Una larga fetta degli aventi diritto resta a casa. Ben più della metà degli elettori nella situazione del Collegio 18 per le Suppletive. Quindi, un po’ dappertutto ma con delle pregevoli eccezioni.
Il dato di fondo di queste giornate elettorali del 3 e 4 ottobre è questo. Prevedibile per le Suppletive – era la prima volta che succedeva – un po’ meno per le Amministrative regionali e comunali.
Difficile non dare alla mancata partecipazione al voto un “carattere politico”. Naturalmente con l’avvertenza che non esiste il partito del non voto. Ma perché… ci chiediamo?
Ha che fare con la pandemia? Ha a che fare con il governo Draghi? Difficile argomentare a caldo, ma anche difficile escludere e trascurare.
La pandemia ha sicuramente affievolito la partecipazione. E la costituzione del “Governo di quasi tutti” ha evidentemente indebolito i partiti.
Inutilità del voto? Anche del voto di protesta? Interrogativi a cui i partiti dovranno dare risposta ora per i secondi turni nelle città in ballottaggio.
Ma soprattutto le risposte dovranno essere date per le prossime elezioni. Probabilmente il dibattito che probabilmente si aprirà è sul Partito che non c’è.
O, per meglio dire, i partiti che non ci sono. Perché il dibattito vedrete riguarderà Destra, Sinistra, Centro. Come ritirare fuori quel 50-60% dalle case e riportarlo alle urne?
Questi gli interrogativi che diventeranno un tormentone… Per farlo vanno privilegiate le alleanze? L’unità dei fronti? Oppure privilegiare l’agenda del confronto sui temi?
Insomma queste elezioni metteranno in discussione molte cose. Chi parte avvantaggiato è sicuramente Enrico Letta che torna a Montecitorio come rappresentante del collegio 12 della Toscana.