Tanti rinnovi interni da realizzare in autunno, ma anche nomine in Provincia e alle Società della Salute
Il Pd della provincia di Siena si appresta – riportato a casa un buon risultato alle elezioni europee e anche a quelle amministrative (certo ci sarebbe Colle Val d’Elsa su cui riflettere ma per ora sembra che siano ancora in campagna elettorale) – in un’estate definita “militante” a livello nazionale, ad avviare una particolare stagione di congressi.
A chiamare cioè a raccolta gli iscritti e farli votare su mozioni e liste collegate per definire i vertici apicali e la composizione dei vari organismi con voto segreto e diretto.
Un tempo i congressi erano lunghe interminabili ore di oratoria, confronto, discussione. Oggi sempre più spesso sono una sorta di “votificio” di gente che arriva, vota e se ne va.
Resta il fatto che comunque, ancora oggi, seppur deboli e senza risorse, i partiti concorrono a formare le scelte politiche che regolano molti aspetti dell’attività umana soprattutto nel rapporto con regole e istituzioni.
Ma torniamo ai congressi del Pd. È di pochi giorni fa la decisione del Pd regionale di permettere una “finestra” congressuale, in ottobre, per tutti i livelli (circolo, unione comunale, coordinamento provinciale) che ne faranno richiesta. In provincia di Siena sono diverse le realtà che potrebbero aprire, giustappunto, questa “finestra”.
In città si dovrà superare la fase commissariale dotandosi di un gruppo dirigente che accompagni il partito alla primavera 2028. Ma di questo abbiamo già ampiamente scritto. Si può semmai aggiungere che il recente ritorno in casa Pd di Anna Ferretti ha innescato qualche nervosismo.
A Colle Val d’Elsa il Pd dovrà elaborare il lutto per la mancata vittoria e prepararsi a una lunga traversata di cinque anni di amministrazione, non soltanto civica e con qualche presenza a sinistra, ma soprattutto con un accordo chiaro e visibile con la destra. Qualcosa di ben diverso dal 2014 allorquando vinse Paolo Canocchi. Non sarà un percorso facile.
In qualche comune (vedi Monteroni D’Arbia), al netto di fuoriuscite rumorose, e dei processi sanzionatori che i Garanti stanno infliggendo, sarà necessario riorganizzare le fila.
In altri probabilmente strutturarsi per sostenere le nuove compagini amministrative, sia dove si e’ tornati a vincere che in quei comuni in dove il risultato del Pd non ha certo brillato.
Oppure a Montepulciano dove probabilmente tutto, dopo le kafkiane primarie, non è stato ricucito.
Insomma i congressi avranno dei risvolti a livello territoriale.
A livello provinciale il congresso – se verrà colta la finestra anticipata – segnerà sicuramente il passaggio di testimone da Andrea Valenti (foto) a qualcun’altro. Per farlo non necessariamente occorrerebbe il congresso, si può fare in assemblea, ma dovrebbero trovare la maggioranza assoluta degli aventi diritto. Siena docet.
Tuttavia, mentre le dimissioni di Valenti non ci sono ancora, qualcuno avrebbe già chiare le idee sul successore: David Bussagli sindaco di Poggibonsi per dieci anni, fino al mese scorso. Autorevole componente della “terna” di sindaci che, con Beppe Gugliotti e Silvio Franceschelli (divenuto Senatore), ha provato a coordinare le politiche provinciali recenti.
C’è da dire che il segretario provinciale non è un incarico di prestigio. Ormai alla stregua di volontariato, devi battere palmo a palmo la provincia. Un lavoraccio, da cui puoi uscire sfibrato o pure acquisendo relazioni, rapporti, visibilità.
Insomma, il segretario può essere qualcosa che fai, a cui ti dedichi per conoscere e farti conoscere, per poi fare altro. Per trovare spazio per incarichi – parlamentare, consigliere o assessore regionale, amministratore in enti di emanazione pubblica – nei quali trovare percorsi di carriera.
Insomma un trampolino di lancio o, se preferite, un investimento a breve sul futuro.
Intendiamo, nessun moralismo. Solo pura constatazione. Nessuno stupore. Non è detto che si sia comunque lontani dalla passione politica. Certo è che possono sfuggire i contenuti programmatici dell’azione e rendere evidenti solo quelli del potere.
Una cosa insomma è certa, la fase congressuale del Pd aprirà i posizionamenti per le prossime elezioni regionali e, per qualcuno, per le prossime politiche. E se le politiche appaiono lontane le regionali non lo sono.
Il prossimo anno si avvicina e in diversi pensano che la Regione possa essere contendibile, a meno che il centrodestra non incappi in un litigio dell’ultima ora sempre possibile tra i sindaci di Pistoia, in vantaggio nel toto nomi, con quello di Grosseto. Qualcuno arriverebbe a parlare di primarie del centrodestra con Forza Italia pronta a far scendere in campo l’on. Bergamini.
Il centrodestra senese che potrebbe trovarsi in mezzo non potrà certo rinunciare a lottare per avere una presenza in Regione.
Insomma per il Pd quali spazi si apriranno concretamente? Chi li occuperà? Cosa accadrà ad assessore e consigliere attuali? Diciamo che il dibattito sta partendo.
Comunque è chiaro che i tempi della politica “prossima” non saranno cadenzati soltanto dal Pd. La stessa destra proverà a giocare alcune carte nel frattempo; ci sono le elezioni dei nuovi Presidenti delle Società della salute (Senese e Alta val d’Elsa) entro mezz’agosto e l’elezione della Provincia a fine settembre.
Sulle società della salute senesi l’unica cosa che trapela, per lo meno per quella Senese, è che se la maggioranza (Pd) non proporrà una discontinuità il Comune di Siena potrebbe rispondere salutando e uscendo.
In Valdelsa c’è la fondazione territori sociali Alta Valdelsa presieduta ” di solito” dal sindaco di Colle. Probabilmente anche lì si aprirà qualche “cordiale colloquio, o forse è già aperto e una “ trattativa” dovrà pur seguire.
Anche l’Elezione della Provincia appare particolarmente delicata. Il Pd ha sicuramente i numeri ma deve trovare la quadra su una proposta che vada bene a tutti i sindaci di altrimenti i conti potrebbero non tornare ed essere solo sulla carta.
Non sembra un’operazione facile. Qualcuno parla di rotazione tra le aree e quindi toccherebbe alla Val di Chiana (gira il nome della sindaca di San Casciano Bagni, al secondo mandato dopo elezioni incontrastate). Ma qualcun’altro potrebbe voler dire la propria, magari dopo essere stato rieletto con percentuali vicine al “cappotto”.
Vedremo come sarà sciolto il rebus. E soprattutto dove e chi lo scioglierà; poiché – e questo ci pare il problema maggiore in casa Pd – oramai le decisioni vengono anticipate da riunioni ristrette fra pochi e gli organismi dirigenti non vengono neanche più convocati.
Elemento per il quale Valenti stesso ha iniziato a perdere qualche sostenitore fra chi lo sostenne nel 2021. La partecipazione e l’apertura che furono fra i suoi cavalli di battaglia al precedente congresso, strada facendo – almeno a sentire i suoi critici – si sarebbero trasformate in un lungo tirare a campare.
Insomma più di un “osservatore” interno al Pd – ma anche quelli esterni, magari del cosiddetto campo largo – aspetta di capire se si aprirà un processo politico vero o semplicemente l’apertura di semplici porte girevoli.
In tutto questo ci sarà da capire il processo nazionale di riorganizzazione delle componenti, con la Schlein a cui nessuno mette più in discussione il ruolo di comando, Bonaccini ormai in Europa, le elezioni regionali in Emilia Romagna alle porte.