Storia di Noah, salvato da una cura insperata

Vi ricordate di Noah, il micino a tre zampe, trovato a La Verna e curato A.mici Miei? Con il passare dei giorni diventa sempre più vivace e prende confidenza con il suo stato di tripode.

Ormai ha imparato a gestire l’equilibrio e si arrampica dovunque salendo e scendendo con agilità.

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Ma – nelle storie belle c’è sempre un ma – un pomeriggio Noah inizia a star male e la sera rifiuta il cibo… lui che adora mangiare di tutto!

La mattina dopo, constatato che la situazione non è migliorata, Noah viene visitato dalle veterinarie che lo hanno operato e salvato… Il gattino ha la febbre e viene decisa, ipotizzando un mal di gola – siamo in autunno inoltrato e le temperature cambiano – una cura a base di antibiotici che però non dà l’effetto sperato e di lì a qualche giorno il suo stato peggiora.

Ora non si muove più, e neanche sta in piedi, la febbre sale oltre i 41. La situazione precipita ed il gattino respira male finché la sua temperatura scende pericolosamente. E’ il primo novembre e le veterinarie decidono di fargli un prelievo di sangue che dà un risultato terribile. Noah soffre di anemia emolitica, forse causata dalle tante zecche che aveva al momento del suo ritrovamento.

insomma sta morendo. Il micino viene messo sotto ossigeno e curato con cortisone e un antibiotico specifico. Non resta che aspettare e sperare nella sua fibra. 

Aspettare in questo caso che passi la fortuna che ha il nome in questo caso della dottoressa dell’ambulatorio che processa settimana dopo settimana il suo emocromo. La dottoressa infatti si è laureata con una tesi sulla rarissima malattia causata da una zecca tra le tante di cui era ricoperto il micino. La zecca ha trasmesso nel suo sangue diversi piroplasmi, brutta parola che in sintesi condannerebbe  Noah. Ma nella tesi fatta dalla dottoressa si fa riferimento ad una ricerca sulla cura della malattia trasmessa dalle zecche alle persone, fatta in America.

Da lì siamo partiti. Vengono trovate le medicine per gli umani, trovato il farmacista che, ridotte in polvere le pasticche, ha fatto 40 cartine con i pochi grammi di polvere che Noah dovrà assumere ogni 8 ore per 10 giorni e viene eseguito inoltre un ennesimo intervento che sistemerà un tubicino che da un orifizio nel collo arriva fino al suo stomaco. Il gattino non ha avuto problemi ad assumere una cura pesantissima ed a superare brillantemente il brutto periodo.

E la storia finisce qui perché Noah, grazie alle tante persone che lo hanno curato, a 4 mesi dall’inizio della terapia sta bene!

(2 – fine)

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