Sulle ceneri di Mps riproponiamo il modello di Banca Toscana

Gianfranco Antognoli, versiliese, vecchia conoscenza di Siena. E’ stato Vicedirettore di Banca Toscana e Direttore Generale di Mps Leasing & Factoring. Per ricordarne alcune… Oggi in pensione ma continua ad occuparsi di finanza, imprese e territorio.

  • Partiamo da qui, ti piace spesso nelle nostre conversazioni, ricordare, come in una  litania da favola “c’era una volta la Banca Toscana”…

“Si, la Banca Toscana che aveva migliaia di dipendenti, più di cinquecento filiali e che, in buona parte della regione di origine, ma anche in quelle limitrofe del centro Italia, era l’istituto di credito di riferimento del tessuto economico”.

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  • E poi?

“Successivamente nel 2009, dopo più di cento anni di successi – tolta la parentesi della grande crisi del 1929/33 -, avvenne l’incorporazione nella “capogruppo” Monte dei Paschi, la banca più antica d’Italia, che proprio in quegli anni si stava “scavando la fossa” con l’acquisizione della banca Antonveneta. I fatti successivi culminati con la crisi finanziaria divenuta poi economica e sociale sono purtroppo ben noti a tutti”.

  • Anni che tu giudichi infelici…

“Tra i vari danni della gestione 2009/2012 spicca, ed è purtroppo determinante in negativo, l’operazione “Antonveneta”. È stata un’operazione di “grandeur” costruita senza che ci fossero i presupposti tecnici. Un  acquisto senza neppure mezza ‘due diligence’. E’ costata sostanzialmente quattro volte più di quanto fosse logico spendere”.

  • Non perdiamoci nel passato… guardiamo al futuro. Qual e il tuo sogno nel cassetto?

“Che dalla crisi della Banca Mps possa rinascere una nuova Banca Toscana. Oggi quel marchio, o quanto meno l’esperienza di un istituto a dimensione e identità regionali caratterizzanti, potrebbe rinascere da uno scorporo nell’ambito della fusione MPS-Unicredit”.

  • Facile a dirsi, ma…

“Una operazione così concepita dovrebbe avere il consenso convinto del soggetto proprietario e ovviamente delle autorità monetarie regolatorie. Guardando le ultime vicende della Banca senese – con gli occhi di chi ha vissuto da testimone diretto gli anni che hanno cambiato il panorama bancario – e valutando  lo scenario economico-finanziario, e soprattutto l’economia reale di cui la banca, strutturalmente è un supporto importantissimo, le condizioni potrebbero anche esserci”.

  • Insomma, tu sostieni l’idea di una nuova banca a dimensione regionale.

“Una nuova “Banca Toscana” può essere una buona opportunità. A certe condizioni. Innanzitutto che non risponda solo ad un’esigenza della politica – e intenda quelle con la P maiuscola – ma del territorio, delle aziende che compongono il tessuto reale della economia per un nuovo sviluppo e creazione di valori. Imprescindibile per un’operazione del genere è che ci sia redditività, cioè la compatibilità fra costi e ricavi di gestione come del resto in tutte le imprese. In un momento di interessi bassi e con l’economia in crisi, alla vigilia di una possibile ripresa inflattiva per generare utili occorrono tre fattori”.

“Il primo: capitale disponibile, per poter erogare finanziamenti ad imprese e famiglie. Il secondo: prodotti competitivi, ed il MPS ce li ha sicuramente, ma soprattutto la banca anche oggi, pur avendo subito un evidente calo dell’indice reputazionale interno ed esterno, rappresenta una valenza distintiva per la professionalità degli addetti, che debbono trovare certamente una maggiore motivazione e determinazione, ma rimangono attrattivi nella consulenza sia per l’area retail che per corporate e pubblica amministrazione. Il terzo: una classe dirigente che conosca il mercato e che sappia qualificare e motivare il personale, che in una azienda di servizi è -lo sappiamo – l’asset più importante e decisivo, poiché la motivazione del personale è il valore aggiunto di qualsiasi struttura operativa. Adesso, sotto questo aspetto, la banca si mostra carente e il ‘mercato’ lo percepisce come un momento di debolezza oggettiva. Bisognerà recuperare l’orgoglio del personale tutto di appartenere alla Banca, il senso del dovere, lo spirito di servizio, oltre i semplici obblighi contrattuali e soprattutto la responsabilità di creare valore per i clienti, e quindi per la banca stessa”.

  • Ma l’economia toscana e del centro Italia ha ancora le dimensioni ed il dinamismo necessari per essere il contenitore territoriale di una grande banca regionale?

“Personalmente ritengo che il brand “Toscana” nel mondo valga di più, od almeno equivalga, il brand “Italia”. È una regione attrattiva, con un export importante. Il tessuto economico c’è, ma occorre una banca che abbia la giusta visione prospettica, che sappia mettere al primo posto le operazioni di inter-scambio con l’estero ed i finanziamenti agevolati per accompagnare i nostri imprenditori sui mercati internazionali. Oggi la struttura deve poter essere orientata ad una visione europea, dove valori e obbiettivi siano condivisi in questa prospettiva necessariamente sovranazionale. La banca è un’azienda di servizio che deve stare in equilibrio tra costi e ricavi, e il personale rappresenta la voce più importante fra i costi; ma in realtà è l’investimento strutturalmente e dinamicamente più importante di tutta l’organizzazione aziendale”.

  • Personale, appunto, si parla di molti esuberi.

“Il personale in esubero ‘quantitativo’ va accompagnato verso il pensionamento possibile, non c’è alternativa. Purtroppo se ne andranno professionalità importanti che saranno da ricostruire impegnando tutte le risorse necessarie. E’ da dire che la BMPS ha del resto un rilevante esubero di personale, che non riguarda le filiali, ma la direzione generale, ed i danni fatti da gestioni inadeguate, aggravati dalla gestione successiva priva di slanci ideali prospettici in una situazione generale non facile per le banche, non sono stati purtroppo ad oggi risolti”.

  • Insomma potrebbe essere un progetto in cui credere…

“La situazione attuale e prospettica necessita, in Toscana come nel resto del centro Italia e dell’intero Paese, di soggetti bancari professionalmente adeguati e di alto profilo progettuale. La nostra realtà imprenditoriale ha urgenza e disponibilità di partner finanziari credibili per uno sviluppo sostenibile, dove il pubblico ed il privato insieme diano il meglio di sé. La storia e l’esperienza della Banca Toscana, la ‘ vision’ dei suoi “uomini” migliori, sono un patrimonio non solo storico, ma di grande attualità. Questo va assieme al necessario inserimento di nuove forze, adeguate alle necessità attuali, che possono e debbono aiutare in questi momenti dove si costruisce davvero il futuro migliore per il nostro Paese in Europa. Da questo punto di vista strategico le acquisizioni in corso, con la crescita dimensionale dei gruppi più grandi, necessitano per un nuovo posizionamento competitivo anche di banche ‘del territorio’ a vocazione universale ma con radici e valori fondanti in cui la comunità di riferimento si riconosca e interagisca positivamente. E in questo senso la nuova banca potrebbe anche mantenere il marchio Mps, il più antico del mondo”.

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