Riuscire ad incontrare Enrico Letta è quasi impossibile. Incontri, dibattiti, conferenze nei 35 Comuni del collegio 12 Siena e Arezzo dove è candidato, da conciliare con l’agenda romana di leader del Pd. Siamo alle battute finali, domenica e lunedì si voterà per le Suppletive nel senese aretino e per le amministrative in numerose città italiane, un test anche per i partiti per capire l’Italia da che parte sta.
Settembre impegnativo, dunque, per Enrico Letta .
Come ha fatto a conciliare gli impegni di segretario con quelli di aspirante deputato?
Ho fatto 10.000 chilometri, una gran parte proprio nel Collegio 12, nei 35 comuni della provincia di Siena ed Arezzo. E poi tutte le principali città interessate dalle elezioni. Saranno milioni i cittadini chiamati al voto da Nord a Sud e tutto il Partito democratico ha vissuto questa campagna elettorale con grandissima unità e senso della squadra. E’ un risultato di cui vado già molto orgoglioso. Abbiamo dimostrato che siamo una grande comunità democratica.
Quanto è importante per Siena che lei sia eletto in Parlamento?
Per me è un privilegio e un onore rappresentare questa terra in Parlamento e farlo con serietà e costanza, portando le istanze e i problemi delle persone all’attenzione delle istituzioni, italiane ed europee. Cercherò, se eletto, di fare del mio meglio per ridare protagonismo a queste province e a tutta la Toscana. Mi impegnerò per i tre distretti europei delle Scienze della Vita, della Manifattura e dei Beni culturali e chiederò di portare a Siena l’Istituto italiano di Biotecnologie, sul modello di quanto fatto con successo a Genova con l’Istituto Italiano di Tecnologia. Inoltre lavoreremo a un piano intelligente e realizzabile di infrastrutture viarie e ferroviarie e chiederò che una parte delle risorse europee del Recovery Fund attraverso il PNRR sia utilizzata per portare la fibra ottica nelle aree remote. Infine, visto che abbiamo tutti alle spalle un anno e mezzo drammatico e sappiamo sulla nostra pelle quanto la sanità pubblica sia il primo vero bene comune, lavoreremo per un progetto sugli ospedali e case della salute più vicine ai cittadini anche nei piccoli borghi spesso troppo distanti dai luoghi di cura e assistenza più grandi.
Vicenda Monte dei Paschi, qual è la sua posizione? Unicredit è l’unica soluzione?
La mia posizione è chiara. Abbiamo chiesto al governo di impegnarsi su 4 obiettivi irrinunciabili: la tutela dei posti di lavoro, l’integrità del marchio che vuol dire “no allo spezzatino”, la centralità di Siena e della Toscana nella missione della banca, la continuità nella presenza di un ruolo dello Stato. Queste quattro condizioni sono rispettate? Bene. Se non lo sono non esistono – non devono esistere – soluzioni a tutti costi. Aggiungo l’importanza del dialogo con le parti sociali e reitero la richiesta al governo: si incontrino presto i sindacati, si convochi un tavolo istituzionale per questo.
Mps a parte, dopo gli incontri che ha avuto in queste settimane, secondo lei quali sono i punti di forza e le difficoltà di questo territorio?
I punti di forza sono un mix di storia e innovazione. Un patrimonio culturale e paesaggistico unico al mondo, nobili tradizioni in alcuni settori, da quello bancario a quello agroalimentare e del turismo, una capacità di innovazione emersa negli ultimi anni su alcune delle frontiere tecnologiche più all’avanguardia, farmaceutico e biotecnologie in primis. I punti di debolezza sono condizioni di contesto che rischiano di compromettere o di non valorizzare bene questa enorme riserva di opportunità. Il primo problema è il rischio isolamento. Una mobilità che non funziona più, la carenza strutturale di infrastrutture materiali e immateriali – strade, collegamenti ferroviari, digitalizzazione e fibra ottica – che si riflette sulla qualità della vita delle persone. Col risultato che spostarsi per studiare, lavorare, curarsi diventa una corsa ad ostacoli. E ciò ovviamente è un grave limite su cui dobbiamo lavorare con determinazione.
La paura di molti simpatizzanti di sinistra è che una volta eletto, lei non manterrà un legame con Siena. Si impegna a farlo come?
Credo di aver dimostrato in campagna elettorale che faccio sul serio. Ho incontrato migliaia di persone, battuto palmo a palmo davvero tutto il territorio del Collegio. Ho preso degli impegni non generici o a mezzo stampa, ma guardando le persone negli occhi, ascoltandole, parlandoci. Continuerò a farlo. E’ il solo modo che ho di concepire la politica: assumermi una responsabilità con le persone e rispettare gli impegni e la parola data.