Il presidente Francesco Frati alla vigilia della finalissima VisMederi-Note di Siena: “Chiedo a tutti di rispettare il gioco e gli avversari”
Ciao Presidente all’inizio della seconda fase facemmo un’intervista incrociata fra te e Emanuele Montomoli. Oggi ci risiamo a ruoli contrapposti. Lui dice che questa Presidenza, quella della Mens Sana, è adatta a te perché sei una persona che stempera i contrasti… Considerazioni?
“Mah, non spetta a me dare giudizi su me stesso, ma ho la sensazione che molti di coloro che mi conoscono bene – inclusa mia moglie – abbiano sorriso leggendo che qualcuno mi considera una persona mite. Il punto è che quando hai la responsabilità di una comunità, come mi è successo in passato e come mi sta succedendo adesso con la Mens Sana, ogni tua dichiarazione non viene solo intesa come personale, ma come rappresentativa di quella comunità. E allora occorre lasciar da parte qualche istinto e pesare bene le parole. Tanto più adesso che, con l’avvento dei social, si rischia di generare reazioni a effetto difficilmente controllabili. Vedi, io della Mens Sana non sono né il proprietario, né lo sponsor, per questo cerco di stare in disparte; ho soltanto il privilegio di rappresentarla, e di rappresentare una comunità di persone, il cui elemento di coesione – l’attaccamento – si tramanda nel tempo. Noi tutti della comunità Mens Sana siamo i proprietari della squadra: e quando vinciamo (o perdiamo) sul campo non vince (o perde) Francesco Frati ma tutto il popolo della Mens Sana. Non a caso, dopo la vittoria di gara-5, i giocatori hanno abbracciato uno a uno tutti i i tifosi, sono saliti sul terrazzino e hanno cantato insieme la Verbena: entrambi, tifosi e giocatori, sono parte della stessa comunità e questa unione è il nostro patrimonio più grande. A tutti chiedo adesso di continuare a sostenere i ragazzi come hanno fatto durante tutta la stagione. E di farlo rispettando il gioco e gli avversari, senza mai trascendere in comportamenti che non siano coerenti con la bellezza del nostro sport”.
“Tornando alla domanda – continua il “Pres” -, però, io non so se sono il Presidente adatto alla Mens Sana (anche questo lo devono dire, semmai, gli altri). So, però, che ho accettato questo incarico per due principali motivi: perché volevo mettermi a servizio di un ambiente che mi ha aiutato a crescere quando ero bambino e adolescente e perché ero convinto di divertirmi (e infatti mi sto divertendo…)”.
Alla mezzanotte di sabato, la Società ha pubblicato una tua lunga lettera da noi riproposta. Neanche io sarei riuscito a dire quelle cose con quella calma e quella comprensività. Dì la verità… era già preparata?
“Mi gratifica che la lettera sia stata apprezzata, non solo dai nostri appassionati ma anche dai nostri ultimi avversari sul campo. Le cose che ho scritto non le avevo già preparate, ma le considerazioni che ho espresso sono il frutto di questi dieci mesi di Presidenza: sono pensieri che ho con me da tempo e che ho maturato conoscendo meglio la squadra e l’ambiente. Quindi non è stato difficile trasformarli in una lettera, anche sull’onda dell’entusiasmo per la vittoria appena raggiunta”.
In essa a nostro parere hai inserito una cesura fra quello che è stato e quello che sarà. Parlaci di quello che sarà per come la vedi… E di come vivrai per almeno due settimane il clima del nientedimenocheilmassimo?
“Vivrò queste due settimane come ho vissuto i dieci mesi precedenti: divertendomi ad andare in palestra, a parlare con i ragazzi, a seguire le squadre del settore giovanile, a vedere in campo i bambini del minibasket, a discutere e scherzare con le persone, splendide, con cui condivido questo percorso e a programmare con loro la prossima stagione. Ci sarà anche un po’ da lavorare, per organizzare la partita che siamo sicuri di giocare al PalaEstra il 19 maggio e per far sì che quella giornata sia comunque una festa. Nessuno immaginava che ci saremmo trovati qui a questo punto della stagione. Dobbiamo ringraziare la squadra e lo staff per averci regalato questa piccola favola da vivere ancora per un paio di settimane. Non potendo citare ogni giocatore uno per uno, mi limiterò a menzionare chi questo ringraziamento lo merita di più: Riccardo Caliani, che la squadra l’ha costruita, e Paolo Betti che con il suo staff la mette in campo. La squadra sa che comunque vada a finire avrà il sostegno e il riconoscimento degli appassionati e della Società. Ma sanno anche che se lavorano seriamente e con il sorriso sulle labbra potranno togliersi qualche soddisfazione. Mi pare che abbiano già imparato a farlo molto bene…”
Il Costone ha rilanciato da un paio di giorni il suo progetto sportivo che sembra basarsi su competenze tecniche e categorie superiori… Qual è e su cosa si basa il progetto della Mens Sana? A che punto percentuale è secondo la tua road map…
“Complimenti al Costone per ciò che sta facendo sul campo e fuori dal campo. Conosco molte persone che partecipano al progetto e sono contento per loro e per i risultati che stanno ottenendo. Per quanto riguarda il nostro progetto, non abbiamo fissato obiettivi misurabili, ma ci siamo prefissati di crescere organizzativamente e di consolidare il nostro assetto. Gli effetti negativi dell’ultimo fallimento si stanno ancora manifestando, sia sulla gestione della prima squadra che su quella delle giovanili, che condividiamo con la Polisportiva Mens Sana. Gli obiettivi sportivi sono una conseguenza di questo lavoro, ma non devono diventare un’ossessione. Anche perché talvolta dipendono da un tiro che entra o esce. Ovvio che tutti si pensi a tornare dove la nostra gente e la loro passione meritano di tornare. Ci riusciremo se ci saremo prima consolidati, e poi cercheremo di sfruttare tutte le opportunità che si manifesteranno. Abbiamo bisogno del sostegno dei nostri sponsor e dei nostri appassionati, che, com’è di tutta evidenza, non è mai mancato. Quindi sono fiducioso che questo processo di crescita possa proseguire in maniera continua”.
Cosa pensi dell’affermazione del Presidente Montomoli di non volere fare tutte le partite al PalaEstra perché, ancorché pubblico, è casa della Mens Sana e quindi non desidera mutare né gli usi dei fregi né le consuetudini di assetto?
“Ma, guarda, l’ultima cosa che mi passa per la testa è quella di voler decidere dove il Costone debba giocare le partite casalinghe di questa serie di finale. Noi ci stiamo preparando per giocare al PalaOrlandi gara-1 e gara-2. E’ vero che in questo anno si è parlato spesso di quanto sia bello ed emozionante avere dei derby a Siena, usando anche, come esempio, il derby di Livorno, che qualche settimana fa ha portato 8.000 persone al PalaModigliani. Siena, in questo momento, non è Livorno, ma è ragionevole pensare che un derby di finale possa portare al palazzetto almeno 2000 persone. Mi pare che questo pubblico possa essere contenuto solo dal PalaEstra, e infatti ci stiamo attrezzando per far sì che almeno l’incontro del 19 maggio sia organizzato nel migliore dei modi”.
A dire la verità, il presidente Montomoli dice che continuerà a usare il PalaOrlandi finché il Costone è in serie C. Dato che la Virtus è già entrata e che fra poco, forse pochissimo, le imprese edili torneranno per completare i lavori al PalaEstra, non sarà il caso di accordarsi con il Comune in anticipo sul rispetto che questi fregi e questi usi riceveranno in futuro?
“Siamo già titolari di un accordo con il Comune che garantisce l’uso prioritario del campo centrale alla Mens Sana Basketball e all’Emma Villas. Ma l’impianto – l’unico con una certa capienza – è anche un po’ patrimonio della città e sarebbe miope impedire ad altri di fruirne, se è possibile. Quando la Virtus ha avuto necessità di disputare la sua ultima partita del play-in gold di Serie B al PalaEstra, ci siamo parlati e abbiamo trovato facilmente una soluzione, pur dovendo spostare alcune partite già programmate del nostro settore giovanile. Questo si deve fare in un contesto di collaborazione onesta e solidale. Dopodiché, è scontato che tutti pensino che quella sia la “nostra casa”; non può essere altrimenti, perché così è sempre stato e perché i nostri successi sono appesi in alto per ricordarcelo”.
Ci hanno chiesto come e quando sarà alzata in cielo la canotta di Tomas Ress. Sai darci una data o indicarci un momento solenne in cui farlo?
“Ci siamo imbattuti in alcune difficoltà tecniche relativamente all’accesso al tetto del palazzo. Ma abbiamo preso il solenne impegno di appendere quella maglia e lo faremo”.
Io apprezzo e guardo tutti, anche il San Giobbe. Ma sento qualcosa di non adeguatamente spiegato nel voler sottolineare queste varie rendite di posizione che forse sono affermabili solo perché la Mens Sana è da molto in disgrazia. Credo che per le altre i senesi possono imparare ad apprezzarne lo spettacolo, ma l’amore identitario – quello numericamente apprezzabile – è solo per la Mens Sana. Come professore universitario hai delle miglior parole per farlo capire oppure pensi sia fatica sprecata?
“L’amore identitario, come lo chiami tu, è per definizione un sentimento, e in quanto tale non può essere spiegato in maniera logica, tantomeno da uno scienziato empirico come me. Ci sono però dei fatti, dei numeri, che sono abbastanza incontestabili, e che possono essere descritti, se non spiegati. Sono i numeri delle presenze al PalaEstra durante questo campionato; in media il doppio, e spesso ben oltre il doppio, di quelli che si vedono in tutti gli altri campi di Serie C Toscana, se non anche in molti di Serie B e forse di Serie A2. Ma, secondo me, è fuorviante pensare che la ‘disgrazia’ della Mens Sana abbia lasciato spazio ad altre realtà in città, in provincia o in regione. Tendo a pensare che il tifoso nutra affetto per i colori della propria squadra e non diventi tifoso di un’altra, salvo, come dici giustamente, apprezzarne lo spettacolo sportivo. Del resto, anche questi sono fatti, quando la Mens Sana era ai vertici nazionali ed europei, le altre realtà cittadine continuavano tranquillamente il loro percorso, anche di successo, come stanno facendo adesso. Tutto il movimento cittadino ne traeva vantaggio e molti, io per primo, ne eravamo contenti. Così come la regione esprimeva lo stesso realtà importanti nel basket locale e nazionale”.
“Ma se poi mi chiedi – aggiunge Frati dopo un profondo respiro – di spiegare accademicamente l’amore identitario per la Mens Sana, temo di non avere strumenti logici per farlo… è solo amore“.
Note di Siena che vince domenica prossima al PalaOrlandi… Che fai? Metti il capo sott’acqua nel tentativo di svegliarti?
“Mah, difficile prevedere reazioni istintive…. Dovessi scommettere… penso che sorriderò, che applaudirò le squadre in campo (che hanno fatto entrambe una stagione straordinaria…), che andrò a congratularmi con i nostri giocatori… e che magari andrò a bere una birra con i miei collaboratori e i nostri tifosi”.