Questo Festival celebra la storia sanitaria di Siena

“La storia della Città di Siena è anche storia sanitaria. Il Festival della Salute la celebra”. Con questo concetto espresso dal sindaco Luigi De Mossi ha preso il via da Siena il Festival della Salute 2021 che torna a Siena per la seconda volta dopo l’edizione 2020 limitata ad eventi esclusivamente televisivi a causa della pandemia di Covid-19.

Il programma, che prevede circa quaranta appuntamenti in presenza distribuiti in quattro giorni (11-14 novembre) fra il complesso del Santa Maria della Scala, il Teatro dei Rozzi, l’Accademia dei Fisiocritici e i Giardini della Lizza, è stato presentato questa mattina nella Sala delle Lupe in Palazzo Pubblico dalle autorità e dagli organizzatori.

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La manifestazione senese segue la tre giorni viareggina, da quest’anno destinazione di una parte del Festival, che si è tenuta dal 29 al 31 ottobre. Ora i riflettori sono puntati su domani pomeriggio quando al Teatro dei Rozzi si terrà l’evento di apertura, seguito a tambur battente quando si parlerà di una Salute futura uguale Salute per tutti.

Di seguito, gli interventi.

LUIGI DE MOSSI (Sindaco di Siena), ha fatto gli onori di casa con sguardo proiettato al futuro: «È un onore per la nostra città essere protagonista di un Festival dedicato alla salute e alla ricerca. Tanti i professionisti e gli studiosi che si succederanno in molti luoghi della nostra città. Una vera e propria tavola rotonda che deve porre le basi per la salute futura, partendo dal periodo in cui ci troviamo adesso, ancora condizionato dal Covid 19. In questo le istituzioni devono assumere un ruolo fondamentale, cercando di lavorare in sinergia con tutte le parti coinvolte. Altri temi per noi importanti, sui quali questa Amministrazione sta lavorando con attenzione e che saranno al centro del Festival della Salute sono la Scienza, ricerca e innovazione. Sono tutti punti fondamentali per costruire l’avanguardia dei prossimi anni a partire proprio da Siena, un contesto carbon free, a basso impatto industriale, perfetto quindi come centro di sperimentazione per l’innovazione e la ricerca. È necessario partire da qui, quindi dal Distretto delle Scienze della Vita, passando per l’Azienda ospedaliera-universitaria e raggiungere con questa avanguardia tutta la Regione, guardando oltre i singoli campanili. Al Festival della salute non abbiamo dato solo il patrocinio, ma abbiamo deciso di partecipare attivamente. Del resto la storia della città è anche storia sanitaria e per questo il nostro proponimento è proseguire con questa collaborazione facendo di Siena la sede naturale del Festival anche per i prossimi anni. Credo molto in questo evento perché tutti insieme possiamo fare tanto».

FRANCESCA APPOLLONI (assessore alla Salute Comune di Siena) ribadisce il ruolo di Siena come sede di prestigio per analoghe iniziative: «Vivo il ritorno del Festival come fosse il ritorno di un gruppo di amici. Un anno fa abbiamo vissuto un’esperienza indimenticabile. Man mano che ciascuna delle nostre previsioni andava in fumo per l’avanzare delle proibizioni volte a proteggerci dalla pandemia, ho sentito come non mai di esser resiliente e l’intero apparato lo è stato intorno a me. E il Festival si è tenuto regolarmente, da Siena e per Siena sono stati lanciati messaggi di cultura, prevenzione e scienza; i miei concittadini – purtroppo chiusi nelle loro case – hanno avuto un’occasione unica per conoscere di cosa è fatto il nostro orgoglio per la Sanità e la Ricerca senesi. Ma questo Festival non sarà una rimpatriata tra amici che hanno lavorato bene assieme. Pretendiamo molto dallo svolgimento di questo evento che, in un futuro in cui ogni barriera sarà abbassata, può risultare utile a proporci come sito prestigioso per gli eventi di grande cultura professionale. Come ha avuto modo di affermare il nostro Sindaco, da Siena e per Siena, con gli occhi della salute nazionale puntati su di noi, vogliamo che prenda un corso e una forma il nostro progetto di creare un Distretto di Scienze della Vita nella nostra città».

FRANCESCO GHELARDI (direttore amministrativo Asl Toscana Sud Est): «L’aspetto caratterizzante di questo festival è che il Comune si fa canalizzatore sul trattamento strutturato della sanità, dimostrando sensibilità nel presidiare i livelli di qualità della sanità della città e del territorio, sia a livello ospedaliero che territoriale. Una qualità che durante la pandemia abbiamo saputo garantire anche in maniera più forte. Questo ragionamento si inserisce nella scienze della vita, come qualità intellettuale del nostro territorio e si struttura nel modo corretto per affrontare le sfide future e quelle presenti della nostra sanità».

PAOLO AMABILE (ideatore del Festival): «È una grandissima soddisfazione per me tornare a Siena con il Festival della Salute, un luogo che, oltre alle bellezze artistiche ed architettoniche riconosciute ed apprezzate a livello mondiale, esprime una forte cultura della prevenzione che la rende una città unica per le sue enormi potenzialità in àmbito sanitario».

MARIO DI LUCA (organizzatore): «Abbiamo una presenza importante degli ordini professionali e questo dimostra come il festival sia un momento di confronto, non solo per cittadini ma anche per i professionisti. Un aspetto importante è senza dubbio il ritorno in presenza, in particolare con la partecipazione delle scuole ad eventi dedicati che diventa così un momento importante di confronto fisico ed un tentativo per riportare un po’ di normalità».

Hanno voluto esser presenti con interventi scritti anche l’assessore regionale alla salute e il direttore generale dell’Asl Sud Est:

SIMONE BEZZINI (assessore al Diritto alla Salute e Sanità Regione Toscana), impossibilitato a partecipare, invia il seguente messaggio: 

«Questa seconda parte del Festival è rivolta in particolare alle sfide che abbiamo di fronte e Siena è la città ideale dove dare vita ad un confronto su questi temi, coltivando da sempre la sua vocazione alla cura e alle scienze della vita, àmbito nel quale ricopre un ruolo sempre più rilevante a livello nazionale e internazionale. Con i suoi numerosi appuntamenti, il Festival mette al centro la prevenzione e la promozione della salute, dei corretti stili di vita e dell’alfabetizzazione sanitaria. Grazie al contributo di tutti i soggetti coinvolti, rappresenta una straordinaria occasione aperta alla cittadinanza per conoscere, ascoltare e porre domande sulle tante tematiche che riguardano le nostre scelte quotidiane di salute e riflettere insieme sulle prospettive future».

ANTONIO D’URSO (direttore generale Asl Toscana Sud Est), impossibilitato a partecipare, invia il seguente messaggio: «Questo Festival, in ogni sua edizione, è stato occasione per fare il punto sul presente e sul futuro della sanità italiana. Oggi lo è in modo particolare. Covid e PNRR ci pongono di fronte alla necessità di scelte strategiche: la sanità dei prossimi decenni va disegnata oggi. Penso ovviamente  a visioni, strutture, modelli gestionali. Ma penso anche ad una nuova e diffusa cultura della salute. La prima parte del Festival sarà dedicata al rapporto tra ambiente e salute con l’obiettivo di sensibilizzare i cittadini. La seconda alla scienza e alla ricerca. Se facciamo convergere questi due temi, entriamo nella cronaca di oggi e cioè a come i cittadini vivono il tema della salute. Alcune piazze e molte proteste rendono evidente che non sempre la scienza, la coesione sociale, il bene comune guidano le scelte. Il futuro della sanità è anche nella sua capacità di informare e convincere, di affermare la scienza quale unica stella polare nelle scelte in materia di salute».

(nella foto, da sinistra Francesca Appolloni, Francesco Ghelardi, Luigi De Mossi, Mario Di Luca e Paolo Amabile)

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