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giovedì, Aprile 25, 2024

Terremoto Siena, come ha reagito la Protezione civile

L’ultima delle 37 scosse, di portata sensibile, è arrivata ieri al tramonto. Fa un po’ di impressione vedere le registrazioni dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia – http://terremoti.ingv.it/ -: in pratica per quasi tutta la giornata di ieri, e la notte precedente, unica a tremare in tutto il mondo è stata la città di Siena.

Scuole e edifici pubblici chiusi che fra poco riapriranno, ma soprattutto le famiglie davanti all’insicurezza. Un fenomeno naturale di cui sono imprevedibili durata, portata, intensità e frequenza. Saranno in molti i residenti a riaprire di qui al fine settimana le case al mare o i domicili in campagna.

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Gli eventi sismici sono brutte bestie, capaci di aggirare la nostra ragione per mettere scompiglio nell’inconscio. La prima regola nota in caso di terremoti è scegliere un luogo predeterminato, strutturalmente idoneo a proteggerci anziché precipitarsi all’uscita. Solo dopo, sinceratisi dello stato di salute di chi avevamo accanto, vanno raggiunte le aree di raccolta stabilite dalle amministrazioni.

Due notti fa questo non è proprio avvenuto, il panico ha prevalso e gli organismi della Protezione Civile sono dovuti intervenire per dare sollievo a chi ne aveva bisogno e protezione a chi era fuggito senza neanche reali protezioni dal freddo. Ne parliamo con Ezio Sabatini, cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica e coordinatore del volontariato della Protezione Civile della provincia di Siena.

Foto di gruppo per varie componenti dei volontari della Protezione Civile di Siena

Come opera, in una situazione come quella del sisma, il volontariato di Protezione Civile del nostro territorio?

“Innanzitutto, come ogni persona normale, il volontario si sincera dello stato di salute proprio e dei propri cari. Ha poco senso voler aiutare gli altri se prima non siamo a posto noi stessi. In un contesto come quello della scossa della sera dell’8 febbraio scorso i contatti sono passati immediatamente verso la Provincia di Siena e la Prefettura. La fortuna è che la telefonia, tranne alcune situazioni limitate, ha sempre funzionato permettendo un coordinamento fra le varie realtà. Pertanto il passaggio successivo è prendere contatto con le varie associazioni e scambiarsi informazioni. Una volta fatto il punto della situazione ci si mette a disposizione degli enti, che possono essere i comuni così come altri sovraordinati come la Provincia, Prefettura o Regione. La palla passa quindi alle varie sale operative che decidono l’ impiego delle varie risorse fra cui il volontariato”.

Quali sono le Sale Operative che hanno operato sul fronte dello sciame sismico?

“A Siena disponiamo di una struttura che ha pochi eguali sul suolo nazionale. Si tratta della Sala Operativa Provinciale Integrata presso il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco. Qui la Protezione Civile della Provincia, la Prefettura, i Vigili del Fuoco e la Centrale 118 di Siena e Grosseto coesistono sullo stesso immobile con un’impareggiabile capacità di integrazione. Anche il Comune di Siena si è dotato da poco di un moderno Centro Operativo Comunale (cfr il “Giancarlo Rosselli” a Cerchiaia – 0577 292535 e 292536) in cui è prevista, se ci fosse necessità, anche una postazione da dedicare al volontariato. Tutto questo poi si relaziona con la Sala Operativa Unificata Permanente della Regione Toscana che ha garantito il giusto contesto normativo in cui poterci impiegare”.

Foto di gruppo della Croce Rossa di Siena con l’assessore regionale alla Salute Simone Bezzini e l’organizzatore del Festival della Salute 2022 Paolo Amabile

Dal punto di vista strettamente operativo cosa avete fatto in occasione della prima scossa?

“Abbiamo risposto ad una necessità individuata dal Centro Coordinamento Soccorsi, ossia la sala operativa di livello provinciale, riguardo il presidio e l’assistenza alle persone che si erano riversate lungo le strade e le vie del comune capoluogo. Poiché era impossibile presidiare tutti i luoghi in cui si stava ammassando la popolazione per passare la notte il CCS ha individuato una serie di località in cui l’assembramento era maggiormente notevole. Fuori dal Centro il presidio si è rivolto principalmente ai parcheggi ed aree similari mentre dentro le mura ci è stato chiesto di operare in mobilità visto che la popolazione si assembrava un po’ ovunque. Nel pratico abbiamo fornito alle persone delle bevande calde ma anche della semplice acqua oltre che dei telini termici, come quelli che si usano nelle ambulanze, per chi non trovasse sufficiente il proprio vestiario”.

Cosa chiedeva la gente ai volontari?

“Innanzitutto informazioni. Sapere se e quando avrebbero potuto rientrare nelle proprie case. Questo, purtroppo, non è un qualcosa che è possibile comunicare. I terremoti, ad oggi, rimangono imprevedibili. La presenza dei volontari ha anche permesso agli sfollati di tranquillizzarsi e di affrontare con uno spirito migliore le ore successive. Di aiuto è stata anche l’indicazione che abbiamo fornito di seguire le sole informazioni ufficiali, tramite i comunicati stampa o gli account social del Comune di Siena che ha mantenuto un contatto fra i cittadini e la macchina organizzativa che era in movimento presso le varie sale operative”.

In chiusura. Cosa ha lasciato al volontariato ed alla città quest’emergenza?

“Intanto aspettiamo di lasciarci definitivamente alle spalle questo sciame sismico per quanto i terremoti si affrontino principalmente con l’arma della pazienza. Personalmente ho l’abitudine di dire che “ogni emergenza è storia a sé”. In realtà questo non è sempre vero ma ci sono delle indicazioni generali che si possono sempre prendere. L’ auspicio è che, anche nel breve termine, l’informazione sulle buone prassi di protezione civile (https://www.protezionecivile.gov.it/it/approfondimento/in-caso-di-terremoto), riguardo al terremoto ma non solo, possano diffondersi in modo capillare presso la popolazione diventando patrimonio di tutti. Colgo l’ occasione per ricordare la campagna Io Non Rischio (https://www.iononrischio.it/it/rischi/terremoto/cosa-fare), voluta dal Dipartimento della Protezione Civile, volta proprio alla sensibilizzazione, fra gli altri, del rischio sismico. Da anni, ogni mese di ottobre, è presente nelle piazze della nostra provincia con informazione, storia e diffusione della cultura della Protezione Civile”.

In copertina: Ezio Sabatini, intervistato da Francesco Fondelli, nel villaggio dei volontari aperto a novembre in Piazzale Fratelli Rosselli

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