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venerdì, Aprile 26, 2024

Lavoriamo per un pesce tracciato, sicuro, sano e sostenibile

Le difficoltà di redditività dei pescatori, la necessità di una pesca sostenibile non soltanto da un punto di vista ambientale, l’importanza che potrà avere il Pnrr per il settore ittico, politiche di Bruxelles per il comparto.

Temi questi che sono il filo conduttore di Capraia Smart Island – Filiera Ittica Sostenibile, evento organizzato da Legacoop Agroalimentare e Chimica Verde Bionet che si svolgerà fino a domenica sull’Isola di Capraia, in forma ibrida, ovvero sia in presenza sull’isola, sia con interventi da remoto. La manifestazione è trasmessa in diretta streaming sui canali dedicati.

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Il suggestivo porto dell’Isola di Capraia

Obiettivo dell’evento, quello di dare vita ad un confronto con il mondo della ricerca e della politica per far crescere la filiera ittica sul piano della sostenibilità. Come spiega a SienaPost, Cristian Maretti, presidente di Legacoop Agroalimentare.

«Lavoriamo per avere una filiera in grado di garantire sulle tavole pesce tracciato, sicuro, sano, catturato con sistemi rispettosi del mare e del suo ambiente, oltre ad assicurare sostenibilità economica e sociale a chi vive di pesca. Per dare futuro alle marinerie italiane, a Capraia sono stati presentati oltre 25 milioni di investimenti con un impatto importante sulla ricaduta occupazionale».

La platea di operatori di Capraia Smart Island

Perché l’evento di Capraia?

«Quella che vogliamo è una filiera ittica sempre più viva e pronta a rispondere alle prossime grandi sfide. Ed è presente a Capraia. L’evento è un importante momento d’incontro tra il mondo della ricerca e la filiera ittica, un’occasione per presentare il grande lavoro che sta dietro al mestiere di pescatore. Capraia Smart Island si presenta come un laboratorio di progettualità che sappiano coniugare la valorizzazione dei prodotti e delle produzioni con le esigenze di un mercato sempre più globalizzato».

La vendita del pescato della Labronica Motopescherecci

Ci sono progetti di filiera nel settore ittico?

«Le progettualità delle marinerie sono state raccolte nell’Atlante delle Buone Pratiche, presentato proprio a Capraia. Ci sono le idee della cooperativa Alta Marea di Marina di Carrara dove i soci hanno iniziato la consegna a domicilio del pesce o quelle di Mare Nostrum di Viareggio, cooperativa nata nel 1997 per contrastare la devastante pesca a strascico del bianchetto e sempre a Viareggio non può essere dimenticata l’esperienza dell’Organizzazione di Produttori (Op) Cittadella della Pesca, guidata dalla presidente Alessandra Malfatti che ha messo in piedi Emporium 2030: un progetto imprenditoriale per il bene comune. E anche Labronica Motopescherecci, di Livorno, che ha sviluppato progetti per la raccolta di rifiuti in mare oltre alla valorizzazione del pescato con l’introduzione della tecnologia nella sala delle aste».

Quanto è importante la pesca per l’economia italiana?

«Il ruolo della filiera ittica è determinante per l’economia dell’Italia e per il sistema agroalimentare made in Italy. Un ruolo che deve essere sempre più importante. Il settore vuole crescere e per farlo è necessaria l’applicazione di tecnologie 4.0 per la tracciabilità del pescato e per la sostenibilità della pesca. Per questo vogliamo lavorare perché il Pnrr diventi uno strumento strategico. È il modo per avere la certezza del percorso, dalla produzione alla tavola, e la sicurezza del prodotto nel rispetto delle linee del Farm to Fork che caratterizza la prossima politica dell’Unione europea. Insomma il Pnrr può davvero rappresentare un aiuto per le effettive caratteristiche della filiera ittica».

Protesta dell’Organizzazione Produttori Cittadella della Pesca di Viareggio

Un problema è quello del reddito. Soprattutto con le nuove regole europee che mettono in crisi le marinerie…

“Il taglio delle giornate di pesca a strascico rischia di portare a una riduzione del 35%, una media di 100 giorni in meno a imbarcazione e questo farà scendere sotto il punto di redditività le imprese. Ma la pesca è anche e soprattutto rispetto dei quantitativi autorizzati di catture e raccolta dei dati sulla gestione della pesca stessa, è tracciabilità lungo l’intera catena di approvvigionamento, «dalla rete al piatto». Per questo le buone pratiche sono anche quelle per la sostenibilità economica dei pescatori, pensate per dare valore aggiunto e reddito alla filiera ittica”.

Una pescata dell’Alta Marea di Marina di Carrara

Le filiere, dunque come necessità, ma anche una sfida?

«La sfida è quella di applicare anche ai settori della pesca, acquacoltura e maricoltura quelli che sono gli obiettivi di sostenibilità, ormai ineludibili, per vincere le sfide del clima e delle risorse. Legacoop Agroalimentare non si sottrae alla responsabilità storica di affermare uno sviluppo sostenibile e coerente e trova completamento e sinergia nelle azioni sindacali svolte dell’Alleanza delle Cooperative italiane della pesca fatte e in programma nei prossimi mesi».

(in copertina Cristian Maretti, presidente di Legacoop Agroalimentare)

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