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martedì, Dicembre 3, 2024

In vista del Congresso Pd Ivano Zeppi fa un passo di lato

Convinto che riformare il Pd sia operazione abbastanza complicata, guarda alla sfida Salluce-Vigni. Ma solo se ci sarà…

Ivano Zeppi, oltre che nostro amico ed editore del SienaPost, è persona che ha svolto un’attività politica non indifferente. Abbiamo qualche tempo fa raccontato la sua storia dall’entrata all’uscita dal Partito Comunista, compresi i caratterizzanti anni della FGCI che l’hanno portato a rendersi autore di iniziative locali e nazionali di recente. Il Pd non è la stessa cosa del Pci, quindi le cose recenti le chiediamo a lui…

Tu stai seguendo le vicende del Pd?

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“Sì, leggo giornali, post sui social, parlo con qualche iscritto”.

Hai anche accesso a qualche chat politica del Partito?

“Non ora, lo avevo, ma ne sono uscito”.

Spiegaci meglio…

“A luglio ho scritto un articolo in cui ho detto come vedevo L’obiettivo di un congresso unitario. Quando è stato chiaro che era fuori dalle possibilità mi sono ritratto”.

Quindi per un periodo sei stato un giocatore…

“Diciamo così… anche se un vero campo di gioco non c’è mai stato. Tutto è cominciato con il congresso nazionale quando l’amico Cuperlo mi ha chiesto una mano. Da lì, qualche ora la dedicai prima a Promessa Democratica e poi a RitroviamociPd. Poche cose, o almeno quanto basta per trarre la conclusione che il percorso di chi vuole riformare il Pd è davvero complicato”.

Al Circolo Due Ponti dopo l’iniziativa su Srebrenica con gli amici di Modena

Un giudizio negativo dunque…

“Non mi fraintendere, quella del Pd di Siena è ancora una bella comunità di cui chi ne fa parte deve andare fiero. C’è un punto: è una comunità che non riesce a ritrovare, pur nella ricchezza delle diversità, una dimensione collettiva nel pensare e nell’agire. Insomma le singolarità slegate con cui hai titolato un articolo di Igor Zambesi…”

Già Igor Zambesi, in diversi lettori si chiedono se dietro quella firma ci sei tu…

“Beh, direttore, che dirti? Tu sai meglio di me che gli pseudonimi rispondono al Direttore e non all’Editore… e quindi solo tu puoi soddisfare le curiosità dei lettori”.

Torniamo a noi. Hai smesso di essere in campo?

“In buona sostanza, sì. Sono un semplice iscritto. Del resto non ambivo ad avere ruoli o responsabilità né interne e tantomeno esterne. Semplicemente mi sarebbe bastato mettere a disposizione soprattutto dei più giovani qualche briciolo di esperienza”.

Nei nostri articoli abbiamo già detto quanto sia complicato sia sul piano politico che su quello organizzativo. A che punto è il congresso?

“Due candidati, un’esclusione e una richiesta di rinvio. Un Commissario insoddisfatto per le difficoltà incontrate. A cui Fiorenzani ha espresso solidarietà”.

Ivano Zeppi al Circolo La Tuberosa con Simone Bernini per le assemblee di SinC e Usd Millenovecentoquattro

Veniamo ai candidati…

“Partiamo da quella che sarà probabilmente vincente. La Rossana Salluce. Senese acquisita, è stimata e apprezzata in ambienti cittadini oltre il centrosinistra. Professionista, donna, impegnata nel movimento “donna chiama donna”. Avrebbe tutte le caratteristiche per essere una proposta nuova e unitaria”.

E allora? Cosa che le manca per esserlo?

“Gli si rimprovera la modalità con cui la proposta è uscita – prima sulla stampa… -; eppoi, qualcuno dice, come la medesima è stata formulata, quasi un prendere o lasciare. Pesa inoltre qualche “sostegno pesante di troppo” e il fatto che se ne è rimasta in disparte, cioè non si sarebbe fatta carico di assumere direttamente e da subito un’iniziativa unitaria”.

Si, ma ora pare i sostegni stiano aumentando…

“Certo c’è una parte del Partito democratico che ragiona in semplicità: se il problema è l’unità basta mettersi dalla parte dove sono di più. Semplice ma efficace: in soccorso del vincitore! L’ho detta troppo ruvidamente ma questa impostazione è corroborata da ragionamenti raffinati sul non prestare fianco al nemico”.

Veniamo a Simone Vigni…

“Se non ci fosse andrebbe inventato. La sua candidatura non nasce dall’ansia di protagonismo, ma dall’obbligo di dare voce a una parte sicuramente minoritaria degli iscritti. Naturalmente così facendo, evidenziando le pluralità del Pd, mettendosi in gioco – mettendoci la faccia come ama dire lui – consente lo svolgimento del congresso. Figuratevi un congresso con la sola candidatura Salluce…”

Su Vigni, che dici? Pesa l’ombra lunga dell’on.Ceccuzzi?

“Allora, io parto dando credito a Vigni sullo spirito di servizio. Che lui sia amico consolidato di Ceccuzzi non è un punto secondario, ma partire da qui ci porta dritto allo schema amico-nemico che non mi piace”.

Si, ma non puoi sfuggire alla domanda su Ceccuzzi…

“Non sfuggo. Ceccuzzi, per quello che ne so io, è fuori dagli organismi del Partito. Lavora a Firenze, ha responsabilità primarie di un’impresa cooperative di livello nazionale. Non credo gli resti molto tempo per altro. Per dire che tutte le trame oscure che gli vengono rimproverate potrebbero essere non sempre reali”.

“Resta il fatto – continua Zeppi – che lui è rimasto uno dei pochi protagonisti nel Pd che potrebbe descrivere il percorso travagliato dal 2011 in poi. In tanti non sono più nel Pd. Probabilmente il suo punto di vista potrebbe essere utile al Pd di oggi per ricostruire un giudizio equanime e magari elaborare qualche lutto”.

Ma torniamo al congresso. L’idea del rinvio ha qualche possibilità?

“In diversi ci stanno pensando. Probabilmente occorrerebbe un pronunciamento vasto e di rilievo. Una macchina avviata si ferma solo se c’è consenso, anche tra i candidati.
Certo, qualcuno preoccupato dei silenzi c’è; teme che possano nascondere nuove fuoriuscite. Vedremo… Da più parti si sente parlare di lettere inviate o in partenza per Roma… Ma per ora le uniche cose certe sono le due candidature, le firme che le accompagnano, e i loro documenti programmatici. Il testo di eventuale lettere/petizione lo valuteremo quando e se saranno disponibili”.

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