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sabato, Novembre 9, 2024

Palio e Mossa, vogliamo parlare di regolamento?

Non tutto il male vien per nuocere! Dicono i saggi. L’improvvida Carriera del 2 luglio 2022 rimarrà nella storia; di certo per il volo sul tufo di Tittia e Zio Frac – lucidi, determinati, a tratti spietati nel capire l’andamento del Palio durante le fasi concitate della mossa -, ma anche per le innumerevoli sventure occorse nei quattro giorni.

Proviamo a fare i saggi. Ha ragione da vendere Franco Masoni – https://www.youtube.com/watch?v=AYwXpST064E – ! Riflettiamo. In questi momenti ci si devono scambiare idee e opinioni a tutto tondo sulla nostra Festa sulla base dei fatti e si deve provare ad essere propositivi.

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Vogliamo proporre alcuni spunti “tecnici” che esulano dalle strategie più o meno condivisibili delle capitanerie. Scelte di cavalli, fantini, partiti o presunte condotte punibili in corsa dell’uno o dell’altro fantino. Per alimentare il confronto, questo momento interlocutorio è necessario.

Regolamento del Palio e applicazione degli articoli 65 e 85

Abbiamo letto con interesse alcune posizioni – tra gli altri: https://pierluigipiccini.it/ecco-perche-doveva-essere-cambiata-la-busta-2/ – e vorremmo sviluppare il ragionamento con un contributo e non una polemica. L’articolo 65 del Regolamento del Palio, disciplina la mossa e la sua validità.

Analizzando la lettera della norma – https://www.comune.siena.it/sites/default/files/2022-01/Regolamento%20per%20il%20Palio.pdf -: nel caso in cui la mossa “sia da considerarsi valida” ovvero “quando l’incollatura del cavallo della Contrada di rincorsa verrà a trovarsi all’altezza del verrocchino”, il Mossiere ha la facoltà di abbassare il canapo e decidere a suo “inappellabile” giudizio, se convalidare o invalidare la mossa.

C’è un elemento di base che sfugge all’analisi dei più: il fattore psicologico, l’elemento umano. Il Regolamento, lasciando carta bianca al Mossiere, da una parte pone l’esclusività della decisione sulle spalle del medesimo, con tutto quello che ne comporta a livello personale, dall’altra induce incertezza su chi poi deve commentare e valutare la corretta applicazione delle norme.

E’ come dire che un giudice debba giudicare sulla base della propria volontà, del proprio sentimento. Infatti si legge: “la mossa ha luogo quando il Mossiere abbassa il canape con la volontà di far partire i cavalli”. La volontà è un elemento che può sfuggire alle regole. E’ l’elemento soggettivo per eccellenza che può essere valutato solo da un giudice sulla base di prove. E’ quell’elemento che nel diritto penale per esempio contraddistingue il dolo dalla colpa.

Paradossalmente, si dice anche che “il Mossiere è il solo giudice inappellabile del momento in cui la mossa è da darsi e della sua validità”, quindi, teoricamente, non può essere giudicato da nessuno nell’espressione della sua volontà.

Può una norma lasciare così tanta libertà di azione?

Ci viene in aiuto la norma interpretativa dell’articolo 65, che circoscrive l’attività del Mossiere. Il compito primario del Mossiere è quello di verificare e mantenere l’allineamento e le posizioni dei barberi in mezzo ai canapi. In questi casi può sollecitare o fermare la rincorsa a seconda dell’avvenuto allineamento o meno.

Proviamo ad andare avanti con il ragionamento. Quando la mossa non è valida? Di solito quando manca l’allineamento e ci sono forzature, o quando non c’è allineamento e alcune Contrade sono girate/non in posizione (già!). Il Regolamento dice soltanto che la mossa non valida è preceduta dallo scoppio del mortaretto che sospende di fatto la corsa. Non c’è nessuna indicazione sulle modalità con le quali il Mossiere si debba approcciare alle casistiche della mossa.

In questo caso: “i Fantini devono fermare i cavalli e ricondurli a passo:

a. al punto di partenza, se il Mossiere sia stato costretto ad abbassare il canapo, per qualunque motivo, senza peraltro voler dare la mossa;

b. al Cortile del Podestà, se il Mossiere abbia avuto intenzione di dare la mossa, ma questa sia risultata, a suo giudizio, non valida ed il Mossiere stesso abbia segnalato tale circostanza, dopo lo scoppio, sventolando una bandiera verde ed issandola, poi, sul Verrocchio”.

E’ evidente come in un caso e nell’altro sia sempre la discrezionalità e l’insindacabilità dell’operato del Mossiere a scandire ogni fase. Il concetto è ormai chiaro.

Cerchiamo di farci delle domande

Nel caso del Palio del 2 luglio 2022, chi può dire se il Mossiere abbia deciso di invalidare le varie mosse perché costretto ad abbassare senza però voler dare la mossa? Oppure ha ritenuto di dare la mossa e poi ha deciso di annullarla – Così sembra ai più nel caso della mossa in cui il Leocorno si procura l’infortunio -? Chi ha interrogato il Mossiere su questo punto?

Avrebbe dovuto issare immediatamente la bandiera verde? Perché? Chi può dire che non abbia applicato il Regolamento se il suo operato è insindacabile?

Secondo un’interpretazione che può avvalorare la tesi qui esposta, issare bandiera verde dovrebbe costituire una mera facoltà, non un obbligo, di segnalare ai Fantini di doversi fermare al Cortile del Podestà.

La ratio che sottende a questo istituto andrebbe, forse, ricercata nell’intenzione, che guarda a tempi remoti, di voler riunire i fantini a colloquio in sede separata per comunicare decisioni in merito a sanzioni o quant’altro.

Pensiamo ai tempi in cui il Mossiere si metteva in mezzo al tondino per chiamare le Contrade fra i canapi; sarebbe stato impossibile procedere ai richiami o alle ammonizioni col bercio e basta, tant’è vero che un famoso mossiere degli anni ‘20 era solito scendere dal Verrocchio fra i canapi e portare a mano i cavalli in posizione mettendo ordine un po’ con le buone un po’ con le cattive. Il fatto che in gioventù avesse fatto il corazziere, e in altezza arrivasse a pari del fantino montato, facilitava il tutto.

La scelta quindi di issare bandiera verde – oggi quasi totalmente in disuso – non può avere certo carattere di obbligatorietà, ma di eccezionalità, e non si ravvede alcuna connessione con il Palio del 2 luglio 2022 giacché la mossa incriminata, quella in cui il Leocorno sbatacchia al verrocchino, a nostro giudizio, viene immediatamente invalidata a causa di un’evidente forzatura nella zona bassa dei canapi (Lupa), di un conseguente mancato allineamento e della non presenza del Leocorno sul verrocchino (coincidenza), tant’è che il Mossiere sul momento decide:

–              di non issare la famosa bandiera verde;

–              di procedere sostanzialmente ad una nuova mossa con il relativo ritorno dei barberi al punto di partenza.

Partire dall’assunto che il Mossiere avrebbe DOVUTO issare bandiera verde per il solo fatto che il Leocorno aveva l’incollatura sul verrocchino, sostenendo che il Regolamento non è stato applicato sul presupposto che il suddetto Mossiere avrebbe comunque convalidato la mossa, è voler ricondurre l’accaduto per forza nel solco della razionale applicazione del testo vetusto del Regolamento – https://www.ilpalio.org/regolamento.htm -, non prendendo in considerazione un’altra volontà del Mossiere; quella di invalidare da subito la mossa – che per il Regolamento poteva essere valida, ma che a giudizio del medesimo non lo era – e di non issare bandiera verde in seguito alla decisione legittima di non dover riunire i Fantini nel Cortile del Podestà.

Tutto assolutamente lecito, perché riconducibile all’inappellabile discrezionalità del Mossiere stesso e rispondente all’interpretazione che abbiamo dato dell’articolo 65.  

Soffermiamoci al commento dell’articolo 85 comma 6 del Regolamento

Ove il Mossiere ritenesse che non si debba procedere con il primo ordine di mossa, è possibile procedere con il secondo e così via con il terzo, fino a ripartire dal primo ordine con posizioni invertite e così via.

E’ Possibile” non è dato letterale ma interpretativo della norma, che non sembra avere carattere imperativo. In diritto ciò che di solito caratterizza l’inderogabilità è il verbo “dovere”.

Nel citato articolo si legge che “qualora la prima mossa non risulti valida l’operazione sarà ripetuta col tubo contraddistinto con il numero 2… (omissis)”. Se il Legislatore avesse voluto ritenere imperativa e non derogabile tale norma, avrebbe certamente utilizzato la locuzione verbale “si dovrà ripetere”.

Viene da ritenere che anche questa scelta sia a completa discrezione del Mossiere, per analogia con l’articolo 65 sopra commentato. Ricorrere al secondo ordine non è tassativo e imprescindibile.

Nella storia del Palio, e in questo mi verranno in aiuto i più agguerriti esperti, si è assistito pochissime volte al cambio dell’ordine di mossa. E’ un evento più unico che raro. Essendo la consuetudine anch’essa una fonte del diritto, non si può tacere sul susseguirsi di un comportamento reiterato, ritenuto da tutti legittimo, da parte dell’Amministrazione Comunale, di ritenere il cambio della busta una malaugurata eccezione.

Non è certo una giustificazione, anzi una condanna in punta di diritto. Disapplicando costantemente una norma, di fatto, si compie un illecito. La consuetudine diventa “contra legem” che, per dottrina maggioritaria, è vietata dal nostro ordinamento.

Quindi sì! Sono d’accordo. Il Mossiere avrebbe DOVUTO cambiare l’ordine nel momento in cui il Leocorno è stato esonerato dal correre il Palio, non perché lo dica espressamente il Regolamento, infatti per l’esclusione della Contrada di rincorsa non esiste una norma che ne regoli la fattispecie, bisogna essere sinceri, ma perché si doveva avere il coraggio di prendere delle decisioni impopolari e rispondenti al rigore della logica prima e del buon senso poi.

Nessuna Amministrazione e nessun Mossiere però lo avrebbe mai fatto! Paura delle eventuali ripercussioni? Mah… abbiamo visto quanto di peggio la storia ci abbia mai riservato, non capisco cosa possa esserci di peggio!

Per alcuni si sarebbe dovuto applicare pedissequamente l’articolo 85 in combinato disposto con l’articolo 65, per altri è andata bene così, noi vogliamo dire invece che tecnicamente non c’è alcun richiamo espresso fra le due norme e che esse viaggiano in parallelo.

Nessun passaggio del testo fa presuppore che vi sia un obbligo per il Mossiere di issare bandiera verde in caso di scelta di passare al secondo ordine della mossa. Il Mossiere potrebbe benissimo passare al secondo ordine della mossa con i cavalli al tondino per capirsi!

In buona sostanza chi ritiene che il Regolamento non sia stato applicato, fonda la sua tesi su un’interpretazione tutt’altro che unanime degli articoli 65 e 85.

Non è giusto addossare colpe, trovare capri espiatori, dobbiamo solo lucidamente prendere atto di una scelta insindacabile. Non condivisibile? Ai posteri l’ardua sentenza (cit.). Cerchiamo di guardare oltre. Forse le colpe sono un po’ di tutti, che cerchiamo continuamente di affibbiarci responsabilità di fallimenti collettivi.

Al di là dell’analisi asettica delle norme, vorremmo registrare la costante mancanza di coraggio, senza schieramenti, di tutti! Nel Palio il coraggio è solo dei Fantini che affrontano il San Martino in modo spregiudicato, altrimenti “sei un merdone!”?

Nessuno si sofferma sul coraggio di chi in situazioni difficili ha l’onere e l’onore di non fermarsi davanti al dubbio arroccandosi nelle proprie convinzioni e di prendere la strada giusta ancorché impopolare.

C’è anche chi vive nella costante mancanza di paura che porta all’incoscienza, ci mancherebbe! Non è forse meglio essere coraggiosi nell’avere paura e appoggiarsi l’uno all’altro superando gli ostacoli e aiutandosi per cercare di migliorare le cose?

De jure condendo, come dicono i giuristi, introdurre una norma nel Regolamento che preveda l’opportunità e non l’obbligo da parte del Sindaco, scattati i 40 minuti tra i canapi – cosa oggi veramente all’ordine del giorno – o alla terza mossa falsa, di poter proporre ai Capitani di riunire tutte le Autorità e decidere a maggioranza di passare al secondo ordine di mossa, non sarebbe forse più tutelante per le Contrade?

Togliere un po’ di discrezionalità al Mossiere, frutto dei tempi che furono, ma che oggi è sempre più anacronistica, non è forse quanto meno auspicabile? E’ così terribile?

E’ molto più rischioso vedere il consolidarsi della tendenza della mossa pseudo “frettolosa”, data a favore di telecamera, prima del buio, che cercare di trovare una soluzione condivisa a degli evidenti problemi di coordinamento fra norme e tentare di aggiornarne il contenuto.

Illazioni di una mente frustrata, ma è anche un invito a essere propositivi e non nichilisti; per non vedere perso qualcosa che ci appartiene per colpa di chi pensa che tutto gira come è sempre girato e girerà ancora come sempre. Falso! Scatenate la fantasia, coraggio!

(Le foto di questo servizio sono foto pubbliche di Fb)

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