta, e l’ultima risistemazione è del Settecento.

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L’arco di San Maurizio prende nome dalla vicina ex-chiesa omonima, di cui restano tracce della facciata nel vicolo detto a sua volta di Samoreci, dalla deformazione popolare del francese Saint Maurice, distorto dai senesi in “Santo Moreci”.

Sulla parete interna dell’arco, su via Pantaneto, sono collocati due busti marmorei raffiguranti il terzo granduca di Firenze e di Siena, Ferdinando I de’ Medici (1549-1609) ed il quarto granduca, Cosimo II de’ Medici (1590-1621). Ferdinando fu un abile amministratore. Cosimo morì molto giovane, ma nei suoi anni di regno si dedicò con impegno al potenziamento della flotta toscana.

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